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Un Giubileo per tutte le culture

Nicola Nicoletti

L’Anno Giubilare è un tempo favorevole all’accoglienza, un momento per vivere il rinnovamento spirituale e sostenere quelle persone che, in giro per il mondo e a volte sradicate forzatamente dalle loro case, domandano asilo. E’ questo il messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti che ha preparato le giornate giubilari che vanno dall’1 al 3 giugno. Circa 40mila fedeli tra cui migranti, rifugiati, studenti esteri, funzionari di istituzioni internazionali, marittimi, aeronaviganti, nomadi, pellegrini, turisti, fieranti, circensi si ritrovano a Roma per partecipare ad un appuntamento di riconciliazione e festa. Numerosi sono i rappresentanti della “migrazione umana”, spesso vittime di violenze e soprusi, ma anche lontani dai loro paesi per motivi lavorativi o di piacere. La popolazione maggiormente presente è quella dei filippini con 8mila pellegrini. Tra le componenti di questa popolazione vi sono i nomadi, suddivisi nelle grandi famiglie dei “Rom e dei Sinti”. Saranno presenti quasi 300 Zingari provenienti dai paesi dell’Est europeo e 400 dall’Ovest. Nella giornata dell’1 si ritroveranno alla Chiesa Nuova per animare con il coro dei bambini e con il tradizionale suono dei violini gitani la Celebrazione Eucaristica. Centinaia di circensi nella stessa giornata si riuniranno alle 17.00 a Castel Sant’Angelo e suonando, sfileranno verso San Pietro con i rappresentanti dei circhi italiani e stranieri. L’umanità itinerante comprende anche il mondo dei marittimi, 2milioni di persone che lavorano in alto mare ed oltre 30 milioni che pescano lungo le coste. Gli uomini di mare celebrano il loro Giubileo con una navigazione che, partita dalla Terra Santa, è giunta a Fiumicino il 31 maggio. Venerdì 2 tutti i partecipanti alla giornata giubilare incontreranno alle 10.00 il Santo Padre nella Celebrazione Eucaristica. Un modello in legno della barca degli Apostoli, trasportata da esponenti di differenti fedi e culture e proveniente da Haifa, è il dono che il Comitato Maris Populus a Portus, il “popolo in movimento”, consegnerà al Papa. Il fenomeno dei migranti contempla tante situazioni di privazioni e sofferenze: è il caso dei rifugiati. Nel mondo queste persone sono purtroppo numerose: 22.376.300. La maggior parte sono donne e bambini che vivono nei paesi di confine con il loro. Africa e Asia ne ospitano oltre 14 milioni; l’Unione Europea 366mila. I migranti sono 119 milioni, di cui il 44% nei paesi industrializzati e il 56% in quelli in via di sviluppo. Nella distribuzione per continenti in Africa la loro presenza si registra intorno ai 15 milioni, in Asia 43 milioni, Europa 25 milioni, America  Latina 7 milioni, America del Nord 24 milioni, Oceania 5 milioni.  La mappa dei paesi ospitanti vede prevalere in maniera evidente i paesi del Sud del mondo, paesi dove il livello di vita è sicuramente più difficile e insicuro che altrove. Quasi una persona su 120 al mondo è un rifugiato o uno sradicato, un fratello a cui la Chiesa non manca di far sentire la sua presenza ed il suo aiuto.

Una “carta” per i profughi

Un documento che ribadisca i diritti fondamentali di chi è forzatamente costretto ad abbandonare la patria e gli affetti più cari. In occasione del Giubileo dei Migranti e degli Itineranti viene pubblicato un documento non nuovo ma non sempre rispettato. Si tratta della Carta Giubilare dei Diritti dei Profughi per la difesa dei diritti di chi, abbandonata la propria patria, rischia di rimanere privato di tutela. Il diritto di non essere respinti alle frontiere, il diritto di essere ascoltati da un’autorità competente, il diritto dei paesi più poveri di essere sostenuti da paesi più ricchi, il diritto delle famiglie separate di conoscere ove si trovino i parenti, sono alcune delle urgenze a cui vanno incontro le migliaia di persone che ogni anno ed in vari punti del pianeta vivono la condizione di rifugiato. Giovedì 1 giugno l’oratorio S. Francesco Saverio del Caravita, ospita un incontro di riflessione sulla riconciliazione preparato, oltre che dal Pontificio Consiglio, dal Centro Astalli (JRS), dal Consiglio Italiano Rifugiati, dalla Casa dei Diritti Sociali, dall’Associazione Migrantes e dall’UNHCR. Le testimonianze sono date da persone provenienti da Iran, Ruanda, Georgia, Algeria e da chi, in prima persona, è impegnato nell’aiuto dei 50milioni di persone costrette a vivere lontano dalla propria terra a causa di razza, religione, nazionalità, opinioni politiche, appartenenza a gruppi sociali. L’auspicio è che la Carta venga diffusa in tutto il mondo e trovi verso tutti i Governi piena attuazione per sanare quello che il Papa ha definito “una vergognosa piaga del nostro tempo”.

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