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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE IN TERRA SANTA

PRESENTAZIONE

 

I. Il Viaggio apostolico

«L'anno giubilare, memoria solenne dell'Incarnazione del Verbo, ci invita a sostare soprattutto sui luoghi in cui si svolse la vita di Gesù» (Giovanni Paolo II, Lettera sul Pellegrinaggio legato ai luoghi della salvezza, 29 giugno 1999, n. 7) Con queste parole il Santo Padre indica la meta del suo pellegrinaggio giubilare, con lo sguardo fisso nel mistero dell'Incarnazione e nei luoghi della nascita, predicazione, morte e risurrezione del Signore. Queste parole profetiche si compiono ora con il suo Viaggio apostolico nella Terra Santa.

Infatti Giovanni Paolo II, dopo aver celebrato in Vaticano la commemorazione di Abramo, nostro Padre nella fede, e dopo aver compiuto la visita in Egitto e sul Monte Sinai, dove egli ha sostato, sulle orme di Mosè, sul monte della rivelazione di Dio e dell’Alleanza con il popolo eletto, riprende il cammino dell'Esodo verso la terra promessa.

E lo fa in modo significativo a partire dal Monte Nebo, da dove Mosè ha contemplato la terra promessa prima di morire, per attraversare poi il Giordano, come l'antico popolo dell'Alleanza guidato da Giosuè (Gs 3) e come Gesù all'inizio del suo ministero (Mt 3, 13-17; Mc 1, 9-11; Lc 3, 21-22).

Dopo la visita alla città di Amman, l'antica Filadelfia, il Santo Padre sosta sui luoghi principali della vita di Cristo: Betlemme, Monte delle Beatitudini, Nazareth, Gerusalemme.

Egli ripercorre, in altre parole, alcune delle principali tappe della storia della salvezza: il monte Nebo che è l'ultimo luogo dal quale, secondo la tradizione, Mosè ha contemplato la terra promessa prima di morire; il fiume Giordano che segna il passaggio nella terra promessa del popolo dell'Alleanza e diventa il simbolo del passaggio alla nuova vita di ogni battezzato. Da qui anche Gesù – dopo aver ricevuto lo Spirito del Padre - iniziò il periodo della predicazione che lo portò in Galilea e a Gerusalemme.

La tradizione cristiana ha chiamato questi luoghi "Loca Sancta", perché legati alla tradizione biblica, cioè alla storia della Rivelazione di Dio agli uomini. Come gli antichi pellegrini cristiani il Santo Padre viene in questi luoghi in questo anno giubilare "gratia orationis" (Itinerario di Egeria 13,1) a celebrare la memoria dell'Incarnazione e del Mistero Pasquale «in questi spazi sacri, nei quali l'incontro con il divino può essere sperimentato in modo più intenso di quanto non avvenga abitualmente nell'immensità del cosmo» (Giovanni Paolo II,Ibid., n. 2). È proprio qui in questi spazi sacri infatti che «affondano le nostre radici evangeliche» (Ibid., n. 4). In questi luoghi ebbe inizio la Chiesa, in questi luoghi è nata la nuova liturgia della Chiesa.

II. Il Messale del Viaggio apostolico

L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, secondo la consuetudine dei viaggi apostolici, ha preparato per il Pellegrinaggio giubilare in Terra Santa un apposito Messale.

Il volume include i testi e le rubriche delle sei celebrazioni eucaristiche presiedute dal Papa:

— Santa Messa ad Amman, all’Amman Stadium,

— Santa Messa alla Manger Square di Bethlehem,

— Santa Messa al Cenacolo a Gerusalemme,

— Santa Messa per i Giovani al Monte delle Beatitudini,

— Santa Messa nella Basilica dell'Annunciazione a Nazareth,

— Santa Messa nella Basilica del Santo Sepolcro in Gerusalemme.

Il Messale è destinato principalmente all'uso del Sommo Pontefice, dei Vescovi e dei Sacerdoti concelebranti, ma può servire anche per la proclamazione delle letture e per la preghiera dei fedeli.

