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Il momento per un grazie: la Preghiera serale in Piazza San Pietro

Dario Busolini

Un momento per dire grazie al termine della propria giornata insieme a tanti fratelli e sorelle arrivati a Roma per il Giubileo. Grazie a Dio per aver appena iniziato, o terminato, il pellegrinaggio nella Città Eterna, oltrepassato la soglia della Porta Santa, ascoltato la Parola del Santo Padre, pregato sulle tombe dei martiri, essersi riconciliati con il Signore e con il prossimo o magari, se romani, aver concluso serenamente un giorno  di lavoro o di festa. Questo vuol essere la Preghiera serale in Piazza San Pietro – una delle “novità” dell’Anno Santo - inaugurata dal Segretario del Comitato Centrale del Grande Giubileo del 2000, Mons. Crescenzio Sepe, alle 19 di Domenica 26 dicembre. Il semplice volantino plurilingue della preghiera (contiene alcune invocazioni, il Credo e il Padre Nostro in latino ed il testo dell’Inno del Grande Giubileo) rivela l’essenzialità di questa piccola ma significativa celebrazione quotidiana, volutamente  semplice. In raccoglimento, i pellegrini  ascoltano l’invito alla lode, la lettura del Vangelo del giorno con un breve commento del vescovo celebrante, cantano il Credo ed il Pater e recitano alcune intenzioni di preghiera ed un’antifona mariana. La meditazione di Mons. Sepe invitava tutti ad elevare il cuore, riempito dalla Grazia di Dio, al Signore, ringraziandolo per il felice avvio del Giubileo e per i tanti doni fatti ad ognuno di noi “facendoci vedere qui, insieme con tanti fratelli venuti da ogni parte del mondo, un nuovo cielo e una nuova terra”. Mons. Sepe ha poi ricordato come ognuno, davanti alla Porta Santa, abbia portato le sue gioie ed i suoi dolori, le speranze e le sofferenze, per offrirli al Signore, consapevole che “al termine della prima giornata del Giubileo, davanti alla tomba di Pietro, il pensiero non può essere che quello del ringraziamento e della lode”. La preghiera serale del 1 gennaio 2000  è stata presieduta dal Presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo, il Cardinale Roger Etchegaray,  che ha imperniato la sua meditazione sul senso cristiano del tempo, all’inizio di un nuovo millennio: “Per noi cristiani, il giorno della nascita di Gesù ha significato l’arrivo della pienezza dei tempi. Sicché ognuno può dire: io sono contemporaneo al Cristo di ieri, di oggi e di sempre” e, ricordando che questo Capodanno coincide con l’Anno Santo, ha spiegato che “la gioia suprema nasce dal perdono ricevuto da Dio e dato ai nostri fratelli. Ecco il vero Giubileo!” Il 3 gennaio la preghiera è stata guidata da Mons. Francisco José Cox. A presiedere un incontro particolarmente partecipato è stato successivamente l’Arcivescovo Mons. Giovan Battista Re, Sostituto della Segreteria di Stato. Al termine dell’incontro di preghiera la benedizione del Papa, trasmessa dalla Radio Vaticana, sottolinea  il senso di comunione spirituale con il Santo Padre e con la Chiesa universale dell’orazione comunitaria.
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