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  E il 3 dicembre il grande appuntamento giubilare

Riconciliarsi con le persone con disabilità e le loro famiglie: questo il significato della giornata giubilare della comunità con le persone disabili in programma domenica 3 dicembre, data indicata anche dall’ONU come giornata mondiale del Disabile. I pellegrini che giungeranno a Roma verranno nel pomeriggio del sabato accolti dalla Chiesa di Roma e celebreranno domenica mattina la Santa Messa in S. Pietro; nel pomeriggio parteciperanno ad un momento di festa nell’Aula Paolo VI alla presenza del S. Padre Giovanni Paolo II. Intanto prosegue il lavoro di riflessione per aiutare ogni Chiesa locale a compiere un percorso di avvicinamento sul tema specifico della disabilità: partire dalla piena dignità della persona per accoglierla nella normalità della vita, sia ecclesiale che sociale e civile, perché la riconciliazione sia vera. Il Comitato organizzatore ha inviato alle Conferenze episcopali e alle comunità alcune schede sussidio per una preparazione pastorale centrate sulla ricchezza che la persona con disabilità rappresenta per la Chiesa e la società. Il Comitato ha sede presso l’Opera Don Guanella, Via Aurelia Antica 446-00165 Roma, tel 06-6622260 fax 06-6624658.

La persona disabile è:

I – Immagine di Dio

“L’essere viventi e creati ad immagine e somiglianza di Dio ci accomuna a Lui. La persona umana riflette l’amore che l’ha creata con la sua capacità di amare e di essere amata, con il suo essere, le sue facoltà e la sua libertà”. La persona con disabilità è in questo senso considerata  luogo in cui “Dio opera le sue meraviglie”, realizza il suo amore per l’uomo, invita alla conversione e ad un discernimento dei valori evangelici.

II - Testimone privilegiato di umanità

In una società in cui impera la logica del conta chi possiede e ha successo, la persona con disabilità rappresenta un evidente segno di contraddizione. Essa incarna il dolore, evoca la fragilità, denuncia il limite della condizione umana. Il deficit di autonomia interroga e non lascia scampo: o la solidarietà o il rifiuto e la negazione. La comunità non può limitarsi ad “assistere” la persona con disabilità, ma deve piuttosto “prendersene cura”.

III – Protagonista di pastorale

Anche le persone con disabilità ricevono dal Signore la stessa chiamata a vivere il discepolato in modo responsabile e attivo e ad arricchire il popolo di Dio con i doni che il Signore affida loro per rendere la sua Sposa splendente. “Essi hanno diritto a conoscere, come gli altri coetanei, il mistero della fede” (CT 41) e ad annunciarlo con la loro vita e missione, partecipando alla costruzione del Regno di Dio.

IV – Destinatario di evangelizzazione

La Chiesa annuncia e spiega la Parola, facendo scoprire ad ognuno la dignità inviolabile di ogni persona e i suoi diritti all’educazione, alla creazione di una famiglia, alla libertà religiosa. La posizione delle persone con disabilità come “persone predilette” spinge la Chiesa a fare di più per far vivere loro il “mistero della fede”, con l’obiettivo di condurle ad una esperienza autentica, viva e gioiosa di Dio in seno alla propria comunità fino alla santità.
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