I testi delle Messe celebrate dal Santo Padre e dai Vescovi e Presbiteri, come pure le rubriche, sono in lingua inglese o latina; gli altri testi dell'assemblea sono, a seconda dei casi, in latino o in arabo, la lingua corrente della maggioranza dei cristiani di Terra Santa.

Le letture sono in arabo, inglese, italiano o latino. Le intenzioni della preghiera dei fedeli sono in arabo, ebraico, francese, inglese, italiano, spagnolo e tedesco, come segno di partecipazione di tutte le persone che vivono o svolgono il loro servizio nella terra di Gesù.

Per alcune Messe vengono introdotti, secondo le rubriche del Messale romano, alcuni riti particolari per sottolineare aspetti importanti della celebrazione, secondo le caratteristiche proprie del luogo e del mistero celebrato.

Data la varietà della presenza dei riti orientali cattolici in Terra Santa si è cercato di rendere presenti nelle più importanti celebrazioni tutti i riti con alcune loro peculiarità, mantenendo tuttavia sempre l'unità del rito romano.

Il volume, stampato dalla Tipografia Vaticana, è stato preparato in collaborazione con i responsabili locali della liturgia.

III. Le celebrazioni eucaristiche

1. Celebrazione eucaristica ad Amman (Amman, Amman Stadium, martedì 21 marzo 2000, ore 9).

Il significato della celebrazione

La celebrazione della Messa ad Amman è occasione propizia per l'incontro del Santo Padre con la comunità cristiana della Giordania. La Messa in onore di San Giovanni Battista, profeta di Dio e precursore di Cristo, è stata scelta non solo perché celebra colui che ha preceduto il Cristo nella sua annunciazione e nella sua nascita, e lo ha indicato presente nel mondo, ma anche perché il Battista è patrono della Giordania. Le letture bibliche sottolineano il ministero di Giovanni Battista il Precursore: Ger 1, 17-19 (la vocazione profetica), At 19, 1-7 ( la memoria apostolica del battesimo di penitenza di Giovanni), Lc 3, 2b-6.10-14.18 ( la predicazione del Precursore presso il fiume Giordano).

Alcune particolarità rituali

All'inizio della celebrazione viene benedetta l'acqua, attinta dal fiume Giordano per l'aspersione dei fedeli. Il Vangelo è proclamato secondo il rito greco-melkita. La professione di fede battesimale è introdotta dal Patriarca di Gerusalemme. Alla fine della Messa il Papa procede alla benedizione di tre prime pietre per la costruzione rispettivamente di una chiesa maronita, di una chiesa siro-cattolica e del Centro "Regina Pacis".

Sono presenti alla celebrazione 2000 bambini che ricevono la Prima Comunione: essi tengono le candele accese durante la professione di fede, la preghiera universale e durante la Santa Comunione; una rappresentanza di essi partecipa alla processione offertoriale, all'abbraccio di pace con il Papa e riceve la comunione sotto le due specie dal Santo Padre.

2. Celebrazione eucaristica a Betlemme (alla Manger Square di Bethlehem, mercoledì 22 marzo 2000, ore 10.00).

Il significato della celebrazione

La celebrazione eucaristica è incentrata sulla pagina evangelica lucana che descrive la nascita di Gesù (Lc 2, 1-14): "Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore". Questo fatto porta a compimento quanto era stato predetto dal profeta (Is 9, 1-6): "Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio". La particolarità della celebrazione è che essa si svolge vicino al luogo storico e tradizionale della Natività. Ciò rende la celebrazione del mistero evento particolarmente attuale. La nascita di Cristo è il motivo del “canto nuovo” (Sal 95, 96) e della gioia cristiana, che ha le sue radici in Gesù Salvatore (Tit 3, 3-7).

La celebrazione in rito romano

La celebrazione presieduta dal Vescovo di Roma si svolge secondo il rito romano. Tuttavia si è voluto favorire la partecipazione della comunità di lingua araba e la presenza di altri riti cattolici, senza dimenticare i pellegrini e le altre comunità di diversa provenienza. Vengono proclamate in arabo la prima lettura (da un maronita), il salmo responsoriale e il Vangelo (quest’ultimo secondo il rito bizantino). Nella stessa lingua sono cantati il Gloria, il Sanctus, l'Agnus Dei, i canti di offertorio e di comunione. La seconda lettura viene proclamata in inglese, le intercessioni della preghiera universale in arabo, francese, italiano, spagnolo e inglese. In latino si canta il Credo. Anche la Preghiera Eucaristica è in lingua latina. Il Padre nostro è cantato in arabo.

