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  La Palma del martirio per il nuovo millennio

David Murgia

È stato con la memoria della testimonianza dei martiri che si è inaugurato un nuovo millennio di santità. Pellegrini e fedeli sono giunti, il 5 marzo scorso, da tutto il mondo per assistere al rito di beatificazione in Piazza San Pietro che ha visto elevare alla gloria degli altari 44 servi di Dio, tra cui due presbiteri e 28 compagni brasiliani; un sacerdote tailandese; 11 suore polacche; due giovani catechisti, uno filippino ed uno del Vietnam. Storico per qualche verso il pellegrinaggio vietnamita per la beatificazione del protomartire Andrea, laico catechista, a cui hanno preso parte ben 2mila fedeli. Alla celebrazione hanno anche partecipato mille brasiliani, 350 tailandesi, 7mila filippini e quasi 5mila bielorussi. Durante il rito Giovanni Paolo II, ricordando lo zelo apostolico dei nuovi martiri, ha sottolineato come “ il sangue dei cattolici indifesi, tra cui bambini, anziani ed intere famiglie, servirà da stimolo per rafforzare la fede delle nuove generazioni”. Con il sacrificio di questi “nuovi testimoni”, il Terzo Millennio si presenta con la palma del martirio e con la prova di fedeltà a Cristo e alla Chiesa. “Questi docili servitori del Vangelo – ha detto il Papa – pur vissuti in momenti storici distanti tra loro ed in contesti culturali molto diversi, sono uniti dalla stessa ed incondizionata fiducia nel Signore, e la medesima e profonda passione per il Vangelo”. Infatti i nuovi beati coprono cronologicamente un arco di tempo molto ampio che va dal XVII secolo al XX secolo. Il Santo Padre ha invitato tutti ad affrontare con coraggio privazioni di ogni genere a pagare con il sangue la propria adesione alla Chiesa a non avere timore della violenza poiché “questa è l’esortazione dei nuovi Beati, rimasti saldi nel loro amore a Dio e ai fratelli pur in mezzo alle prove”.  Il prossimo 9 aprile, sempre in Piazza San Pietro, è prevista l’altro rito di beatificazione. Il Santo Padre scoprirà l’arazzo di altri cinque servi di Dio: Mariano di Gesù Hoyos, Elisabetta Hesselblad, Maria Teresa Chiramel Mankidiyan, Francesco Saverio Seelos, Anna Rosa Gattorno. I nuovi Beati, non sono martiri ma confessori, si sono distinti per aver esercitato la “virtù in grado eroico”, testimoniando con una vita esemplare e con opere di carità, il proprio amore al servizio della Chiesa. Tra i nuovi beati missionari, religiosi e religiose.
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