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  La Porta Santa segno dell’Unità

David Murgia

Ecumenismo e arte. Un binomio che caratterizza la Basilica di San Paolo Fuori le mura, il Tempio dedicato all’Apostolo “delle genti”, dove lo scorso 30 giugno è stata benedetta la nuova Porta Santa, simbolo dello spirito ecumenico. La cerimonia è stata presieduta dal Cardinale Roger Etchegaray, Presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo. La nuova Porta Santa sostituisce la porta in legno aperta dal Santo Padre il 18 gennaio scorso, in occasione dell’apertura della 33ma Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dove parteciparono rappresentanze delle Chiese ortodosse, protestanti, anglicane. “Una porta - ha sottolineato il Cardinale durante la cerimonia - apre sempre i suoi due lati, sulla strada e sulla casa. La porta appartiene ai due lati. Così Cristo: totalmente Dio, totalmente uomo. Egli fa l’unione tra le due parti”. La nuova Porta è opera dello scultore Enrico Manfrini. Oltre alla sostituzione della Porta Santa, il Tempio Paolino ha visto altri restauri che hanno riguardato il portico gregoriano che si apre sulla testata nord del transetto, il soffitto a lacunari dorati e la facciata interna del pronao. “Dobbiamo - ha sollecitato il Card. Etchegaray - aprire al Signore la nostra porta interiore. Anche noi siamo la porta, la porta attraverso la quale Gesù viene a farci visita. Dipende da noi aprirla o tenerla chiusa. Ma la Porta Santa del Giubileo ci insegna che la vera porta è Gesù, è lui che ha la chiave della nostra porta, è lui che apre la porta del nostro cuore, con la sua grazia, con la sua misericordia”. La nuova Porta Santa è divisa in tre momenti salienti, sviluppati su tre fasce: quella bassa riguarda il Cristo, sullo sfondo c’è l’Arca della salvezza, l’umanità che va a Lui, immolato sulla croce con Maria. La fascia centrale è invece dedicata allo Spirito Santo e alla Pentecoste e al martirio di Paolo. Infine, nella fascia superiore, è rappresentata la misericordia di Dio Padre, con la resurrezione di Cristo, illustrata dalle parabole del Figliol prodigo e del Buon Samaritano. Resta al suo posto la Porta bizantina, che una volta costituiva l’ingresso principale della Basilica, realizzata a Costantinopoli nel 1070 da due artisti, come testimonianza dell’unità culturale tra i cristiani d’Occidente e d’Oriente.
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