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“Globalizzare la solidarietà”

Dario Busolini

Una grande festa per un grande progetto: “globalizzare la solidarietà”. Ecco il messaggio che il Giubileo dei Lavoratori, celebrato con il Papa la mattina del 1 Maggio a Tor Vergata, ha affidato alla folla di pellegrini-lavoratori (almeno 150.000 al momento della Messa) arrivati sotto il grande palco un po’ alla volta, dovendo percorrere a piedi una manciata di chilometri all’interno del “campus” della seconda Università di Roma. Giovanni Paolo II, insieme con 600 sacerdoti e un centinaio di vescovi (tra cui il Presidente ed il Segretario del Comitato Centrale del Giubileo Cardinale Roger Etchegaray e Mons. Crescenzio Sepe ed il Presidente del Comitato organizzatore della giornata giubilare e della Commissione Episcopale italiana per i problemi sociali e del lavoro Mons. Fernando Charrier), ha presieduto alle 10.30 la Celebrazione eucaristica davanti ad un’assemblea rappresentativa di tutte le categorie del mondo del lavoro (dipendenti, imprenditori, professionisti e dirigenti, operatori della cooperazione, del commercio e della finanza) e dei rispettivi sindacati, associazioni, movimenti, autorità politiche ed economiche. Nell’omelia, il Papa ha ricordato il legame biblico tra lavoro e Giubileo che, con il suo richiamo alla liberazione e al ristabilimento della dignità dell’uomo e della donna che lavorano, spinge “a risanare le situazioni di ingiustizia, salvaguardando le culture proprie di ogni popolo ed i diversi modelli di sviluppo”. Di fronte all’insicurezza prodotta dalla globalizzazione dell’economia il Santo Padre ha detto con forza che “mai” tale globalizzazione deve “violare la dignità e la centralità della persona umana… la solidarietà, la partecipazione e la possibilità di governare questi radicali cambiamenti costituiscono, se non la soluzione, certamente la necessaria garanzia etica perché le persone ed i popoli diventino non strumenti, ma i protagonisti del loro futuro. Tutto ciò può essere realizzato e, poiché è possibile, diventa doveroso”. Da qui, il progetto di un’alleanza tra Chiesa e lavoro in favore dell’uomo, scaturito, dopo la Messa, dal dialogo tra il Papa e i Lavoratori, rappresentati dal Direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro Juan Somavia e dalla Presidente dell’Azione Cattolica Italiana Paola Bignardi. Il Dott. Somavia ha invitato, da “laico”, “tutte le persone di fede” a “prendere decisioni e influenzare decisioni” al fine di “promuovere una solidarietà senza confini” per garantire ad ogni persona “un lavoro decente”, dando all’economia quel “fondamento etico” che oggi le manca. La Dott.ssa Bignardi ha parlato a nome delle donne lavoratrici, chiedendo che dall’incontro con il Santo Padre prenda vita “una più attenta riflessione sul difficile rapporto tra le donne e il lavoro, perché il tempo della donna non sia vissuto come sempre rubato a qualcosa d’altro; …perché il riconoscimento sociale ed economico del nostro lavoro sia effettivo, perché la vita e il contributo originale di ogni donna possano effettivamente essere percepiti come una risorsa per le società e per la Chiesa”.  La risposta del Papa è stata un invito ad incamminarsi sulla via della giustizia sociale a partire dal passo suggerito proprio dal Giubileo, la riduzione del debito estero: “ridurre o addirittura condonare il debito: ecco un gesto giubilare che sarebbe quanto mai auspicabile!” Per concludere con un’esortazione: “Cari lavoratori… unite le vostre braccia, le vostre menti, i vostri cuori per contribuire a costruire una società che rispetti l’uomo e il suo lavoro. L’uomo vale più per quello che è che per quello che ha. Quanto si realizza al servizio di una giustizia più grande, di una fraternità più vasta e di un ordine più umano nei rapporti sociali conta di più di ogni progresso in campo tecnico”.
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