Una monizione particolare al Gloria intende ricordare il messaggio che l'angelo annunziò ai pastori nel campo che porta ancora il loro nome. A questo canto si unisce ora l'attuale comunità credente insieme al Pastore universale glorificando Dio e confermando il desiderio di pace a tutti gli uomini, nel luogo della nascita del Principe della Pace.

3. Celebrazione eucaristica al Santo Cenacolo (Gerusalemme, 23 marzo 2000, ore 8.30)

La celebrazione eucaristica al Cenacolo ha un carattere particolare per la sacralità del luogo dove fu istituita la Cena del Signore o Eucaristia, dove il Risorto apparve agli Apostoli e lo Spirito discese sulla Chiesa nascente il giorno di Pentecoste. Data la ristrettezza del luogo solo pochi potranno essere presenti per partecipare alla celebrazione.

Il Santo Padre, Pastore universale, presiede la celebrazione insieme con l'assemblea degli Ordinari del luogo e i Vescovi e i Sacerdoti del seguito. I formulari della celebrazione eucaristica sono quelli della Messa della Ss.ma Eucaristia. Attraverso le parole dell'istituzione, secondo il Vangelo di Marco (Mc 14, 12-16. 22-26), "questo è il mio corpo, questo è il mio sangue", si celebra il memoriale del Signore con il banchetto sacrificale dell'Eucaristia. Tale celebrazione liturgica costituisce il fulcro e il cuore della comunità cristiana. È infatti dall'Eucarestia che nasce la Chiesa (At 2, 42-47): "erano assidui nella frazione del pane e nelle preghiere". L'Eucaristia infatti è «fonte e culmine della vita della Chiesa» (Giovanni Paolo II, Ibid., n. 8).

L'unità della Chiesa in questa celebrazione si percepisce anche attraverso la concelebrazione dei rappresentanti dei diversi riti, che sono presenti all'unica Eucaristia, ciascuno con la propria veste rituale.

La Messa è celebrata in latino, mentre la liturgia della parola è in italiano e francese.

La preghiera universale si ispira alla preghiera per l'unità, chiamata pure la preghiera sacerdotale di Gesù (Gv 17), secondo le intenzioni di questo pellegrinaggio del Papa, «segnato dall'anelito della preghiera rivolta da Cristo al Padre perché tutti i suoi discepoli siano una cosa sola» (Ibid., n. 11). Le intenzioni sono proclamate in francese, italiano e inglese.

4. Celebrazione eucaristica con i giovani (Monte delle Beatitudini, 24 marzo 2000, ore 10)

Il Santo Padre celebra l'Eucaristia sul monte delle Beatitudini con giovani provenienti da tutta la Terra Santa, ai quali si uniscono i loro coetanei provenienti da varie parti del mondo. Davanti al lago di Tiberiade Egli proclama la stupenda pagina evangelica di Matteo e ribadisce la preferenza di Gesù per i poveri. Il popolo dei beati del Regno (Mt 5, 1-12) è prefigurato nel resto di Israele, popolo povero e umile (Sof 2, 3; 3, 12-13) e negli stolti e deboli, secondo la dottrina di san Paolo (1Cor 1, 26-31).

La celebrazione eucaristica con i giovani, pur essendo sostanzialmente in rito romano, riveste anche un carattere medio-orientale e universale.

Gli elementi della tradizione medio-orientali sono evidenziati:

— dalle vesti liturgiche dei concelebranti dei diversi riti orientali cattolici;

— dai testi proposti secondo le diverse tradizioni liturgiche: il salmo responsoriale cantato da un maronita, in arabo; il Vangelo proclamato da un greco cattolico; la risposta “Kyrie, eleison” alle intenzioni della preghiera dei fedeli, cantata secondo la modalità del rito maronita, il Sanctus secondo una melodia bizantina, il secondo canto alla comunione secondo la tradizione siro-antiochena.

