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Il Giubileo viaggio nella storia, 1725 Anno Santo e Concilio

A cura di Vittorino Grossi

Le controversie politiche e religiose si appianarono in Europa durante il pontificato dei due successori di Clemente XI: Innocenzo XIII (Michelangelo Conti, romano 1721-1724) e Benedetto XIII. Ambedue prepararono e attuarono il Giubileo del 1725, dopo le ultime controversie con i giansenisti che lasciarono come strascico il gruppo dei "convulsionisti" o "spiritati". Si chiamarono così perché alcuni di essi, nel cimitero di S.Medardo sulla tomba del pio diacono giansenista Francesco Paris, si contorcevano entrando in estasi. Innocenzo XIII, essendo morto il 7 marzo del 1724, riuscì solo ad emanare il decreto "In favorem inquilinorum" sul blocco dei fitti (1\1\1723); la Bolla d'indizione, "Redemptor et Dominus noster" del 26/6/1724, la promulgò il suo successore Benedetto XIII dopo un mese dalla sua elezione. Il breve "Salvatoris et Domini nostri" del 28/4/1725 consentì di applicare ai defunti le indulgense sospese durante l'Anno Santo. Benedetto XIII, Pietro Francesco Orsini, era stato eletto cardinale da Clemente X all'età di 23 anni. Avuto l'arcivescovado di Benevento vi si era dedicato interamente, soprattutto durante i terremoti del 1688 e quello del 1702. Il 29 maggio del 1724 entrò in San Pietro come Papa e nella processione del Corpus Domini portò egli stesso a piedi il Santissimo Sacramento, una novità che fu di grande edificazione per la gente. Nella passeggiata quotidiana si recava agli ospedali per visitare gli ammalati con una semplice carrozzella. In una di esse richiamò i sovraintendenti dell'ospedale del Laterano per l'uso di letti non adatti agli ammalati, aiutando così a migliorare la sanità del tempo. Si deve a lui, tra l'altro, il nuovo Ospedale di San Gallicano "destinato a ricevere, come è scritto dal De Novaes (...Storia dei sommi pontefici), tutti quelli poveri che dalla lebbra, dalla tigna e dalla rogna fossero attaccati". Benedetto XIII era un uomo che amava attendere alle funzioni religiose e indisse con inaudito fervore il giubileo del 1725, benché in ritardo a motivo del conclave (la Bolla d'indizione venne pubblicata il 29 giugno e la seconda proclamazione ebbe luogo il 17 dicembre). Durante l'intero Anno Santo si trasferì perciò dal Quirinale al Vaticano per essere facilitato a scendere in san Pietro. Visitava con cura le basiliche viaggiando con modeste carrozze e partecipando alle pratiche per l'indulgenza. Sorse in Roma in quel periodo la prima Confraternita del Sacro Cuore. Fece un certo scalpore l'arrivo all'ospizio della Trinità di 370 schiavi riscattati dai religiosi Mercedari, indicati come "Redemptores". Tutti fecero a gara per offrire loro doni. Il 15 aprile del 1725 inaugurò in San Giovanni in Laterano il Sinodo romano le cui delibere vennero raccolte in 32 capitoli. Esso si chiuse il 29 maggio, anniversario dell'elezione a papa di Benedetto XIII, con una grande procesione dal Laterano a Santa Croce in Geusalemme. Egli provvide ancvhe a creare la commissione "Congregatio seminariorum" per l'erezione dei seminari diocesani. Per l'Anno Santo venne anche aperta la scalinata di Piazza di Spagna per congiungere la piazza con la Chiesa della Santissima Trinità dei Monti. Benedetto XIII abolì la scomunica irrogata da Innocenzo X a coloro che nella Basilica Vaticana fiutavano il tabacco, ma rinnovò la proibizione del gioco del lotto introdotto a Roma dai genovesi. Esso si chiamava anche, dal nome dell'urna in cui si svolgeva l'estrazione, "Gioco del Seminario". Regolarizzato dal 1620, era ritenuto immorale solo nello Stato Pontificio. Si aveva anche il "Lotto della Zitella", detto così perché i numeri erano abbinati al nome di ragazze povere che usufruivano dei proventi vinti. Nel 1863 esistevano in Italia già sei ruote che divennero otto dopo il 1870 con Roma divenuta capitale. Sino al 1737 si facevano solo due o tre estrazioni l'anno, dal 1797 esse salirono fino al numero di 18, quindi divennero prima quindicinali e poi, definitivamente, dal 1871 settimanali. Le prime estrazioni vennero organizzate a Napoli nel 1682, a Torino nel 1699, a Roma nel 1732, a Venezia nel 1734, a Bari e a Firenze nel 1739, a Palermo nel 1799. Benedetto XIII, non dotato di molta capacità politico-amministrativa, non fu fortunato nell'affidare delicati incarichi pontifici a Nicolò Coscia, "l'infame ladron di Benevento", come lo chiamarono, che nominò anche cardinale. "Tutto il denaro, ha lasciato scritto C.L.Montesquieu nel suo "Viaggio in Italia", va a finire a Benevento". Lui diede solo scandali ma poi, alla morte del Papa suo protettore, sotto il pontificato di Clemente XII venne processato e condannato a dieci anni di carcere in Castel Sant'Angelo. Dope tre mesi in cui la Sede pontificia era stata vacante il 29 maggio del 1724 venne eletto Papa il frate domenicano Pier Prancesco Orsini col nome di Benedetto XIII (1724-1730). Egli indisse nel 1725 il diciassettesimo Giubileo tenendo, nello stesso anno, un importante Sinodo provinciale in Laterano che ebbe otto sessioni cui parteciparono diversi vescovi d'Italia. Egli si adoperò anche per alcune canonizzazioni tra le quali quelle dei santi Luigi Gonzaga, Stanislao Kostka, Giovanni della Croce, Giovanni Nepomuceno, Margherita da Cortona.