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Un prezioso servizio alla comunità

Laura Galimberti

E’ uno dei gradi gerarchici dell’Ordine sacro, che affonda le sue radici nell’esperienza della Chiesa primitiva e ha solido fondamento nei dati del Nuovo Testamento. Ha conosciuto una splendida fioritura nei primi secoli ed è stato restaurato come “ ministero permanente ” dal Concilio Vaticano II. “ Ai diaconi sono imposte le mani non per il sacerdozio, ma per il ministero. Infatti, sostenuti dalla grazia sacramentale, nel ministero della liturgia, della predicazione e della Carità servono il popolo di Dio, in comunione col Vescovo e con il presbiterio” (Lumen Gentium, 29).

Chi sono

I diaconi permanenti sono nella maggior parte dei casi, padri di famiglia o comunque uomini coniugati che, nella maturità del matrimonio decidono di rispondere ad una speciale vocazione che li destina a diventare ministri ordinati della Chiesa ricevendo, con il consenso della moglie e dopo un periodo di preparazione della durata minima di quattro anni presso un’Istituto di Scienze Religiose, il sacro ordine del diaconato che insieme al presbiterato e all’episcopato, costituiscono il Sacerdozio Ministeriale della Chiesa.

I compiti

E’ ufficio del diacono amministrare solennemente il battesimo, conservare e distribuire l’Eucarestia, in nome della Chiesa assistere e benedire il matrimonio, portare il Viatico ai moribondi, leggere la S. Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali, presiedere al rito funebre e della sepoltura ”. (Lumen Gentium, n.29)

I diaconi nel mondo

In costante crescita nel corso degli anni i diaconi sono passati da 200 nel 1969 a oltre 24 mila nel 1997, di cui oltre 16 mila in America e circa 7 in Europa.

La testimonianza

Angiolo Farneti Diacono della Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli e Pergola (PS) 53 anni, coniugato con 4 figli è diacono da 10 anni : lavora come biologo in una società di ingegneria ambientale.

Come ha maturato la decisione di diventare diacono?

“ Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi ” dice Gesù ai suoi discepoli. Vale anche per i diaconi, ed io mi sono sentito chiamato dalla Chiesa, attraverso i suoi pastori, mentre ero da anni impegnato nello Scoutismo e nell’Azione Cattolica Diocesana.

Ho risposto sì, perché mi sentivo amato e perdonato da Dio, perché Lui aveva salvato dal non senso la mia vita e da una crisi il mio matrimonio, perché amavo la sua Chiesa e sentivo che aveva bisogno di rinnovamento, perché avevo sperimentato la gioia nel servizio.

Come concilia il suo servizio a tempo pieno nella Chiesa con gli impegni verso la famiglia, il lavoro, i figli?

Sono uno solo, anima e corpo, lavoratore, padre, marito, figlio, diacono permanente e considero l’apostolato tutta la mia vita, non le varie attività.

Certo è sempre presente il rischio di non trovare il giusto  equilibrio dando corpo a  tensioni, fatiche ed omissioni, ma cerco di non dimenticare la promessa di Gesù : “ Cercate prima il regno di Dio e il resto vi sarà dato in abbondanza ” vivendo in primo luogo in comunione con moglie e figli.

Come si svolge concretamente la sua missione?

Sono impegnato sia nella parrocchia in cui risiedo, sia in Diocesi e nella Commissione regionale. In parrocchia seguo la formazione dei catechisti, la catechesi pre-battesimale, il centro di ascolto Caritas, l’adorazione eucaristica e la benedizione annuale delle famiglie, mentre a livello diocesano seguo la scuola di teologia per i ministeri, la formazione permanente dei diaconi. Collaboro poi con l’ufficio famiglia e con il consultorio familiare di ispirazione cristiana, mentre periodicamente porto la comunione ai malati dell’ospedale e testimonianza nelle parrocchie.

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