Jubilee 2000 Search
back
riga

   Tremila chilometri per incontrare il Papa

Nicola Nicoletti

Juan Rodriguez Fuentez e Narciso Jurado Bernal avevano fatto una promessa e alla fine l’hanno mantenuta: arrivare a piedi dalla Spagna a Roma in compagnia di Viejo e Careto, i loro asinelli. I due spagnoli, il primo un camionista di 57 anni sposato con 6 figli, il secondo un contadino più giovane di 5 anni, padre di 3 ragazzi, sono partiti da Chipiona, un antico paese di 16mila abitanti fondato dai romani nel II secolo A.C. sulla costa, nei pressi di Cadice. Per 3 mila chilometri hanno viaggiato alla volta di Roma percorrendo 30chilometri al giorno; gli asini sono serviti solo per trasportare il bagaglio, null’altro. L’equipaggiamento dei due barbuti viaggiatori che il 5 marzo, salutati dal paese in festa hanno intrapreso il cammino, era semplice: un cappello, l’abrigo (il lungo cappotto di pelle), una bisaccia e il baculo, il lungo bastone dei pellegrini spagnoli. L’Andalusia, Siviglia, Cordova, Madrid, Saragozza, Barcellona e poi la Costa Azzurra hanno costituito l’itinerario dei due vecchi amici. Giunti poi in Italia, da Ventimiglia a Roma, hanno percorso la via Aurelia. Ma perché due persone decidono di compiere un viaggio così lungo che potrebbe rivelarsi anche rischioso? Alla base di tutto c’è un voto, un voto che Narciso ha voluto rivelare solo alla fine dell’avventura per paura di non farcela: ringraziare il Signore per l’operazione al cuore fatta nel 1995 “e pregare affinché i giovani siano lontani dalla violenza e dal male”. Con tanta fiducia Juan e Narciso hanno trascorso come gli antichi pellegrini tante notti sotto il cielo, più di 90. Dopo aver percorso le vecchie strade giubilari, l’8 giugno sono arrivati alla meta. “Siamo contenti perché la gente soprattutto in Italia ci ha accolto con simpatia donandoci anche dei viveri; la cosa più bella alla fine -dicono mentre stanno per essere ricevuti all’ambasciata di Spagna- è stata l’incontrare in Piazza San Pietro il Santo Padre che ci ha benedetti con tanto affetto”. I due spagnoli dopo aver donato gli asini al Papa, non senza un minimo di dispiacere, già pensano ad una nuova impresa: un viaggio che li porterà in Terra Santa. Ovviamente a piedi.
top