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«Siamo qui per vivere la spiritualità giubilare»
Laura Galimberti
Un unico abbraccio festoso, sottolineato dai cappellini bianchi e gialli sventolati al suo arrivo, ha accolto il Santo Padre, sabato 6 maggio, in Piazza S. Pietro: 12 mila i fedeli presenti della Diocesi di Arezzo e oltre ottomila quelli provenienti dalla Diocesi di Fiesole che, guidati dai loro vescovi, hanno salutato con sincera commozione il Papa, al termine del pellegrinaggio giubilare alla tomba di Pietro. ÂCÂè stata da parte delle comunità una risposta generosa e pronta ha sottolineato Mons. Gualtiero Basetti vescovo della diocesi di Arezzo, Cortona, S. Sepolcro, aggiungendo nel suo discorso di saluto un particolare ringraziamento al Papa per il dono di grazia costituito dal Grande Giubileo. ÂSiamo venuti per varcare la porta santa, che sta a significare Gesù Cristo nostro unico Salvatore ha aggiunto Âper chiedere perdono dei nostri peccati, per purificarci nel profondo del cuore e ricevere il dono dellÂindulgenza giubilare. Siamo venuti per esprimere il nostro affetto nei confronti di vostra Santità, fondamento visibile dellÂunità e della comunione della ChiesaÂ. A loro il Santo Padre ha rivolto parole di incoraggiamento a proseguire sulla strada del Vangelo, con grande attenzione ai concreti segni della carità Âcosì che la Chiesa, corpo ben compaginato, risplenda nel mondo come primizia della misericordia e dellÂamore salvifico di Dio per tutta lÂumanitàÂ. Questo lo spirito che ha indicato per affrontare e risolvere le sfide che si porranno, quali ad esempio la pastorale vocazionale, la formazione permanente nelle parrocchie e nelle associazioni, il dialogo ecumenico e interreligioso, il sostegno dei numerosi sacerdoti anziani e la progettazione del nuovo piano pastorale diocesano. Anche il vescovo di Fiesole Mons. Giovannetti nel suo saluto al pontefice ha espresso il vivo desiderio di proseguire con impegno sulla strada della conversione del cuore e della vita Âaffinché si possa realizzare costantemente lÂincontro con il viventeÂ. Questo il senso di tutto il cammino di preparazione e dei grandi pellegrinaggi che hanno coinvolto la Diocesi in Terra Santa prima e a Fatima poi. ÂCi siamo messi in viaggio ha aggiunto Âper vedere Pietro e così essere confortati e confermati nella fede. Da questa sosta di grazia attingeremo lÂamore e il coraggio per continuare il nostro cammino e per annunciare con rinnovato fervore che Gesù Cristo e solamente Gesù Cristo è il SignoreÂ. Il Papa nel suo saluto ha esortato ognuno dei presenti a proseguire con coraggio nel cammino di una convinta testimonianza cristiana nei luoghi in cui la Provvidenza pone ogni uomo, attingendo costantemente alla sorgente della vita interiore, lÂEucarestia, attorno alla quale Âsi rinsaldano e si rinnovano le persone, le famiglie, le parrocchie, le associazioniÂ. Tra i pellegrini presenti sabato anche lÂAssociazione diocesana Insieme, giunta dalla diocesi di Nuoro dopo un intenso pellegrinaggio compiuto da Vitorchiano a Cascia sulle orme di Santa Rita. In tutto 250 pellegrini tra cui 20 volontari, sacerdoti, dottori, molte infermiere e i tanti malati da loro assistiti. Molti i bambini presenti: lÂistituto Sacro Cuore di Trinità dei monti ha promosso un incontro dei bambini romani con le classi di Torino, Genova e Carvico. Così in 120 sono giunti a Piazza San Pietro per vivere insieme il giubileo, in clima familiare, dopo una preparazione ben. Presente numerosa anche la scuola media ÂRogasi di Pozzallo e la scuola materna ed elementare ÂMons. Mosé Mascolo guidata dalle suore Gerardine di SantÂAntonio Abate, della Diocesi di Castellammare con bambini, insegnanti e genitori. Tra le parrocchie presenti comunità da Arosio, Fabriago, Palazzolo sullÂOglio, pellegrini da Castelvetrano, il Gruppo della ÂSocietà del Vangelo dellÂAntoniano di Bologna e quello dellÂUNITALSI di Pesaro. Il Card. Virgilio Noé, Arciprete della Pariarcale Basilica Vaticana e Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, che ha presieduto la S. Messa ha esortato tutti i convenuti ad ispirarsi profondamente allo stile di vita delle prime comunità cristiane per realizzare quella situazione di paradiso anticipato nellÂessere Âun cuore solo e unÂanima solaÂ.
In modo particolare rivolto ai laici li ha esortati a moltiplicare la presenza dei sacerdoti, a prolungare le loro braccia e rendere più attive le loro mani per divenire realmente discepoli del Signore Gesù, sullÂesempio di S. Caterina da Siena.
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