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  A Roma dai 5 continenti

Massimo Tarantino

Pullman privati, treni straordinari, navi, aerei: tutte le variabili del trasporto sono state utilizzate dai pellegrini della Giornata Mondiale della Gioventù per il loro arrivo a Roma, direttamente dai paesi di origine o dalle diocesi italiane che li hanno ospitati tra il 10 e il 14 agosto. Per l’apertura della GMG sono arrivati quasi 700 mila giovani, provenienti da 160 paesi diversi alcuni dei quali mai presenti nei precedenti incontri, e hanno scatenato a Roma una vera e propria festa dell’accoglienza. Innanzitutto hanno trovato a loro disposizione, all’aereoporto e nelle stazioni ferroviarie, punti di accoglienza per i gruppi dove accreditarsi e ricevere i buoni pasto. Nessun problema per il pernottamento: famiglie, comunità parrocchiali, istituti religiosi, ma anche scuole e università, hanno indetto una sorta di gara della disponibilità, tutta giocata nel segno di un caloroso benvenuto ai giovani pellegrini. Tra le grandi strutture che li hanno ospitati risalta per imponenza il Commercity, un centro commerciale sulla Via Portuense “appaltato” a ottomila giovani spagnoli. La parrocchia di Ognissanti sulla Via Appia Nuova, insieme al vicino Istituto S. Filippo Neri, è in assoluto la comunità che ha ospitato più ragazzi (più di 2500 in tutto, dell’opera Don Orione). Tra gli istituti di studio, le porte si sono aperte alla Pontificia Università Lateranense e all’Università Gregoriana, e allo stesso ateneo statale “La Sapienza”. Tra le delegazioni estere, nutrite quelle francesi (40mila presenze), polacche (30 mila), spagnole e, tra i paesi extraeuropei, quelle del Cile (oltre cinquemila giovani), dell’Argentina e del Canada. Meno consistenti numericamente, ma significative per la semplice presenza, le delegazioni dalle Filippine, dalla Terrasanta, da Cuba, per dirne solo alcune. L’accoglienza è stato il tema dominante dell’apertura della GMG. E la prima iniziativa       concreta è stata presa dai parroci romani che, nel corso della Messa dell’Assunta, hanno lavato i piedi di alcuni giovani, compiendo il gesto di Gesù che San Filippo Neri usava ripetere come benvenuto ai pellegrini stanchi dopo un lungo percorso.

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