Jubilee 2000 Search
back
riga

  Una profonda eloquenza ecumenica

Eleuterio F. Fortino

La “commemorazione ecumenica dei testimoni della fede del secolo XX” che avrà luogo di fronte al Colosseo – luogo che nell’immaginario collettivo richiama i primi martiri cristiani – è uno dei due maggiori eventi ecumenici del Calendario del Giubileo. Questa commemorazione – fatta insieme con i rappresentanti delle altre Chiese – mette in evidenza la dimensione più profonda dell’ecumenismo, la reale comunione in Cristo di credenti delle diverse Comunioni cristiane. L’evento del 7 maggio è ecumenico nel suo contenuto e nella sua realizzazione. La Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II aveva messo in rilievo gli elementi fondamentali che congiungono la Chiesa Cattolica agli altri cristiani: la fede in Cristo, il riferimento alle Sacre Scritture, il comune battesimo, altri sacramenti, ecc. In particolare aveva affermato: “A questo si aggiunge una certa unione nello Spirito Santo, poiché anche in loro con la sua virtù santificante opera per mezzo di doni e grazie, ed ha fortificato alcuni fino allo spargimento del sangue”. Questa prospettiva è stata assunta dal Santo Padre per la celebrazione del Giubileo. Egli ha scritto: “la testimonianza resa a Cristo fino allo spargimento del sangue è divenuta patrimonio comune di cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti”. Il reciproco apprezzamento dei valori cristiani esistenti nelle varie Chiese e Comunità ecclesiali è un criterio essenziale dell’ecumenismo. L’apprezzamento che esprime il prossimo evento raggiunge la dimensione più vera dell’essere cristiano e manifesta il riconoscimento della funzione delle altre Chiese e comunità ecclesiali come mezzi di salvezza. In questo secolo la Comunità cristiana nel suo insieme – Chiesa cattolica e le altre Comunioni cristiane – ha subito feroci e crudeli persecuzioni in varie parti del mondo. Ma mirabile e ferma è stata la comune testimonianza cristiana resa alla resurrezione di Gesù Cristo. Questa considerazione non resta limitata a coloro che notoriamente sono morti per la fede e sono considerati “nuovi martiri”, ma comprende quella grande “nube” di testimoni – chierici, laici, uomini e donne – che spesso ignoti hanno sofferto proprio in quanto credenti e che comunque in contesti pericolosi hanno trasmessa, con la parola e con la vita, la fede alle nuove generazioni. In questa visione si è assunta, per il ricordo, l’espressione più ampia di “testimoni”della fede del secolo XX nelle arie espressioni cristiane. Per questa ragione alla loro “commemorazione” – per la quale ha preso l’iniziativa la Chiesa cattolica – sono state invitate tutte le Chiese ortodosse, le Antiche Chiese d’oriente, e le Comunioni cristiane mondiali di occidente. Si eleverà una comune dossologia, un concorde ringraziamento a Dio per aver fatto dono alla Comunità cristiana di un così grande numero di testimoni. Sarà una celebrazione gioiosa nello spirito del periodo pasquale e del senso dell’Evangelo delle “Beatitudini” che vi saranno proclamate. Nel corso della celebrazione si ascolteranno anche delle letture su alcuni esempi di fedeltà cristiana. Assieme a diverse “testimonianze” cattoliche vi saranno anche testimonianze per gli ortodossi (il patriarca russo Tichon), per il luterani (il pastore Schneider), per gli armeni (catholicos Karekin I), per gli anglicani e per i battisti. Provenienti da regioni diverse, da situazioni contrapposte, membri di varie Chiese e Comunità ecclesiali, questi “militi” noti, meno noti o “ignoti” proclamano con una sola voce la ragione della loro ultima adesione: abbiamo creduto in un solo Signore, Gesù Cristo. Gioavanno Paolo II ha affermato che questa “è una testimonianza da non dimenticare”.  Essa è utile all’edificazione della Comunità cristiana che si avvia alla piena comunione. La communio sanctorum inoltre parla “con voce più alta” dei fattori di divisione. Essa costituisce il nucleo centrale della comunione ecclesiale e, per i cristiani ancora divisi, diventa esigenza della piena comunione secondo la volontà dell’unico Signore.
top