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L’avventura della santità

 Dalla Catechesi tenuta dal Card. Roger Etchegaray.

…Santi del terzo millennio? Penso che la loro caratteristica principale è di tenere all'essenziale, in una società che è sempre di più una "cianfrusaglia", un mercato delle pulci, dove si può acquistare di tutto, vendere di tutto, a seconda dei gusti, utili o futili di ciascuno di noi. Sì, siamo indotti all'essenziale. In una situazione urgente, si mette al sicuro più il pane che non le stoviglie, si protegge più il motore della macchina che non i coprimozzi, si salva dalle fiamme il neonato più che non il ritratto della nonna. Tenere all'essenziale per la Chiesa, significa tenere alla parola di Dio nel "baccano" creato dalle parole degli uomini. Tra i mestieri che servono l'umanità, i cristiani hanno certo un loro compito a fianco degli altri, ma per il servizio del Vangelo, noi cristiani, siamo gli unici a poter compiere questo servizio, è d'altro canto ciò che gli altri si aspettano da noi. Essere dei “professionisti” e non dei “dilettanti” del Vangelo. Tenere all'essenziale e tenere fino alla fine. La cosa più difficile non è lanciarsi nell'avventura della santità, ma perseverare come in una maratona senza fine, credetelo, parola di un vecchio vescovo, non ansimante in questo terreno spirituale. Seguire Gesù, fino ai piedi della Croce, o meglio seguirlo lungo tutto il suo percorso che è stato fin dall'inizio un cammino di Croce. "Non conosco tra di voi che Gesù" diceva San Paolo, ma aggiungeva immediatamente dopo, come un colpo di artiglio per mostrare la sua vera identità: "E questo Gesù è il Crocifisso"…

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