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Nel braccio di Carlo Magno

Un nuovo spazio per le Confessioni

“Qui tocchiamo il cuore delle celebrazioni giubilari. E’ questo il luogo dove per molti pellegrini avverrà l’incontro con il Padre Misericordioso”.  Così il Cardinale Virgilio Noè, Arciprete della Basilica di San Pietro, ha presentato la nuova Penitenzieria nel Braccio di Carlo Magno in Piazza San Pietro, all’omelia per la Benedizione di questo spazio dedicato esclusivamente al raccoglimento e alla Confessione durante tutto l’Anno Santo. Alla celebrazione, il 28 gennaio scorso, sono intervenuti il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, il Cardinale Roger Etchegaray, Presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo dell’Anno 2000, l’Arcivescovo Giovanni Battista Re, Sostituto della Segreteria di Stato, l’Arcivescovo Crescenzio Sepe, Segretario del Comitato Centrale, il Vescovo Luigi De Magistris, Reggente della Penitenzieria Apostolica. La Penitenzieria nel Braccio di Carlo Magno si caratterizza per la sua “semplicità”. Due file di confessionali fiancheggiano le mura del corridoio monumentale che sale dalla base del colonnato, dove è l’ingresso, verso l’Atrio della Basilica Vaticana. Qui amministreranno il Sacramento nelle diverse lingue soprattutto i sacerdoti della Curia romana che volontariamente hanno chiesto di aggiungersi ai Penitenzieri di San Pietro. A disposizione dei pellegrini, nelle diverse lingue, anche alcuni testi e sussidi per celebrare pienamente il Sacramento della riconciliazione.

La preghiera dei malati a Santa Maria Maggiore

Oltre duecento persone tra cui gruppi di malati dell’Unitalsi e della diocesi di Roma, medici, infermieri e volontari della Croce Rossa, si sono raccolte nella Basilica Liberiana il 25 gennaio scorso per prendere parte al primo Incontro mensile con la “Preghiera dei malati” nella Basilica di Santa Maria Maggiore, promosso dal Pontificio Consiglio per la pastorale della salute. “Unito a chi soffre c’è sempre Gesù che porta la croce con noi” ha detto all’omelia il Cardinale Carlo Furno, Arciprete della Basilica Liberiana. “Nessuno può dirsi escluso dal Giubileo - ha affermato l’arcivescovo Crescenzio Sepe, segretario del Comitato Centrale del Grande Giubileo, che ha partecipato al rito – e men che mai dovranno sentirsi tali i malati ed i sofferenti. Essi non soltanto vivono il Giubileo come tutte le altre categorie ma ne sono i testimoni migliori”. Come hanno animato questo primo appuntamento i malati italiani, così nei prossimi mesi ad ogni incontro parteciperanno gruppi di pellegrini stranieri. Il prossimo appuntamento è previsto l’ultimo martedì di marzo ed è dedicato in particolare ai malati dell’Europa centrale. Ad aprile è prevista  la presenza degli infermi dell’Europa occidentale e nei mesi successivi quelli dell’America Latina e delle Antille, dell’Usa e Canada, del Medio Oriente, dell’Asia, del Nord-Africa e dell’Africa subsahariana. Il 26 dicembre infine saranno presenti gli ammalati dell’Oceania.

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