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La sofferenza parla un linguaggio universale

Sergio Pintor

Con rappresentanze dei diversi Continenti sono confluite a Roma decine di migliaia di persone, sia ammalati, sia operatori professionali e volontari nel campo della salute, per celebrare il Giubileo dei malati e degli operatori della sanità, in coincidenza con l’VIII Giornata Mondiale del Malato.  Tale giornata è stata istituita da Giovanni Paolo II per sensibilizzare le comunità cristiane e le società civili a una particolare attenzione e impegno nei confronti della cura dei malati e dei sofferenti in ogni parte del mondo, e per illuminare alla luce della fede in Gesù Cristo risorto sia la sofferenza come il servizio di carità di coloro che del malato sono chiamati a prendersi cura. La celebrazione ha costituito e costituirà senza dubbio uno dei momenti più particolari e intensi dell’anno giubilare, per la ricchezza di significati e di valori evangelici che il giubileo dei malati e degli operatori ha lasciato trasparire. Al centro l’incontro con il Papa, nella piazza di San Pietro, per la celebrazione eucaristica nella mattinata del giorno 11. Giovanni Paolo II – testimone egli stesso di sofferenza  e insieme annunciatore instancabile e testimone autorevole della speranza pasquale – ha espresso la sua intima partecipazione all’evento. Sostanzialmente la riflessione del Papa nell’omelia ha presentato il mistero dell’incarnazione come visita e comunione di Dio con noi, per portare luce e salvezza in tutta la realtà umana. Gesù Cristo è “la porta della vita” in cui tutti siamo invitati a passare per trovare il senso della lotta verso la malattia e la sofferenza, ma anche per trovare il senso della sofferenza redenta da Cristo, il Redentore sofferente e risorto. All’interno della celebrazione eucaristica - particolarmente commovente il momento in cui il Papa ha amministrato il Sacramento dell’Unzione degli Infermi ad alcuni ammalati - come attuazione dei gesti terapeutici e salvifici di Gesù, presente e operante come risorto nel suo Spirito attraverso i sacramenti della Chiesa. Al termine della messa il Papa, accompagnato da S.E. J. Lozano Barragán, Presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute, ha fatto un lunghissimo giro in macchina in mezzo ai malati nella piazza benedicendoli: sembrava non volesse staccarsi da loro. Una celebrazione – quella giubilare dell’VIII Giornata Mondiale del Malato – dal valore fortemente simbolico e universale: non solo a Roma, ma in tutte le diocesi del mondo, nei tanti santuari mariani, in moltissime strutture sanitarie nel territorio dove i malati vivono, tutte le comunità cristiane erano invitate a riunirsi attorno e con i malati e i sofferenti per celebrare e meglio rendere ragione della speranza e della carità di Dio a loro date. Una celebrazione giubilare quindi, carica di interiorità e di amore alla vita, di fraternità e di servizio, di appelli a una conversione personale e comunitaria, di testimonianze di fede.

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