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Due grandi eventi, un solo orizzonte

+ Crescenzio Sepe

Nel suo impegno preparatorio, il Comitato Centrale del Grande Giubileo dell’Anno 2000 ha avuto come bussola di orientamento e come proprio programma di lavoro la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II Tertio Millennio Adveniente. In questo testo non vengono individuati solo gli ambiti di riflessione per la preparazione del Giubileo, ma sono focalizzati anche i contenuti specifici sui quali l’Anno Santo deve prestare la sua attenzione perché la celebrazione corrisponda coerentemente alla sua finalità che è essenzialmente spirituale ed ecclesiale. Tra le altre attività, in questi due anni passati, il Comitato Centrale, attraverso la Commissione teologico-storica, aveva invitato a riflettere su due temi particolari che emergevano dalla Lettera del Santo Padre: le radici dell’antisemitismo (1998) e il problema delle Inquisizioni (1999). Questi convegni hanno chiarito, per quanto era possibile, alcune tematiche fondamentali, che toccano da vicino l’evento giubilare. Il riconoscimento di contro testimonianze, che i cristiani hanno dato nel corso dei secoli, obbligano a riscoprire anche pubblicamente il valore del perdono, della riconciliazione e della purificazione della memoria perché si apra un impegno di collaborazione, solidarietà e comunione tra i diversi membri della stessa famiglia umana. Nella Lettera Tertio Millennio Adveniente, comunque, Giovanni Paolo II fa esplicito riferimento a un tema di decisiva importanza per la vita della Chiesa: il Concilio Ecumenico Vaticano II. (...) E’ a partire da questa richiesta che ci si è mossi da tempo e che ora celebriamo nel nome del Signore e con la Benedizione del Papa, che si trova oggi sul monte Sinai, sulle tracce di Mosè. Quanto il Santo Padre chiedeva nella sua Lettera era molto di più di un’indicazione di lavoro; Egli, piuttosto, mostrava una linea di analisi su cui la Chiesa intera ha bisogno di interrogarsi per compiere un esame di coscienza e verificare, così, se a partire dal Concilio Vaticano II, quanto è stato frutto del Magistero è diventato anche prassi di vita credente. Dal testo della Tertio Millennio Adveniente si possono scoprire facilmente due piste: la prima, indica il percorso strutturale del Convegno; la seconda, mostra l’analisi che si deve compiere per verificare l’attuazione dell’insegnamento conciliare. Per quanto concerne il primo aspetto, il presente Convegno ha lo scopo di dare una prima risposta attraverso la sua stessa strutturazione. Le quattro relazioni fondamentali prendono in considerazione, infatti, le quattro costituzioni del Vaticano II. E’ su questi pilastri,come si sa, che si è costruito l’intero rinnovamento conciliare. In questo contesto si è voluto che il presente Convegno prendesse le mosse certamente dal Concilio, ma facendo stretto riferimento a questi ultimi quindici anni successivi alla scadenza sinodale, perché non si ripetesse ciò che è già frutto di analisi condotte nei decenni scorsi e perché si procedesse verso una più dettagliata forma di acquisizione dell’insegnamento conciliare. (...) La riflessione che condurremo in queste giornate di lavoro viene fatta soprattutto all’interno della Chiesa cattolica, perché l’esame di coscienza chiesto dal Santo Padre sia conforme e possa coinvolgere direttamente e responsabilmente i credenti. In questo modo, meno distratti da altre differenti analisi - certamente importanti, ma non direttamente richieste dalla specificità del momento - il compito di questo Convegno rimane ancorato a quanto Giovanni Paolo II chiedeva come peculiare riflessione svolta nell’ambito del Giubileo del 2000. Una ultima considerazione, infine, riguarda la composizione di questa assemblea. Pastori della Chiesa, teologi, storici, catecheti, pastoralisti, sacerdoti impegnati in cura d’anime sono riuniti insieme per studiare quanto del Concilio è stato attuato. Quanto i Vescovi chiedevano nel Sinodo del 1985 viene in qualche modo ripreso e attuato oggi da questa nostra assemblea, che bene rappresenta il popolo di Dio. La ricchezza prodotta dal Concilio attende ancora una compenetrazione che sia capace di far comprendere, soprattutto ai giovani di oggi, ignari di quanto il Concilio abbia rappresentato per la storia della Chiesa di questi decenni, la novità dell’insegnamento del Vaticano II.       

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