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Etica & Lavoro, La parola del Papa

Encicliche, visite pastorali, interventi, omelie: una piccola “guida”, divisa per argomento, con brani dai numerosissimi discorsi di Giovanni Paolo II sul mondo del lavoro.

Il lavoro e l’uomo

Primo collaboratore di Dio, l’uomo contribuisce col proprio impegno al progresso della società, utilizzando le risorse del creato. Mette a frutto, in tal modo, il suo ingegno e la ricchezza delle sue potenzialità spirituali e materiali donategli dal Creatore. Il lavoro è quindi dimensione fondamentale dell’esistenza dell’uomo sulla terra, personale partecipazione alla trasformazione della creazione, e fonte di dignitoso sostentamento. Nella Costituzione Lumen Gentium del Concilio si legge che i fedeli, con la loro competenza nelle discipline profane e con la loro attività, contribuiscono validamente a che i beni creati siano fatti progredire dal lavoro umano, dalla tecnica e dalla civile cultura. L’uomo infatti, quando lavora, non soltanto modifica le cose e la società, ma perfeziona anche se stesso.

Il lavoro e i diritti

Non vanno mai dimenticati quanti, nelle nazioni cosiddette industrializzate, non godono ancora appieno dei diritti spettanti a chi lavora. Il riferimento è alle donne discriminate nel loro impiego, ai bambini sfruttati, ai giovani disoccupati, ai lavoratori in cassa-integrazione, agli handicappati praticamente emarginati, agli immigrati non rispettati nelle loro legittime attese. Per quanto riguarda gli operai, oggi la loro condizione è notevolmente migliorata rispetto ai tempi della pubblicazione, nel 1891, dell’Enciclica “Rerum Novarum” da parte di Leone XIII. Ma anche se è stata favorita la crescita di una cultura di considerazione e di rispetto per il lavoratore, non vanno però dimenticati tanti lavoratori e lavoratrici che, specialmente nell’emisfero Sud del mondo, stentano ancora a vedere soddisfatte le loro più elementari esigenze, e sono mortificati come persone.

Il lavoro e le donne

Le assenze prolungate da casa, la maggior autonomia sia economica che psicologica, non hanno mancato di incidere profondamente sulle abitudini mentali e comportamentali delle donne in vigore fino a pochi decenni addietro. Tutto ciò non ha avuto solo risvolti positivi: non di rado la donna ha finito per pagare un prezzo pesante al moderno progresso. E’ necessario che, nel mutato contesto sociale, essa s’impegni a riscoprire e riaffermare le ragioni profonde della sua femminilità. Il lavoro non deve togliere alla donna, sposa e madre, la possibilità di compiere le funzioni sociali e familiari che le sono proprie.

Il lavoro e la dignità

La dignità originaria del lavoro sta nel suo essere dimensione fondamentale dell’esistenza dell’uomo sulla terra. A questa dignità originaria se ne aggiunge un’altra: con il lavoro quotidiano lo sposo di Maria, Giuseppe, forniva il necessario sostegno alla Sacra Famiglia, prototipo di tutte le famiglie. E’ dunque legittimo scorgere in Giuseppe lavoratore il modello di ogni umana occupazione lavorativa, con la quale si provvede dignitosamente all’indispensabile sostentamento di se stessi e dei propri cari, e si realizzano al tempo stesso attitudini, talenti e qualità personali.

Il lavoro e la carità

Non si è mai spenta nella Chiesa e registra oggi un confortante incremento. Merita speciale menzione, a tal riguardo, il fenomeno del volontariato. Nell’ambito del lavoro si testimonia quanto si crede soprattutto mediante l’irradiazione della carità.

Il lavoro e la famiglia

Famiglia e lavoro sono realtà non separate, ma tra loro in reciproca e stretta connessione. Il lavoro è il fondamento su cui si forma la vita familiare, che è un diritto naturale e una vocazione dell’uomo. Questi due cerchi di valori devono unirsi tra sé correttamente, e correttamente permearsi. La famiglia costituisce uno dei più importanti termini di riferimento, secondo i quali deve essere formato l’ordine socio-etico del lavoro umano; ed è, al tempo stesso, una comunità resa possibile dal lavoro e la prima scuola di lavoro interna per ogni uomo.

Il lavoro e l’occupazione

Il valore del lavoro rende di fondamentale importanza la lotta alla disoccupazione. Per molti giovani la mancanza di occupazione crea situazioni di preoccupazione e talora di profonda delusione. Essi si vedono di fatto preclusa la via per l’assunzione di una diretta responsabilità nella società e spesso sono obbligati a ritardare la formazione di una famiglia. Questa situazione, se si protrae nel tempo, diventa pericolosa e insopportabile, creando di fatto una barriera tra le persone e la società e generando un senso di sfiducia che non aiuta il formarsi di una coscienza civile.

Il lavoro e le organizzazioni sindacali

 I sindacati sono esponenti della lotta per la giustizia sociale, per i giusti diritti degli uomini del lavoro a seconda delle singole professioni. Tuttavia, questa “lotta” deve essere vista come un normale adoperarsi “per” il giusto bene: in questo caso, per il bene che corrisponde alle necessità e ai meriti degli uomini del lavoro, associati secondo le professioni; ma questa non è una lotta “contro” gli altri.

Il lavoro e l’handicap

Spetta alle diverse istanze coinvolte nel mondo del lavoro, al datore diretto come a quello indiretto di lavoro, promuovere con misure efficaci e appropriate il diritto della persona handicappata alla preparazione professionale e al lavoro, in modo che essa possa essere inserita in un’attività produttrice per la quale sia idonea. Lo scopo irrinunciabile è che sia offerto un lavoro alle persone handicappate, secondo le loro possibilità, perché lo richiede la loro dignità di uomini e di soggetti del lavoro.

Il lavoro e l’immigrazione

Un’attenzione particolare spetta agli immigrati, soprattutto a quelli che, più degli altri, soffrono il dramma della precarietà e dell’incertezza, cioè gli illegali. E’ nostro dovere tutelare con impegno rinnovato la dignità dei poveri e degli emarginati e riconoscere concretamente i diritti di coloro che non hanno diritti.

Il lavoro e l’economia

Nel mondo d’oggi viene spesso soffocato il diritto di iniziativa economica. Eppure si tratta di un diritto importante non solo per il singolo individuo, ma anche per il bene comune. L’esperienza ci dimostra che la negazione di un tale diritto riduce o addirittura distrugge di fatto lo spirito d’iniziativa, cioè la soggettività creativa del cittadino.
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