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  Banchieri a confronto con la dottrina sociale della Chiesa

Massimo Aquili

Due fenomeni evocano allo stesso tempo paure e speranze: globalizzazione e finanziarizzazione dell’economia. Per alcuni divideranno ancor di più il mondo tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud; per altri faciliteranno dovunque la diffusione dello sviluppo. Elaborare, in base all’orientamento etico della Chiesa, un indirizzo operativo che riduca i danni e aumenti i benefici della globalizzazione e della finanziarizzazione è uno degli obiettivi del convegno su “Etica e  finanza” che si è tenuto il 30 aprile a cura della Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontefice, nell’ambito delle celebrazione giubilari del primo maggio e del Giubileo del mondo della finanza. Al convegno nell’Aula del Sinodo in Vaticano hanno partecipato presidenti della banche di tutto il mondo, uomini della finanza, della morale, sociologi e economisti, segnalati dalle Nunziature di 36 Paesi. Dopo i saluti ai circa 250 partecipanti dell’Arcivescovo Agostino Cacciavillan, Presidente dell’Apsa e del Conte Lorenzo Rossi di Montelera, Presidente della Fondazione, la lettura ufficiale è stata tenuta da Michel Camdessus, ex presidente del Fondo Monetario Internazionale. E’ seguita una tavola rotonda presieduta dal professor Edmond Malinvaud e dal Prof. Alberto Quadrio Curzio, dell’Università Cattolica di Milano. Al tavolo dei conferenzieri l’economista Michel Novak, il professor Carlo Dadda, direttore del Dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Bologna, P. Drew Christensen, del Woodstock Teological Center of Washington e l’ex  Ministro delle finanze delle Filippine Jesus Stanislao.  Il convegno è stato preceduto da un documento preparatorio con lo scopo di fondare la riflessione su una conoscenza di base, senza pregiudizi, dei fenomeni economici in esame, ricordare il Magistero del Santo Padre e richiamare l’attenzione su alcuni problemi fondamentali. Tra di essi, connesso all’impegno giubilare di riduzione del debito estero per i paesi poveri,  l’urgenza dell’esatta individuazione di quali regole e di quali forme istituzionali siano più adeguate a far sì che il sistema finanziario, anche nell’era della globalizzazione, svolga la sua funzione positiva di sostegno allo sviluppo reale. Ma anche come evitare i rischi di forti ed improvvisi movimenti finanziari e valutari che possano colpire soprattutto i Paesi non sviluppati economicamente, come è accaduto con la crisi del Messico (1994-95), del Sud Est Asiatico (1997-98, del Brasile e della Russia (1998-99). Un altro documento verrà redatto sulla base dei lavori del Convegno e consegnato al Papa a fine anno, con l’indicazione di quali comportamenti etici attuare nel campo della finanza. Insieme alla altre categorie di lavoratori, la sera del 30 aprile, i partecipanti al Giubileo della finanza hanno partecipato a San Giovanni in Laterano alla Veglia di preghiera. Il primo maggio a Tor Vergata partecipano alla Celebrazione  Eucaristica presieduta dal Santo Padre  e all’incontro col mondo del lavoro.
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