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La porta dell’arte introduce a Dio

“Anche gli artisti sono invitati ad entrare in domestico servizio di Dio con fede profonda al fine di ispirare tra i popoli tolleranza e fratellanza”. Così la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa spiega le finalità del Giubileo degli Artisti. Come già fece il Concilio Vaticano II, il Giubileo del 2000 propone agli artisti un percorso “per ritemprare le motivazioni spirituali che hanno fatto grande l’arte di ispirazione cristiana… un momento di affrancamento spirituale e di impegno ecclesiale per ritrovare il ‘parametro interiore’ della propria arte… dando alla bellezza delle opere il valore di segno della progressiva ricapitolazione in Cristo di tutte le cose” per arricchire l’universalità della Chiesa con “il colore dei popoli del mondo nei loro molteplici carismi artistici e spirituali”. La Chiesa di oggi, come ha scritto Giovanni Paolo II nella Lettera agli Artisti del 4 aprile 1999, cerca il dialogo con gli artisti e apprezza le loro opere per proseguire, con il linguaggio della bellezza, “l’opera missionaria di inculturazione della fede nel mondo contemporaneo… poiché quando un’opera è bella sempre apre verso la divina trascendenza”.  Tutti gli artisti “sono invitati a tenere ancora aperta, a riaprire, ad aprire per la prima volta la porta che introduce alla presenza di Dio. Le vie per raggiungere il Signore sono tante quante le singole coscienze e le vie per esprimerlo in forme sensibili sono affidate al genio dei singoli artisti che albergano in ogni generazione… Arte e religione possono dunque coniugarsi per portare la speranza all’umanità attraverso un unico afflato spirituale, dove il sensibile s’incontra con l’inesprimibile divino”.

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