Jubilee 2000 Search
back
riga

Appunti di viaggio

Le intuizioni di La Pira

Vittorio Citterich

Lo svolgimento del Grande Giubileo, con il succedersi dei suoi singoli momenti forti, mi fa pensare a Giorgio La Pira (1904-1977), il professore che, con la sua limpida fede cristiana fatta di amore e di speranza, ha accompagnato ed ancora accompagna la mia vita. Lo chiamavano il sindaco santo di Firenze, ha avuto un ruolo importante nella politica italiana, ha abbattuto mura che sembravano invalicabili e costruito ponti che sembravano impossibili sulla scena mondiale del suo tempo. Era un uomo contemplativo, di quotidiana e profonda preghiera, e, insieme, un cristiano di straordinarie intuizioni ed azioni politiche. Capì che l’epoca nucleare e spaziale era un “crinale apocalittico” che imponeva una scelta fra suicidio globale e pace millenaria. Dal sentiero di Isaia – diceva – vanno tolte le pietre di inciampo. Sul finire degli anni cinquanta andò al Cremino, da Krusciov, per dirgli di togliere di mezzo la pietra di inciampo dell’ateismo comunista, se veramente voleva la pace, perché le radici cristiane della Russia e delle nazioni oppresse erano destinate a rifiorire certamente. E portò a Mosca, per conferma, l’immagine della Madonna di Fatima. Cercava ostinatamente, in quegli stessi anni di feroci dicotomie, di promuovere un dialogo fra arabi ed ebrei in conflitto, indicando la necessità della “pace di Abramo”. I realisti del tempo osservavano che l’intenzione era buona però si trattava più di poesia che di politica. Non dimenticate che i poeti possiedono l’intuizione, replicava La Pira. Infatti, l’ateismo sovietico è caduto, come le mura di Gerico munite e chiuse. La pace di Abramo avanza, nonostante tutto. Non dimentichiamo.

Bambini, suore e poeti        

Giorgio La Pira, uomo politico di responsabilità, aveva una fitta corrispondenza con le suore di clausura di tutto il mondo. Chiedeva di pregare per le azioni che doveva compiere e a favore della pace e dei poveri, nelle situazioni complesse del mondo, confidava speranza, difficoltà, progetti. “Voi avete le bombe atomiche, io ho la bomba della preghiera delle claustrali del mondo” disse al Cremlino, spiegando agli scettici o sbalorditi interlocutori politici che, per capire e costruire il futuro, si deve attingere energia dai bambini, dai contemplativi e dagli artisti. Perché – diceva – bambini, contemplativi ed artisti hanno uno sguardo più pulito e libero sulle cose del mondo e della storia e vedono più lontano di taluni esperti che sono troppo condizionati, a volte dalla loro stessa perizia. I primi passi del Grande Giubileo dono segnati dal giubileo dei bambini, dal giubileo dei religiosi, dal giubileo degli artisti. In altre parole è un modo per attingere energia dagli sguardi puliti dell’infanzia, della contemplazione e della poesia. Ho la certezza interiore che da “quel giorno unico e benedetto che non conosce tramonti” il Servo di Dio Giorgio La Pira ci dà lietamente una mano per comprendere meglio il viaggio che stia compiendo.
top