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 Â“Auguri”, in ogni lingua e in ogni cuore

Massimo Aquili

“Auguri” gridati in tutte le lingue, cori improvvisati di “buon compleanno”, “sto lat-sto lat” lunga vita in polacco. Rompe gli argini l’affetto per Giovanni Paolo II quando a bordo della jeep bianca attraversa piazza San Pietro al termine della Concelebrazione eucaristica del 18 maggio. Voluta, simbolica, la coincidenza del Giubileo dei ­sacerdoti con la ricorrenza dell’80° compleanno del Papa. Nell’Anno Giubilare, nel bimillenario della nascita di Cristo, il Santo Padre ha invitato tutti i presbiteri ad innalzare insieme con Lui “un canto di lode alla Trinità” e a riscoprire il “dono” e il “mistero” ricevuto. La Piazza berniniana come un nuovo grande Cenacolo ha accolto il collegio cardinalizio quasi al completo, i vescovi e gli oltre seimila sacerdoti provenienti da ogni parte del mondo che hanno celebrato l’Eucaristia con il Santo Padre. Una distesa bianca di vesti sacre. I camici e la stola candidi dei sacerdoti brillavano al sole, insieme a cappelli e foulard gialli e bianchi di 20mila pellegrini che hanno partecipato alla Messa. Una giornata per rendere grazie a Dio del dono della vita, della vocazione. “Dopo oltre cinquant’anni di vita sacerdotale, sento vivo in me il bisogno di lodare e ringraziare Iddio per la sua immensa bontà” ha detto il Papa all’Omelia, tornando con il pensiero al Cenacolo di Gerusalemme “dove, nel corso del recente pellegrinaggio in Terra Santa, ho potuto celebrare la Santa Messa. In quel luogo è scaturito il mio e il vostro sacerdozio dalla mente e dal cuore di Cristo”. La paterna, universale, sollecitudine del Papa nel giorno del suo compleanno scalda il cuore dell’Assemblea con parole sincere: “Vi abbraccio con grande affetto, cari sacerdoti del mondo intero! E’ un abbraccio che non ha confini e si estende ai presbiteri di ogni Chiesa particolare, raggiungendo specialmente voi, cari sacerdoti malati, soli o provati da varie difficoltà”. Ma nessuno può sentirsi escluso, l’abbraccio comprende coloro che hanno lasciato l’abito. “Penso anche a quei sacerdoti - ha detto il Papa - che, per diverse circostanze, non esercitano più il sacro ministero, pur continuando a recare in sé la speciale configurazione a Cristo insita nel carattere indelebile dell’Ordine sacro. Prego molto anche per loro ed invito tutti a ricordarli nella preghiera, perché, grazie anche alla dispensa regolarmente ottenuta, mantengano vivo in sé l’impegno della coerenza cristiana e della comunione ecclesiale”. In questa giornata “tutta dedicata al nostro sacerdozio, al sacerdozio ministeriale” le parole del Papa sono il viatico migliore per il Terzo millennio - “Tutti vi stringo al mio cuore” - per uomini chiamati ad “una testimonianza esemplare; una testimonianza che può giungere, se necessario, sino allo spargimento di sangue, come è stato per non pochi nostri confratelli nel corso del secolo appena concluso”. La forza per resistere alla solitudine, al sacrificio, va trovata nell’Eucaristia. “Restiamo fedeli alla consegna del Cenacolo”, aveva scritto il Papa nella Lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo di questo Grande Giubileo sottolineando come il potere della testimonianza dipende “dal nostro rapporto personale con l’Eucaristia”. Tanti gli auguri giunti al Pontefice, alla preghiera dei fedeli, ma anche da tutto il mondo, intrecciati ad un sentimento di gratitudine vastissimo. “Noi sentiamo di essere guidati da un Uomo di Dio, che ha conquistato amore e rispetto al di là di qualsiasi barriera umana” ha detto il Card. Darío Castrillón Hoyos, Prefetto della Congregazione per il Clero, nelle parole di saluto rivolte al Papa. “Grazie - ha proseguito il cardinale - per essere così intensamente quanto umilmente conscio della Sua Missione di Vicario di Cristo… Grazie, Dolce Cristo in terra, per quei capelli bianchi, per la sofferenza che l’ha resa ancora più cara ai nostri occhi”. Auguri anche dal Patriarca Alessio II, che ha inviato un proprio rappresentante alla celebrazione. Nel messaggio anche la speranza che le divisioni tra la Chiesa ortodossa russa e quella cattolica “possano presto essere superate attraverso sforzi congiunti”. E mentre il Papa al termine della Messa saliva sulla jeep bianca, il Coro della Sistina e una formazione di 600 coristi giunti dalla Calabria insieme ai sacerdoti riuniti in piazza cantavano l’Oremus pro Pontifice nostro Ioanne Paulo” e il Christus Vincit. Più volte le telecamere hanno ripreso il Papa sorridente, compiaciuto, in primi piani rilanciati dai maxi schermi della Piazza. Torna alla mente una frase della Lettera agli anziani, scritta da Giovanni Paolo II nel 1999: “Nonostante le limitazioni sopraggiunte con l’età conservo il gusto della vita. Ne ringrazio il Signore. E’ bello potersi spendere fino alla fine per la causa del Regno di Dio”.

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