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“Come noi li rimettiamo ai nostri debitori...”

Luca Jahier

Il problema del debito estero che pesa sul destino di molte nazioni  è oggi uno dei maggiori e irrisolti problemi internazionali. A quasi vent’anni dalla crisi del 1982, si sono moltiplicati appelli e iniziative, ma il debito non ha cessato di crescere. I governi e le istituzioni internazionali hanno sinora balbettato, lasciando che il debito generasse una spirale crescente di impoverimento e di esclusione sociale. Solo negli ultimi tempi hanno assunto degli impegni inediti ed innovativi, ma ancora lungi dal rappresentare un ragionevole motivo di speranza per milioni di esseri umani, oggi costretti in condizioni di ingiustizia e privazione sempre più gravi e inaccettabili. Da molti anni la Santa Sede, i recenti Sinodi e molte Conferenze Episcopali sollecitano la comunità internazionale a trovare concrete ed efficaci risposte a questo problema. Ci è ormai familiare la forte esortazione del S. Padre, contenuta nel n. 51 della Lettera Apostolica Tertio millennio adveniente : “ In questa prospettiva (quella della virtù teologale della carità), ricordando che Gesù è venuto ad “ evangelizzare i poveri ” (Mt 11,5 ; Lc 7,22), come non sottolineare più decisamente l’opzione preferenziale della Chiesa per i poveri e gli emarginati ? Si deve anzi dire che l’impegno per la giustizia e per la pace in un mondo come il nostro, segnato da tanti conflitti e da intollerabili disuguaglianze sociali ed economiche, è un aspetto qualificante della preparazione e della celebrazione del Giubileo. Così, nello spirito del libro del Levitico (25,8-28), i cristiani dovranno farsi voce di tutti i poveri del mondo, proponendo il Giubileo come un tempo opportuno per pensare, tra l’altro, ad una consistente riduzione, se non proprio al totale condono, del debito internazionale, che pesa sul destino delle Nazioni”. La logica di solidarietà con cui la Chiesa indica la via di soluzione di questo problema è sostanzialmente quella della giustizia, strettamente organica alla prospettiva biblica del Giubileo. La campagna promossa dalla Chiesa  italiana si propone l’obiettivo di dare il proprio contributo nell’estendere la convinzione che è oggi solo questione di volontà politica assumere la scadenza del 2000 come una straordinaria occasione per realizzare una consistente riduzione del debito estero e rendere possibile la cancellazione senza ulteriori indugi del debito che pesa sui 41 paesi più poveri del mondo. L’apposito Comitato ecclesiale, presieduto da Mons. Attilio Nicora e composto da esponenti delle diverse pastorali, dei religiosi, di associazioni e movimenti laicali, evidenzia che tale iniziativa intende aiutare a vivere l’Anno Santo in sintonia con le forti attese dell’umanità : dei poveri che chiedono giustizia e liberazione, dei redenti che cercano la sintesi tra fede ed opere, del mondo che ha bisogno di carità e giustizia. Non più quindi una cosa “ in più ” da fare, ma l’impegno dell’anno giubilare : rinnovare la domanda che, nonostante la nostra pochezza, anche attraverso il nostro cambiamento avvenga qui ed ora il Regno di Dio.
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