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Coraggioso richiamo per costruire il futuro

Dario Busolini

La novità della Giornata del perdono ha colpito i giornalisti, che il 7 marzo hanno letteralmente affollato la sala stampa della Santa Sede per la presentazione del documento della Commissione Teologica Internazionale “Memoria e Riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato”. E certamente il gesto del Papa “è nuovo”, come ha detto il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e Presidente della Commissione Teologica Internazionale Cardinale Joseph Ratzinger, “ma tuttavia in una profonda continuità con la storia della Chiesa, con la sua autocoscienza, con la sua risposta all’iniziativa di Dio”. Infatti “da sempre” tutti i membri della Chiesa chiedono perdono a Dio dei propri peccati: attraverso la preghiera del confiteor, all’inizio della Messa, la recita dei salmi penitenziali e la lettura degli ammonimenti profetici dell’Apocalisse. Gli ultimi secoli di storia della Chiesa, con la divisione tra cattolici e protestanti e l’avanzare del laicismo, hanno offuscato la realtà della richiesta del perdono, formando uno schieramento di persone pregiudizialmente ostile alla Chiesa, opposto ad un altro totalmente apologetico. Ma oggi, ha proseguito il cardinale, dopo le distruzioni provocate dagli ateismi, “siamo in una situazione nuova, nella quale con maggiore libertà la Chiesa può ritornare alla confessione dei peccati e così invitare gli altri alla loro confessione e quindi ad una profonda riconciliazione”. Tale continuità ecclesiale assicura alla richiesta di perdono una forte carica profetica per il futuro, come ha spiegato il Presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo del 2000 Cardinale Roger Etchegaray: “Se la Chiesa si volge umilmente verso il suo passato è per meglio assumere il proprio presente ed entrare risolutamente nel nuovo millennio. Il “dovere di memoria” incalza il dovere di conversione e di riconciliazione. È tutt’altra cosa che abbeverarsi di processi iconoclasti fatti alla storia. È un richiamo coraggioso ed esigente a costruire il futuro a partire dal tempo presente: né fuga all’indietro, né fuga in avanti. I “mea culpa” ripiegati sul petto servirebbero a poco se non si prolungassero in mani aperte e riparatrici verso i nostri fratelli, se non ci rendessero più avvertiti sulla Chiesa di oggi, mediante un affinamento della coscienza per non ricadere nelle stesse colpe, negli stessi errori, come Giovanni Paolo II ha detto espressamente nella T.M.A.”. Proprio perché la Chiesa chiede da sempre il perdono dei peccati prima di celebrare il sacrificio eucaristico, la “Giornata del perdono” è stata inserita all’interno di una Messa in San Pietro, i cui elementi principali sono stati illustrati dal Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie Mons. Piero Marini. Infine, il Teologo della Casa Pontificia, P. Georges Cottier, si è soffermato sul valore del documento “Memoria e Riconciliazio-ne”, elaborato dalla Commissione proprio per spiegare chiaramente la portata del gesto del Santo Padre. Â“È chiaro che non si tratta di un documento del Magistero. Tuttavia la sua autorità supera in un certo modo quella di ognuno dei suoi membri... infatti i teologi della Commissione non esprimono, nei loro documenti, l’opinione di una particolare scuola, ma quella che considerano essere la dottrina comune della Chiesa. E soprattutto, la pubblicazione è autenticata dall’autorizzazione del suo Presidente, il quale è anche il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che le conferisce una certa autorità senza che diventi con ciò un testo del Magistero”. Alle numerose domande dei giornalisti, ha dato risposta anche il teologo prof. Bruno  Forte, responsabile della sottocommissione incaricata della preparazione del documento.

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