Lumen Fidei - page 26

26
La forma ecclesiale della fede
22. In questo modo l’esistenza credente diven-
ta esistenza ecclesiale. Quando san Paolo parla ai
cristiani di Roma di quell’unico corpo che tutti i
credenti sono in Cristo, li esorta a non vantarsi;
ognuno deve valutarsi invece « secondo la misura
di fede che Dio gli ha dato » (
Rm
12,3). Il cre-
dente impara a vedere se stesso a partire dalla
fede che professa: la figura di Cristo è lo spec-
chio in cui scopre la propria immagine realizza-
ta. E come Cristo abbraccia in sé tutti i credenti,
che formano il suo corpo, il cristiano comprende
se stesso in questo corpo, in relazione originaria
a Cristo e ai fratelli nella fede. L’immagine del
corpo non vuole ridurre il credente a semplice
parte di un tutto anonimo, a mero elemento di
un grande ingranaggio, ma sottolinea piuttosto
l’unione vitale di Cristo con i credenti e di tutti i
credenti tra loro (cfr
Rm
12,4-5). I cristiani sono
“uno” (cfr
Gal
3,28), senza perdere la loro indivi-
dualità, e nel servizio agli altri ognuno guadagna
fino in fondo il proprio essere. Si capisce allo-
ra perché fuori da questo corpo, da questa unità
della Chiesa in Cristo, da questa Chiesa che —
secondo le parole di Romano Guardini — « è la
portatrice storica dello sguardo plenario di Cristo
sul mondo »,
16
la fede perde la sua “misura”, non
trova più il suo equilibrio, lo spazio necessario
16
Vom Wesen katholischer Weltanschauung
(1923), in:
Un-
terscheidung des Christlichen. Gesammelte Studien 1923-1963
, Mainz
1963, 24.
1...,16,17,18,19,20,21,22,23,24,25 27,28,29,30,31,32,33,34,35,36,...88
Powered by FlippingBook