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La preghiera anima del Giubileo

+ Crescenzio Sepe

“I cristiani sono dappertutto in cammino, sia come singoli che come popolo di Dio”. Le parole del Santo Padre, pronunciate con il cuore ancora colmo di gioia per il pellegrinaggio nella terra del Vangelo, consentono di capire la realtà più autentica di questo primo tratto di strada dell’Anno Santo. In quelle parole si trova la conferma più alta e autorevole che il Giubileo è sulla buona strada, ossia è sulla sua strada, l’unica percorribile, quella della preghiera, della riflessione, della condivisione. Il Giubileo è vivo e vitale, è un grande evento che sta esprimendo pienamente la propria autenticità. Ad oltre tre mesi dall’apertura della Porta Santa, e nel tempo della Pasqua di Resurrezione che è il momento “forte” dell’anno giubilare, si tratta non tanto di tracciare un bilancio, quanto di riflettere su un avvenimento che nel suo svolgimento si alimenta della stessa vita della Chiesa. Il nostro cammino è stato orientato in ogni momento dal piano di lavoro tracciato dal Papa nella Tertio Millennio Adveniente. Lungo questa strada sono emerse e continuano ad emergere, direi in maniera naturale e spontanea, alcune nuove iniziative, che rispondono con fantasia e tempestività alle esigenze che i fedeli e gli stessi pellegrini manifestano.Un chiaro esempio di questa “creatività della fede” sono le iniziative di carità, che si stanno moltiplicando. Ho detto più volte che senza carità il Giubileo è morto, così come la fede senza opere è un albero senza frutti. I duecento senza fissa dimora che, nel prossimo giugno, siederanno alla mensa del Papa sono una significativa rappresentanza di tutti i poveri per i quali il Giubileo ha aperto, anzi spalancato, il proprio cuore di carità. Il pellegrinaggio giubilare del Papa ha incarnato al meglio il vero senso religioso del Grande Giubileo del 2000. Ma sono i pellegrini venuti a Roma a partire da quel 24 dicembre 1999 ad aver fornito uno spaccato di umanità viva e vitale. Ogni evento giubilare, nessuno escluso, ha registrato finora un numero di presenze superiore al previsto. Grazie alla presenza di tanti uomini e donne, giovani e adulti, sani e malati, il Giubileo è diventato movimento di popolo in preghiera, processione orante lungo un itinerario di conversione e di riconciliazione. Lo testimonia anche il successo della preghiera serale, appuntamento che raduna il popolo dei pellegrini dando respiro vitale al Giubileo. In Piazza San Pietro la preghiera è di casa; siamo in casa della preghiera. E la strada della preghiera apre tutte le altre: quella della carità, della conversione, della solidarietà. Celebriamo dunque in letizia la Pasqua del Signore, che è morto e risorto per la nostra salvezza. Con la Pasqua l’Anno Santo bimillenario dell’Incarnazione entra più che mai nel vivo e si conferma, sempre più, un grande evento spirituale.

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