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Un tentativo di colpo di stato a Roma allÂinizio del Giubileo del 1400
Dario Busolini
Racconta il Gregorovius che Giovanni e Niccolò Colonna di Palestrina, parenti del conte di Fondi e ghibellini di vecchia data, parteggiavano ostinatamente per lÂantipapa di Avignone. Gli scontenti di Roma fecero causa comune con loro; si cospirava per rovesciare il dominio papale e far risorgere lÂantica costituzione aristocratica. Il 15 gennaio 1400 Niccolò Colonna irruppe nottetempo da Porta del Popolo alla testa dei suoi uomini, corse al Campidoglio fra grida di ÂPopolo! Popolo! Morte al tiranno Bonifacio! e diede lÂassalto alla Rocca del senato. Il pontefice si rifugiò in Castel santÂAngelo. Ma in Campidoglio il senatore veneziano Zaccaria Trevisan resistette valorosamente ed il popolo romano non insorse allÂappello dei baroni, suoi antichi oppressori. Sicché il Colonna, deluso, riparò con gravi perdite a Palestrina. Il Papa, allora, scomunicò i Colonna: i loro possedimenti nei pressi di Roma vennero colpiti da interdetto e contro di essi si predicò la crociata. Le milizie di Roma, duemila cavalieri assoldati dal Papa, e i rinforzi inviati dal re di Napoli si coalizzarono sotto il comando unico del condottiero Teobaldo Annibaldi. Molti castelli furono distrutti, ma la forte Palestrina resistette fino allÂinverno. Quando i Colonna riuscirono a stipulare con il pontefice una pace a condizioni stranamente favorevoli: infatti conservarono le loro città e ottennero persino il vicariato di altre. Forse Bonifacio IX non volle inimicarsi una delle più potenti famiglie del suo stato, o forse, dato che si era nellÂanno del Giubileo, volle perdonare i propri nemici. |