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“La nostra vita è dono agli altri”

Suor Antonietta Luccitti

Le testimonianze delle religiose giunte da tutto il mondo per celebrare la Giornata giubilare

 “Cosa ti ha colpito di questo momento così significativo preparato per noi consacrate?” - chiedo ad una religiosa venuta a Roma proprio per questo Giubileo. Lei ha già anni di vita religiosa, ma vicino c’è una juniore, che ha professato i suoi voti di povertà castità e obbedienza solo due mesi fa. Pronta la risposta. “E’ questo averci offerto una vitale rivisitazione della nostra scelta di fondo, come cammino cristiforme. Dallo sconcerto e stupore del mistero della prima chiamata, di un sentir rivolgere proprio a te l’invito “vieni e seguimi”, al “sentirti chiamare per nome” (…“ma proprio me, Signore?”); al “sì della risposta personale”, pronunciato con trepidazione, talvolta anche tra l’incomprensione di chi ti è vicino, ma motivato dalla fede e comprensibile solo alla luce della fede, ad una vita vissuta con amore dovunque il Signore ti vuole, con lo sguardo fisso su di Lui. Non importa se tra le mura di un monastero, in una vita tessuta solo “con le piccole cose” della quotidianità, o tra i poveri del Ruanda o del Timor Est. Importante è sentirsi al proprio posto, dentro il progetto che il Signore ha disegnato per te. Questo messaggio, secondo me, è stato proprio forte e insistente. Solo allora il tuo cuore vivrà nella gioia, e non ti spaventeranno né le prove né il buio, perché la luce è Lui, Colui che ti ha scelto! ”. “Non solo - aggiunge la più giovane - Attraverso i filmati  delle esperienze di vita: da quella della religiosa benedettina, che opera tra le povertà più stridenti di un’ America, che naviga nel benessere più sfacciato, a quella del missionario ad Assunciòn, nel Paraguay, “tra i ragazzi della strada”, nella piena condivisione della loro vita, all’altra del religioso Camilliano P. Zambotti, che nelle periferie delle città pianta “la sua tenda” - tra non poche difficoltà e reazioni della gente - per accogliere gli emarginati, i rifiutati, gli ultimi…i poveri di oggi, ho capito, in maniera molto forte, che la nostra vita di consacrati è  “per gli altri”. Il Signore ci chiama e ci manda. “Allarga lo spazio della tua tenda”, ci dice. “Non aver timore. Va’ pure dai tuoi fratelli ad annunciare e a testimoniare la mia Parola di vita, la Parola che salva”. Questo pressante invito alla missione - ha concluso -, questo messaggio di fede che la garanzia è Lui, solo Lui, e che “le potenti armi” sono unicamente la forza e l’ardimento che vengono da Lui -  messaggio ben veicolato dalle testimonianze ascoltate -  per me giovane suora, sono stati come un potente stimolo ad allargare le tende del mio cuore, uno squarcio di luce sul cammino appena intrapreso”. E poi Suor Rosa: “ E’ stato stupendo: dai canti, alle testimonianze, alle danze, ai mimi, alla presentazione sobria ed incisiva del presentatore, ai testi evangelici scelti per scandire, ritmare e illuminare le esperienze di vita che ci sono state presentate. Ho confermato, soprattutto, in me la certezza che Dio chiama a tutte le ore, che continua a chiamare ancora oggi e i giovani sanno dire di sì, sanno accogliere il dono rispondendo con generosità e radicalità”. Ringrazio Suor Myriam, Suor Veronica, Suor Rosa e, ancor più convinta delle motivazioni alla radice delle forti mie emozioni provate durante la Celebrazione, mi perdo tra la “fiumana” delle religiose che, segnate dagli anni o meno, ma tutte rinnovate nella gioia della propria consacrazione e cariche di speranza, riprendono la via di uscita dall’Aula Paolo VI, straripando, da sole o a piccoli gruppi, nella grande Piazza S. Pietro. Le accoglie il colonnato del Bernini, mentre calma, quasi primaverile, scende la sera e gli occhi di tutte si volgono verso quelle finestre illuminate da dove si desidererebbe, perché no?, scorgere il volto benedicente del nostro Papa, di Giovanni Paolo VI, a cui gridare il proprio grazie per la grande stima sempre manifestata nei riguardi della Vita Consacrata nella Chiesa.

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