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Il Giubileo degli Artisti - Alla scoperta della bellezza di Cristo

Dario Busolini

La semplicità e l’immediatezza sono i mezzi con i quali un artista esprime al suo pubblico la propria sensibilità ed esperienza. E la semplicità e l’immediatezza della condivisione spirituale sono state pure le caratteristiche più evidenti del Giubileo degli Artisti, celebrato in San Pietro il 18 febbraio, memoria del santo pittore Beato Angelico. Iniziato la sera precedente a Santa Maria sopra Minerva con la celebrazione dei Vespri, questo Giubileo ha vissuto il suo momento più intenso alle 9.30, nella basilica vaticana, con la messa presieduta dal Cardinale Roger Etchegaray, che ha invitato i quasi 4000 presenti (pittori, scultori, musicisti, ma anche gente di teatro, cinema e televisione) a portare avanti l’opera creatrice del Signore scoprendo, nel profondo di sé, i tratti e la bellezza del Dio incarnato, Cristo, attraverso l’icona della Passione e dellaCroce : “Più sarete vicini a Dio, e più aspirerete voi stessi il suo soffio creatore, più soffierete voi pure sulle ceneri l’incandescenza e la singolarità della vita a uomini che non sanno più che fabbricare il mondo in serie e senza calore”. Al termine del rito, il Santo Padre ha rivolto loro un discorso ispirato ai temi della sua Lettera agli Artisti del 4 aprile 1999. Riaffermando la “feconda alleanza tra Chiesa ed arte” il Papa ha detto agli Artisti che “se si è capaci di scorgere nelle molteplici manifestazioni del bello un raggio della bellezza suprema, allora l’arte diventa una via verso Dio, e spinge l’artista a coniugare il suo talento creativo con l’impegno di una vita sempre più conforme alla legge divina… È allora che la nostra umanità si libra in alto, in un’esperienza di libertà, e direi d’infinito, come quella che ancora Michelangelo ci ispira nella cupola che insieme sovrasta e corona questo tempio ”. Tra i fedeli, l’etoile della Scala Carla Fracci ha commentato così la celebrazione eucaristica: Â“È stata molto emozionante e molto toccante. Mi è piaciuto sentire citare, in questo luogo, i nomi dei grandi poeti come Claudel e Schiller, dei grandi pittori e di tutti gli artisti che hanno trasmesso la verità e l’anima dell’arte. Lo sento come un invito ad allargare i nostri orizzonti. Io vorrei fare un ballo sui versi di Claudel e danzare l’Ave Maria di Schubert per il Papa”.

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