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Il pellegrinaggio della Polonia

Una via di speranza per la Polonia di oggi

Massimo Tarantino

E’ durato ufficialmente tre giorni il primo pellegrinaggio nazionale nella storia della Chiesa polacca, da giovedì 6 luglio a sabato 8, ma già mercoledì 5 numerosi fedeli avevano compiuto una visita alle quattro Basiliche Patriarcali, per poi convergere in Piazza San Pietro dove il Vescovo di una diocesi del nord del paese, Mons. Marian Golebiewski, ha guidato la preghiera serale. Inoltre, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, l’Arcivescovo di Czestochowa, Mons. Stanislaw Nowak, aveva presieduto una Santa Messa di particolare significato per l’Arcidiocesi, in virtù dello stretto legame di carisma mariano che unisce il Santuario di Jasna Gora a quello di Santa Maria Maggiore. Il giorno più intenso e importante del pellegrinaggio nazionale è stato senz’altro il primo, giovedì 6 luglio, quando i trentamila partecipanti hanno potuto incontrare per ben due volte il Santo Padre: la prima volta al mattino, quando il Papa ha presieduto la Concelebrazione Eucaristica in Piazza San Pietro; e poi nel pomeriggio, quando ha presenziato sin dall’inizio alla veglia di preghiera con canti e musiche, concludendola con un intenso discorso che ha toccato il cuore di tutti i presenti, ventimila arrivati direttamente dalla Polonia, i rimanenti da altre nazioni -principalmente Stati Uniti, Ucraina, Russia-. Cento disabili con altrettanti accompagnatori erano invece arrivati a bordo di un “treno bianco” partito da Varsavia. Già dalle prime ore del mattino Piazza San Pietro è stata invasa dai pellegrini ansiosi di incontrare il Santo Padre. Una veglia, animata dal canto di diversi cori, ha preceduto la Messa. All’inizio della Concelebrazione il Cardinale Primate, Jozef Glemp, Arcivescovo di Varsavia, ha rivolto al Papa un indirizzo di omaggio e di ringraziamento. Nell’omelia il Santo Padre ha proposto ai suoi connazionali la strada da percorrere per testimoniare il Vangelo sulle strade del terzo millennio. Ma ha anche parlato dell’”oggi” del Giubileo, da vivere nel segno dei poveri e degli oppressi, invitando i responsabili della vita sociale a introdurre giuste riforme economiche per rimuovere l’ombra della povertà e dell’indigenza. La cerimonia pomeridiana, sul tema “Una via di speranza per la Polonia”, ha avuto una connotazione prevalentemente festosa e comunitaria, ed è stata scandita dal suono dei corni e delle trombe dei montanari. Motivo centrale: la presenza di Cristo nella storia polacca, e la fedeltà della nazione al Vangelo e alla Croce. Il Santo Padre ha affermato che era presente “tutta la nostra storia millenaria e la cultura”; sono state infatti lette poesie di autori polacchi, ascoltate musiche dell’orchestra della Filarmonica della Slesia di Katowice, ed è stato eseguito il bell’oratorio “Exodus” di Wojciech Kilar. Il Papa ha anche nominato re, vescovi, condottieri e poeti della storia polacca, a cominciare da Casimiro il Grande; e ha ricordato che la sua patria ha bisogno di uomini dalla fede matura, perché “la più grande ricchezza che possiamo trasmettere alla giovane generazione è la nostra fede”. La cerimonia, dopo la Liturgia della Parola, si è conclusa con l’antifona a Maria e la lettura dell’Appello di Jasna Gora, pratica di devozione mariana.  Venerdì 7 luglio sono state celebrate in contemporanea tre Messe nelle altre tre Basiliche Patriarcali: a Santa Maria Maggiore dal Cardinale Glemp, per i pellegrini provenienti dalla zona nord orientale del paese; a San Giovanni in Laterano dal Card. Henryk Roman Gulbinowicz, per i pellegrini della parte occidentale; a San Paolo fuori le Mura dal Card. Franciszek Macharski, per i pellegrini del Sud del paese. La sera c’è stato poi un nuovo raduno in Piazza San Pietro per la preghiera guidata dall’Arcivescovo di Gniezno, Mons. Henryk Muszynski. Nell’omelia della Messa in Santa Maria Maggiore il Cardinale Glemp ha ricordato la Vergine “la cui presenza ci dà il vantaggio di vivere meglio le verità giubilari”, e ha anche invitato i pellegrini a “ritornare in Polonia rinnovati nello spirito, per riprendere la propria vita cristiana con il forte desiderio di proclamare il Vangelo, nelle parole e nelle azioni”. Nel corso della celebrazione è stato messo più volte in risalto il valore del pellegrinaggio per il popolo polacco al quale, dopo tanti anni di oppressione, è stato concesso di venire a Roma liberamente. Nella Basilica di San Giovanni in Laterano la figura di Maria è stata invece esaltata in riferimento al Magnificat, l’inno di lode e di ringraziamento rivolto a Dio in occasione della visita ad Elisabetta. E infine, a San Paolo, il Cardinale Macharski, Arcivescovo di Cracovia, davanti a diecimila fedeli dei quali tremila provenienti da Katowice, ha messo in risalto l’importanza della celebrazione del Giubileo da parte della Chiesa polacca in una città che è testimonianza di martirio e di fede.

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