Jubilee 2000 Search
back
riga

La Chiesa Maronita rimanda al tempo degli Apostoli

Dario Busolini

Dal Monte Libano al Monte Esquilino. Le montagne sono l’ambiente di vita ed il simbolo dei fedeli di rito Siro-Antiocheno Maronita, che rappresentano con continuità sin dal tempo degli Apostoli –nonostante le persecuzioni e le guerre di cui sono stati vittime- una preziosa testimonianza di cristianesimo in regioni ora quasi completamente islamizzate. Una folta comunità di questi cattolici del Medio Oriente ha celebrato, secondo la propria antichissima e suggestiva liturgia, il 9 febbraio a Roma, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, la Messa per il Giubileo dell’Anno 2000 in occasione della festa del fondatore dei Maroniti, San Marone, presieduta dal Patriarca Maronita di Antiochia e di tutto l’Oriente Cardinale Nasrallah Boutros Sfeir alla presenza di numerosi sacerdoti, vescovi e cardinali, tra cui il Presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo del 2000 Cardinale Roger Etchegaray e il Segretario generale Mons. Crescenzio Sepe.  Sua Beatitudine Sfeir, nell’omelia, ha ricordato la spiritualità di San Marone e i profondi legami storici e teologici tra la Chiesa Maronita e quella di Roma, insieme con i tanti segni di attenzione alle tormentate vicende del popolo libanese sempre dimostrati da Giovanni Paolo II. Pregando perché tutti i Maroniti possano trarre dal Giubileo “rinnovamento spirituale, riconciliazione fraterna, fiducia in noi stessi e nel prossimo, perdono totale delle offese, collaborazione sincera tra tutti i cittadini”.  Vivissima è la devozione dei Maroniti per la Madonna, come ha commentato al termine della funzione –il primo appuntamento del ciclo di celebrazioni in rito orientale che punteggiano il calendario del Giubileo- il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali Cardinale Achille Silvestrini: “La Madre di Dio ha nell’Oriente cristiano un ruolo di assoluto privilegio. Per questo il Giubileo di Cristo diventa, tramite il legame con la Terra Santa espresso da questa celebrazione, anche il Giubileo di Maria. La Chiesa di Roma accetta di gran cuore questa viva testimonianza di Cristo che la rinfranca e arricchisce di un nuovo segno del suo profondo legame con l’Oriente”. Dopo la Messa, il Patriarca ha inaugurato il ristrutturato Pontificio Collegio Maronita, in Via di Porta Pinciana ed il giorno dopo, insieme con molti fedeli Maroniti, è stato ricevuto in udienza dal Santo Padre. Il Papa ha augurato “all’amata terra del Libano” di restare fedele alla sua vocazione di “luogo in cui i cristiani possano vivere in pace e in fraternità con i seguaci di altre credenze e in cui siano capaci di promuovere un simile spirito di convivialità”, promettendo loro di essere “accanto a voi come un padre e un fratello in questo periodo in cui l’intolleranza porta a volte a ravvivare i fantasmi dell’odio che vorremmo vedere scomparire per sempre”.

top