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UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE
DEL SOMMO PONTEFICE

CONCISTORO PER LA CREAZIONE DEI NUOVI CARDINALI
E
CELEBRAZIONE EUCARISTICA
CON LA CONSEGNA DELL’ANELLO AI NUOVI CARDINALI

 

Per entrambe le celebrazioni

Un tempo di preparazione precede l’inizio delle celebrazioni. Per circa 30 minuti si alterna la lettura di alcuni brani, tratti dalle omelie tenute dal Santo Padre nel Concistoro del 2007 e letti nelle diverse lingue, con l’esecuzione di alcuni mottetti e brani musicali a opera della Cappella Pontificia Sistina.

Vengono usate le trombe d’argento, sia all’inizio delle celebrazioni, all’ingresso in Basilica del Santo Padre, sia all’interno delle celebrazioni (v. testo allegato in calce)

In entrambe le celebrazioni viene dato particolare risalto alla centralità del Crocifisso: per la celebrazione del 20 novembre, non trattandosi della Messa ma di una Liturgia della Parola, il Crocifisso è collocato davanti all’altare della Confessione; per la celebrazione del 21 novembre, invece, il Crocifisso è collocato come di consueto al centro dell’altare papale.

In entrambe le celebrazioni è previsto l’uso della lingua latina, espressione della universalità e cattolicità della Chiesa che si ritrova unita attorno al Vescovo di Roma, insieme ad alcune lingue nazionali, espressione dei luoghi di provenienza dei nuovi Cardinali.

Concistoro per la creazione dei nuovi Cardinali
(Sabato 20 novembre 2010, ore 10.30)

Nella Basilica Vaticana, cuore del mondo cristiano, si rinnova il significativo e solenne evento ecclesiale: il Concistoro ordinario pubblico per la creazione di 24 nuovi Cardinali, con l’imposizione della berretta e l’assegnazione del titolo.

Si tratta di una celebrazione che è segno eloquente di unità cattolica e nella quale si mette in rilievo il compito specifico che i nuovi Cardinali sono chiamati a svolgere: cooperare strettamente con il Successore di Pietro. E’ in questo senso che va compreso l’atto dell’assegnazione del titolo o della diaconia, di cui i nuovi Cardinali prenderanno a suo tempo possesso con un apposito Rito. In tal modo, infatti, i nuovi Cardinali vengono inseriti a pieno titolo nella Chiesa di Roma, di cui il Successore di Pietro è il Pastore, e così, nel Collegio dei Cardinali rivive l’antico presbiterio del Vescovo di Roma

In questa circostanza il popolo di Dio è invitato a pregare perché i nuovi Cardinali, nel loro servizio, rimangano sempre fedeli a Cristo, fino al sacrificio della vita se necessario, e si lascino guidare unicamente dal suo Vangelo. E’ con questo significato che è da intendere anche l’imposizione della berretta rossa: ai nuovi Cardinali è affidato il servizio dell’amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione massima e incondizionata, fino all’effusione del sangue, come recita la formula di imposizione della berretta e come mostra il colore rosso degli abiti indossati.

Durante la celebrazione, dopo l’imposizione della berretta rossa, l’assegnazione del titolo e lo scambio della pace, i nuovi Cardinali prendono posto all’interno della Quadratura, secondo il loro ordine di appartenenza: diaconale, presbiterale o episcopale.

Il Santo Padre, trattandosi di una Liturgia della Parola, indossa il piviale, quello già usato nel Concistoro del 2007, raffigurante tra l’altro i Santi Pietro e Paolo, a significare la particolare relazione spirituale e pastorale tra i nuovi Cardinali, il Successore di Pietro e la Chiesa di Roma. Con il piviale, il Santo Padre indosserà la mitria con l’immagine dell’Immacolata, considerando anche la prossimità con la grande solennità mariana dell’8 dicembre.

Celebrazione eucaristica e consegna dell’anello cardinalizio
(Domenica 21 novembre, ore 9.30)

Ai nuovi Cardinali, prima dell’inizio della celebrazione, vengono donate due mitrie: una bianca damascata con il disegno della pigna e una leggermente ornata. Per la celebrazione odierna indossano quella leggermente ornata, a significare la solennità dell’evento. Sempre prima dell’inizio della celebrazione, ai nuovi Cardinali viene donato il I volume dell’Opera Omnia del Santo Padre, dal titolo “Teologia della Liturgia”, anche considerando che una delle relazioni tenuta nell’incontro del Santo Padre con i Cardinali venerdì 19 novembre ha trattato proprio il tema della liturgia nella vita della Chiesa.

Nella celebrazione della Messa, che avviene nella solennità di Cristo Re, la centralità del Crocifisso assume un significato del tutto particolare. Il Signore Gesù, infatti, rivela la propria regalità dalla Croce, la sua è una regalità che si realizza nel servizio e nel dono incondizionato di sé. E ai nuovi Cardinali viene consegnato un anello sul quale è rappresentata la crocifissione. In tal modo i nuovi membri del Collegio cardinalizio vengono costantemente invitati a ricordare di quale Re sono servitori, su quale trono Egli è stato innalzato e come è stato fedele fino alla fine per vincere il peccato e la morte con la forza divina della misericordia. Portando questo anello i nuovi Cardinali sono richiamati quotidianamente a dare la vita per la Chiesa.

La celebrazione presieduta dal Santo Padre è concelebrata dai soli nuovi Cardinali, a sottolineare il nuovo e stretto vincolo che lega i nuovi Cardinali, entrati a fare parte del “Senato della Chiesa”, al Successore di Pietro.

Il Santo Padre indossa la casula, già usata nella Celebrazione Eucaristica del 2007, sul cui stolone centrale è raffigurato Cristo Re dell’Universo, considerando la ricorrenza liturgica di questa Domenica.

Considerando la particolare solennità dell’evento, durante la processione iniziale si usano la croce processionale con 7 candelieri, invece dei consueti 2 candelieri.

L’uso delle trombe d’argento

Il complesso musicale detto “Trombe d’argento” accompagnava le Celebrazioni Pontificie nella Basilica Vaticana suonando dal primo loggiato del tamburo della cupola o dalla loggia interna dell’Aula delle Benedizioni. Esso suonava la “Marcia Solenne” all’ingresso e all’uscita del Sommo Pontefice (dalla Loggia interna dell’Aula delle Benedizioni) e il “Largo Religioso” al momento dell’Elevazione (dal primo loggiato del tamburo della cupola).

Le due composizioni – che risalgono al 1846 – sono opera di due Guardie Nobili: il Conte Domenico Silveri e il Marchese Giovanni Longhi. Esse ebbero larghissima fama, tanto che qualche inglese finì con il confondere il nome di Silveri con la voce “silver” che significa argento.

Tuttavia il nome “Trombe d’argento” derivava non tanto dalla materia di cui erano composti gli strumenti quanto dal loro suono puro, dolce e squillante che si fruiva nella Basilica di San Pietro.

L’uso delle “Trombe d’argento” è rimasto anche dopo la Riforma Liturgica avviata dal Concilio Vaticano II, ma solo per alcune particolari Celebrazioni.

Oggi, nel processo di sviluppo armonico della Liturgia papale, in piena sintonia con la Riforma Liturgica e nel radicamento della più significativa tradizione romana,  le “Trombe d’argento” vengono nuovamente usate nelle Celebrazioni più solenni del Sommo Pontefice al momento dell’ingresso nella Basilica di San Pietro. Al suono delle “Trombe d’argento” seguirà il canto del “Tu es Petrus” da parte della Cappella Musicale Pontificia detta “Cappella Sistina”.

 

              

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