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Il “Tesoro di Cristo”

Nella Bolla Unigenitus Dei Filius di Clemente VI

A cura di Dario Busolini

Clemente vescovo, servo dei servi di Dio, A perenne memoria dell’evento. L’Unigenito Figlio di Dio... ci riscattò non con oro e argento corruttibili, ma con il prezioso sangue di se stesso Agnello senza difetti e senza macchia [cf. I Pt 1,18], che immolato innocente a nostro favore sull’altare della croce, sappiamo che non ha effuso una modesta goccia di sangue - la quale tuttavia a motivo dell’unione con il Verbo sarebbe bastata a redimere tutto il genere umano -, ma [versò il suo sangue] copiosamente a guisa di un vero e proprio profluvio, così che dalla pianta dei piedi fino al vertice del capo non si trovava in lui nulla di sano [cf. Is 1,6]. Da allora, quindi, affinché non fosse resa inutile, inefficace o superflua la pietà di così copiosa effusione, volendo il buon Padre accumulare tesori per i suoi figli, acquistò alla chiesa militante un tesoro quanto mai grande, affinché ci sia così un tesoro infinito per gli uomini, mediante il quale coloro che ne fanno uso divengono partecipi dell’amicizia di Dio [cf. Sap 7,14]. Questo tesoro, poi, non [fu] riposto in un fazzoletto [cf. Lc 19,20], non nascosto in un campo [cf. Mt 13,44], ma lo offrì perché venisse salutarmente distribuito ai fedeli attraverso il beato Pietro, clavigero del cielo, e i successori di lui, suoi vicari in terra e che con misericordia fosse applicato, per cause particolari e ragionevoli, ora per una totale, ora per una parziale remissione della pena temporale dovuta per i peccati, tanto in modo generale quanto in modo speciale (secondo che essi stimassero conveniente davanti a Dio), a favore di coloro che veramente sono pentiti e si sono confessati. In verità si riconosce che contribuiscono al cumulo di questo tesoro i meriti della beata Genitrice di Dio e di tutti gli eletti, dal primo giusto fino all’ultimo, e circa il suo esaurimento o la sua diminuzione non c’è assolutamente da temere, sia per i meriti infiniti di Cristo (come è stato detto prima), sia per il fatto che quante più persone mediante la sua applicazione vengono portate alla giustizia, tanto più cresce il cumulo degli stessi meriti.

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