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  Preghiera e Carità, i due polmoni del Giubileo

Dario Busolini

Il Giubileo è uno straordinario mosaico di persone e di eventi. Ma, che si guardi alle varie iniziative delle Chiese locali, di quelle di Roma e della Terra Santa, o ai pellegrini ed ai pellegrinaggi, alle celebrazioni liturgiche od ai viaggi del Papa, da ogni tessera della composizione traspare un comune colore di fondo. Quasi un doppio denominatore comune: la preghiera e la carità. Questi due elementi, come due polmoni, assicurano il respiro spirituale dell’ Anno Santo che per mezzo loro, come è già avvenuto nei Giubilei del passato, esprime pienamente la sua realtà di invito religioso ed interiore all’incontro con Cristo, rivolto alle coscienze degli uomini e delle donne di questo inizio di millennio, credenti o meno. La preghiera: innanzitutto è una lode e un ringraziamento a Dio per quanto Egli ha compiuto a beneficio delle nostre e delle precedenti generazioni. Partendo dal più grande dei doni, quello dell’Incarnazione di Gesù, il Figlio di Dio Salvatore e Signore del tempo e della storia di cui celebriamo, proprio attraverso il Giubileo, il bimillenario della venuta. Dalla lode e dal ringraziamento, poi, scaturiscono l’invocazione e la supplica, secondo le intenzioni personali di ciascuno e quelle, generali, della Chiesa e del Santo Padre. Sigillate, secondo un’espressione del Cardinale Etchegaray, “con l’impegno di conversione della vita, di apertura all’amore del prossimo, di riconciliazione e di pacificazione con tutti”. La carità: Mons. Sepe l’ha definita “la cartina di tornasole” della bontà del Giubileo perché è il segno concreto e visibile di tale volontà di lode e di ringraziamento a Dio, che si esprime in un rinnovato impegno di testimonianza cristiana e di aiuto nei confronti del nostro prossimo, specialmente se povero ed emarginato. Essenziale ed ordinaria in ogni momento della vita della Chiesa, la carità riceve dal Giubileo un impulso ulteriore per radicarsi ancora di più, “qui ed ora”, nell’animo e nelle opere dei credenti, chiamati nell’Anno Santo a portare avanti, rinforzandole, le iniziative di assistenza ed accoglienza già esistenti, e crearne di nuove, rispondendo con entusiasmo all’appello del Papa perché il Grande Giubileo del 2000 sia tale proprio per la carità. La Quaresima ed il tempo di Pasqua, tradizionali “momenti forti” di preghiera e di carità per ogni credente, offrono a pellegrini e non, nell’anno giubilare, ulteriori occasioni per entrare in più profonda sintonia con la spiritualità dell’Anno Santo. Rendendo il Giubileo, giorno dopo giorno, sempre più presente ed operante nella Chiesa e nel mondo.
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