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Rassegna stampa Internazionale

Hanno scritto

A cura di Massimo Tarantino

Herald Tribune

L’evento odierno nella Basilica di San Paolo segna la prima volta di un Papa che, per aprire una Porta Santa, viene assistito da due personalità del mondo cristiano non cattolico. Ed è anche l’evento che dà l’avvio alla Settimana per l’Unità, nella quale i leaders cristiani chiederanno l’un l’altro perdono per i peccati commessi in passato contro l’unità religiosa. La remissione dei peccati è un tema centrale del Giubileo, ed è un’idea mutuata dal libro del Levitico nella Bibbia. La cerimonia odierna fa quindi registrare un appianamento nelle relazioni tra Vaticano e altre chiese cristiane; le acque non sono più così agitate come in passato, visto anche lo storico accordo firmato lo scorso ottobre tra Vaticano e Chiesa Luterana sui temi delle indulgenze e del raggiungimento della salvezza. La scelta di San Paolo per iniziare la settimana per l’unità dei cristiani è dovuta al fatto che questa è la chiesa nella quale Papa Giovanni XXIII annunciò nel 1959 la convocazione del Concilio Vaticano II. Forgiata a Costantinopoli nel 1170, la Porta della Basilica, bronzea e alta cinque metri, fornisce un ambiente appropriato all’incontro tra Chiese orientali e occidentali.

18 gennaio 2000, “Opening of Fourth Holy Door to stress Ecumenical Jubilee”

El Pais

Giovanni Paolo II ha aperto l’antica porta bizantina della Basilica di San Paolo circondato dai leaders di ventidue chiese cristiane, con un atto definito dal Vaticano come l’incontro ecumenico più importante della storia dai tempi del Concilio Vaticano II. Il Papa, in buona forma fisica, è apparso allegro anche per la prospettiva di veder concretizzate nel corso dell’anno giubilare le ambizioni ecumeniche dell’attuale pontificato. La presenza dei rappresentanti di ventidue chiese ha dato una rilevanza straordinaria alla cerimonia ecumenica. Era la prima volta che un Papa apriva una Porta Santa aiutato dai leaders di altre confessioni. E’ stata una cerimonia colorita, alla quale i rappresentanti delle altre chiese hanno partecipato con i loro abiti tipici e bastoni di ebano. Terminata la cerimonia il Vaticano ha offerto a sue spese un pranzo.

19 gennaio 2000, “El Papa pide perdon por la division de los cristianos ante 22 lideres religiosos”

Le monde

Nella storia dei Giubilei questa è la prima volta che alcuni rappresentanti delle chiese separate aprono in un stesso gesto di concordia una Porta Santa. E per la prima volta, nella primavera del 1999, la commissione internazionale cattolico-luterana ha redatto un documento (“Il dono dell’autorità”) che presenta l’autorità del vescovo di Roma come “un dono di Dio, utile e auspicabile per tutte le Chiese”.

19 gennaio 2000, “Des chefs d’Eglises exceptionnellement réunis à Rome pour le Jubilé”.

Il Messaggero

Sarà durato solo qualche secondo, ma è stato il palpito di un silenzio che ha trafitto sette secoli di discordie. Tre cristiani hanno dato corpo e anima a un’immagine di Chiesa che molti desideravano da tempo vedere. Senza protocollo e senza ordine di precedenza, fraternamente, sei mani si sono unite per aprire l’ennesima porta sbarrata dal tempo. Abbiamo visto un Pontefice concelebrare con la quasi totalità delle tradizioni cristiane dell’Occidente e dell’Oriente. Fino a pochi anni fa, sarebbe stato un fatto condannato sia dai cattolici sia dai fratelli separati. Nella basilica della Via Ostiense, Giovanni Paolo II ha ancora una volta dimostrato la capacità della Chiesa latina di coniugare le esigenze dell’universalità della sede di Pietro con quelle delle particolarità storiche e sociali delle diverse realtà cristiane.

19 gennaio 2000, “Il Papa in ginocchio con altri capi cristiani” di Filippo Di Giacomo

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