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UFFICIO DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE DEL SOMMO PONTEFICE MONS. GUIDO MARINI: INTERVISTA PER AVVENIRE Gianni Cardinale Il tempo di Natale è ricco di momenti liturgici particolarmente significativi. Cominciamo dalla Messa della Notte. Quali sono i principali elementi qualificanti di questa celebrazione? Ci sono state delle novità introdotte da Benedetto XVI? Le celebrazioni liturgiche del tempo di Natale, a cominciare dalla Messa della Notte, conducono i fedeli alla contemplazione del mistero dellIncarnazione. La Chiesa rimane ancora una volta incantata dalla bellezza del mistero di Dio che si rivela come Dio con noi, grande e sorprendente nellamore, il Salvatore. Se cè una nota tipica della Celebrazione Eucaristica della Notte, pertanto, questa è lo stupore. E, di conseguenza, della gratitudine in cui sovrabbonda la gioia. Nella celebrazione papale della Messa della Notte non ritroviamo particolari novità. Vale la pena, forse, ricordare che anche questanno la Kalenda, ovvero lannuncio solenne del Natale, per qualche tempo collocata allinterno della Messa, è cantata al termine della veglia di preghiera. Allo stesso modo, lomaggio floreale dei bambini al Bambino Gesù, una volta collocato al canto del Gloria, è ora previsto al termine della Celebrazione Eucaristica, quando il Santo Padre si ferma davanti al presepio. Il giorno di Natale il Papa imparte la benedizione Urbi et Orbi. Si tratta di un gesto liturgico? Si tratta di una benedizione particolarmente solenne, alla quale è legata anche lIndulgenza plenaria. E un atto natalizio molto suggestivo, anche perché il Santo Padre si rivolge al mondo intero e a tutti i popoli, come è suggerito dalle moltissime lingue nelle quali è formulato laugurio natalizio. A Natale, lesperienza della paternità di Dio in Gesù Cristo rende possibile una nuova fraternità universale. Il 31 dicembre Benedetto XVI guida il tradizionale Te Deum. Qual è il significato di questa celebrazione? Ricordo anzitutto che il canto del Te Deum è collocato al termine della celebrazione dei Vespri. Alla conclusione di un anno, la Chiesa si rivolge al Signore, prostrandosi in adorazione davanti al SS. Sacramento esposto, e innalza il suo rendimento di grazie. In tal modo la Chiesa riconosce, nellanno che è passato, la presenza e lopera del Dio provvidente e buono. Allo stesso tempo la Chiesa avverte lesigenza di invocare la misericordia di Dio per i peccati dei suoi figli che, con umile e rinnovata speranza, guardano allanno che verrà. Dando voce a questi movimenti del cuore, così termina il canto del Te Deum: Pietà di noi, Signore, pietà di noi. Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno. Il 1° gennaio si celebra la Giornata Mondiale per la Pace. Qual è il senso liturgico di quello che viene laicamente definito il Capodanno? Anzitutto non si deve dimenticare che il primo giorno dellanno, liturgicamente, è la solennità della SS. Madre di Dio. Così, infatti, il venerabile Paolo VI scriveva nel Messaggio della Prima Giornata Mondiale per la Pace del 1964: Questa celebrazione non deve alterare il calendario liturgico, che riserva il «Capo d'anno» al culto della divina maternità di Maria ed al nome beatissimo di Gesù; anzi queste sante e soavi memorie religiose devono proiettare la loro luce di bontà, di sapienza e di speranza sopra l'implorazione, la meditazione, la promozione del grande e desiderato dono della Pace, di cui il mondo ha tanto bisogno. In tal modo il senso liturgico del Capodanno è quello di ritrovare in Cristo, il Principe della Pace, la vera sorgente della pace nei cuori, tra i popoli e le nazioni. E Maria, che è la Madre del Signore, la invochiamo perché ci ottenga per lanno che verrà, con la sua materna e potente intercessione, il dono della pace. Il 6 gennaio è la solennità dellEpifania. Qual è il significato autentico di questa festa? LEpifania è il giorno nel quale la Chiesa celebra la manifestazione del Signore ai Magi dellOriente. Quegli antichi saggi, nei quali troviamo rappresentate tutte le genti di ogni nazione e di ogni epoca, riconoscono nel Bambino di Betlemme il Signore, il Re che salva con la sua Passione. In questo senso il 6 gennaio è il giorno in cui la Chiesa vive con particolare intensità la sua dimensione cattolica, universale. Gesù Cristo è lunico e vero Salvatore del mondo. Ogni uomo ha bisogno di Lui per trovare se stesso ed essere salvo. E i suoi discepoli avvertono con nuova intensità la forza del mandato, che li vuole impegnati nellannuncio del Vangelo fino ai confini della terra. Mi pare interessante anche ricordare che, in questa solennità, la liturgia prevede il cosiddetto Annunzio della Pasqua. In tal modo appare chiaro che la manifestazione ai Magi è il primo atto di una sequenza di epifanie-manifestazioni, che sono il tessuto dellintera esistenza terrena di Cristo. Lanno liturgico le ripercorre tutte, e al centro di esse sta il Triduo del Signore crocifisso, morto e risorto per la nostra salvezza. Infine la domenica 9 gennaio, festa del Battesimo del Signore, il Papa celebra nella Cappella Sistina. Anche questanno la celebrazione sarà versus altarem? Anche questanno il Santo Padre, amministrando il Battesimo a 22 bambini, celebrerà rivolto al Crocifisso, la parte della Liturgia Eucaristica. Non deve destare alcuna meraviglia che, per non alterare la bellezza e larmonia architettonica di una cappella come la Sistina, si celebri allaltare antico, come daltronde è previsto dalla vigente normativa liturgica. Daltra parte è ormai stato ampiamente chiarito, anche in forma ufficiale, che la celebrazione della Messa, teologicamente e spiritualmente parlando, è sempre rivolta al Signore, anche quando, come è entrato nelluso, si parla di celebrazione verso il popolo, a motivo della posizione abituale del celebrante rispetto allassemblea. E questa la ragione per la quale il Santo Padre, anche quando celebra la Messa rivolto verso i fedeli, ha sullaltare davanti a sé il Crocifisso, segno che orienta al Signore celebrante e assemblea. Una curiosità. Benedetto XVI indossa spesso vesti liturgiche particolarmente solenni e impegnative. Con quale criterio vengono scelte? A dire il vero la curiosità sarebbe se il Santo Padre, e analogamente qualunque altro celebrante, dovesse indossare vesti liturgiche sciatte e banali. Nella liturgia tutto deve dare forma a quella bellezza semplice e nobile che è capace di richiamare la bellezza del mistero di Dio. Vale la pena ricordare quanto il Santo Padre ebbe a dire durante il suo viaggio apostolico in Francia, nella Cattedrale di Notre Dame: La bellezza dei riti non sarà certamente mai abbastanza ricercata, abbastanza curata, abbastanza elaborata, poiché nulla è troppo bello per Dio, che è la Bellezza infinita. Le nostre liturgie terrene non potranno essere che un pallido riflesso della liturgia, che si celebra nella Gerusalemme del cielo, punto darrivo del nostro pellegrinaggio sulla terra. Possano tuttavia le nostre celebrazioni avvicinarsi ad essa il più possibile e farla pregustare! |