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IL GIORNALE DEL PELLEGRINO

Anno II - Numero 2

Giubileo è il nuovo nome della speranza

+ Crescenzio Sepe

Nel vocabolario del millennio appena iniziato il Giubileo è il nuovo nome che traduce speranza. E’ una riflessione che viene spontanea avendo ancora negli occhi e nel cuore l’immagine e l’emozione dell’apertura della Porta Santa nella notte di Natale a San Pietro e l’indelebile impronta di tenerezza e di gioia che una moltitudine di bambini e ragazzi, incontrando il Papa, ha lasciato sui primi passi dell’Anno Santo. Momenti di straordinaria intensità accanto a toni di festa, in un’alternanza che non crea contraddizione poiché la vita del Giubileo non ha niente di artificiale. E’ una vita scandita dai molti e diversi segni di una speranza che si fa largo da ogni parte e che nella preghiera trova il suo respiro più profondo. Si: la preghiera, perché di questa vive infine il Giubileo che conclude ogni sua giornata radunando a sera i pellegrini in piazza San Pietro per un grazie comune da rendere al Signore. Se il Giubileo è il nuovo nome della speranza è perché l’Anno Santo non sta inseguendo altri obiettivi se non quello di esprimere pienamente la propria essenza di evento religioso e spirituale. Siamo ben lontani dai tempi di un bilancio (semmai sarà possibile tracciare il consuntivo di un evento di fede) ma ciò che sta accadendo, e il modo in cui il Giubileo si manifesta, porta allo scoperto le ricchezze accumulate nel lungo cammino di preparazione, scandito dalla Tertio Millennio adveniente. Le moltitudini che, a cominciare da quella di San Pietro, in tutti gli angoli del mondo varcano i luoghi giubilari, non sono folle indistinte, ma uomini e donne in cammino di fede o di ricerca, e che sentono forte il richiamo di questo straordinario anno di grazia che fa memoria del mistero dell’Incarnazione di Cristo. Un anno, anzi un nuovo millennio, scandito dal tenerissimo augurio che il Santo Padre ha indirizzato, allo scoccare della mezzanotte dalla finestra di Piazza San Pietro, ponendo ancora una volta al centro del messaggio una porta. “Mi piacerebbe – ha detto – bussare alla porta delle vostre case per dirvi: Buon anno”. In realtà alle porte di tutta la famiglia umana Giovanni Paolo II ha bussato giorno per giorno, e in questo Anno Santo continua a farlo in modo commovente e incessante, rendendo sempre attuale quell’invocazione gridata al mondo all’inizio del magistero: “Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo”. Con le porte sante, attraverso le quali passa il cammino di conversione, il Giubileo prolunga ora in ogni angolo della terra la bellezza e l’ansia dell’incontro con Cristo Salvatore. Il Giubileo è, nella sua essenza, nient’altro che questo incontro. Nient’altro che questa porta, aperta per tutta l’umanità.

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