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CONCISTORO ORDINARIO PUBBLICO
PER LA CREAZIONE DI NUOVI CARDINALI

INDIRIZZO DI OMAGGIO AL SANTO PADRE
DEL CARD. JAMES MICHAEL HARVEY

Basilica Vaticana
Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo
Domenica, 25 novembre 2012

 

Beatissimo Padre,

a nome anche dei miei confratelli, nuovi membri del Collegio cardinalizio, esprimo profonda e sentita gratitudine per l’onore che vostra Santità ha conferito a ciascuno di noi, confermando la nostra promessa di totale fedeltà al Vangelo e a lei unitamente al filiale ed incondizionato sostegno, usque ad effusionem sanguinis.

Sono presenti dinanzi a vostra Santità pastori di Chiese antiche, testimoni forti e coraggiosi della fede in Cristo Gesù, Nostro Signore; professano inoltre sincera devozione al successore di Pietro, unitamente alle rigogliose comunità loro affidate, pastori di Chiese fondate sul sacrificio dei martiri missionari e fecondate dalla loro autentica testimonianza, portata sino ai confini della terra. Da questi confini lontani oggi, ella benevolmente ci associa al clero di questa alma Urbe.

Padre Santo, quando accettò l’onere del ministero petrino nel 2005, la Chiesa e il mondo la conoscevano come una mente eletta, come uno dei grandi teologi del nostro tempo. Ora, dopo più di sette anni e mezzo, la Chiesa e il mondo hanno potuto conoscerla meglio; essi hanno compreso che la sua straordinaria padronanza delle verità della dottrina cristiana e la sua singolare capacità di rendere vive tali verità attraverso le catechesi e le omelie, affondano le loro radici in una fede profonda: questa sua fede, ne siamo certi, si è arricchita lungo una vita di studio e di insegnamento, guidata dalla regula fidei e nutrita dalla liturgia della Chiesa. La sua vita di studioso — come sacerdote e professore, come vescovo diocesano, come prefetto nella Curia romana, e da ultimo come vescovo di Roma — è stata una lezione vivente attestante che la teologia più profonda non è quella articolata a tavolino, ma quella elaborata stando in ginocchio.

Padre Santo, lei ci ha fatto maggiormente comprendere che la teologia deve sempre ritornare alla Parola di Dio come suo «fondamento perenne» (Dei Verbum, 24). È infatti attraverso il costante riferimento alla Parola che la scienza teologica, come insiste il concilio Vaticano II, «vigorosamente si consolida e ringiovanisce sempre, scrutando alla luce della fede ogni verità racchiusa nel mistero di Cristo» (Dei Verbum, 24). Proponendo questo insegnamento del concilio ecumenico nei suoi scritti, nella sua predicazione e nel suo magistero, lei permette di percepire la chiamata rivolta a tutti i vescovi, i sacerdoti, i diaconi e i catechisti a «conservare un contatto continuo con le Scritture» (Dei Verbum, 25) per incontrare il Verbo divino che parla a noi attraverso la Parola di Dio, in modo che possiamo offrire ai fratelli l’amicizia con Lui, con il Padre suo e con lo Spirito Santo.

Tale offerta di amicizia con il Signore Gesù costituisce il cuore della nuova evangelizzazione alla quale lei, come il suo immediato predecessore, ha richiamato la Chiesa in ogni angolo del mondo. La Chiesa esiste per rispondere alla grande missione di predicare il Vangelo ad gentes. In questo provvidenziale Anno della fede, noi cercheremo con maggiore vigore di mettere a servizio del mondo il dono più bello di cui siamo resi capaci: condividere con tutta l’umanità la Via, la Verità e la Vita, Colui che avvicina dolcemente i fratelli e le sorelle al trono della grazia affinché si compia pienamente il loro destino umano.

Nell’accettare dalle sue mani l’onore del cardinalato, ci impegniamo con piena volontà, sorretti dalla grazia divina, a essere operatori perseveranti e responsabili della nuova evangelizzazione, conformando innanzitutto le nostre vite nel modo più aderente al Vangelo, per così offrire al prossimo l’agognata amicizia con il Signore Gesù Cristo, Re dell’universo e unico salvatore del mondo, rivelazione suprema della verità su Dio e sull’uomo.

    

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