Alcuni elementi sottolineano il carattere universale della celebrazione:

— la diversità delle lingue in alcuni canti e nella preghiera dei fedeli, il Kyrie gregoriano della Messa "de Angelis", il Gloria della Messa di Lourdes, il Credo e il Pater noster in gregoriano.

5. Celebrazione eucaristica nella solennità dell'Annunciazione del Signore (Nazareth, Basilica dell'Annunciazione , 25 marzo 2000, ore 10)

La solennità dell'Annunciazione che ricorre in questo giorno è stato il motivo della scelta della data del pellegrinaggio del Santo Padre a Nazareth al luogo santo dell'Incarnazione del Verbo. «Vivissimo è il mio desiderio - scrive il Papa - di recarmi innanzitutto a Nazaret, città legata al momento stesso dell'Incarnazione e poi terra in cui Gesù cresceva "in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2, 52). Qui risuonò per Maria il saluto dell'Angelo: "Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te!" (Lc 1, 28). Qui Ella disse il suo "fiat" all'annuncio che la chiamava ad essere madre del Salvatore e, adombrata dallo Spirito Santo, a divenire grembo accogliente per il Figlio di Dio» (Giovanni Paolo II, Ibid., n. 7).

La liturgia odierna celebra il memoriale di quanto avvenne nella casa di Nazareth, dove la "piena di grazia", "la serva del Signore" dice "sì" al piano di salvezza (Lc 1, 26-38) permettendo all'Emmanuele di assumere la nostra carne (Is 7, 10-14), per fare anch'egli la volontà del Padre, sacrificando la propria vita (Ebr 10, 4-10).

La celebrazione si svolge in rito romano con canti locali e con elementi dei riti orientali.

Locali sono il canto iniziale e d'offertorio, e la melodia dell'Agnus Dei. Di carattere orientale è la proclamazione della prima lettura da parte di un greco-cattolico; il salmo responsoriale e il canto al Vangelo sono eseguiti da un maronita, mentre risuona il Sanctus secondo la melodia bizantina.

6. Celebrazione eucaristica nella Basilica della Risurrezione (Gerusalemme, Santo Sepolcro, 26 marzo 2000, ore 11.30)

La celebrazione nella Basilica del Santo Sepolcro o della Risurrezione, culmine del pellegrinaggio del Papa, è preceduta da un rito particolare. Il Santo Padre è accolto dai Rappresentanti delle tre comunità: Francescana, Greca e Armena. Quindi il P. Custode di Terra Santa invita il Papa a sostare in preghiera presso la pietra dell’Unzione. Succesivamente, mentre si canta il Te Deum il Santo Padre viene accompagnato alla Tomba vuota della Risurrezione dove sosta in preghiera silenziosa e profonda.

Il Santo Sepolcro chiamato dall'antichità Anastasis è il luogo sacro memoriale della Risurrezione del Signore. Nelle antiche liturgie la memoria della Risurrezione era sempre unita a quella del Calvario. Se una celebrazione iniziava in un luogo terminava nell'altro. I due aspetti del Mistero Pasquale, la morte e la risurrezione, sono dunque stati sempre uniti nella liturgia di questo luogo.

La Quaresima, il tempo sacro che si celebra in questi giorni del pellegrinaggio del Papa, è sacramento della nostra conversione ed anticipazione della Pasqua di Risurrezione. La liturgia della Messa è quella della terza domenica di Quaresima (Anno B). Gesù nel Vangelo annuncia la sua risurrezione dopo tre giorni (Gv 2, 13-25). Il culto nel giorno di sabato e i comandamenti vengono ricordati nella prima lettura (Es 20, 1-17). Cristo è il Signore del sabato, è il nuovo sabato; egli è Gesù "forza e sapienza di Dio" (1Cor 1, 22-25).

Il breve ma significativo lucernario che precede la professione di fede e la preghiera universale dei fedeli vuole sottolineare la professione di fede dei cristiani che trova il suo fondamento nel "kerygma" della Risurrezione del Signore. La Chiesa di Gerusalemme, alla presenza del Santo Padre, proclama nel Simbolo della fede: "il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture", proprio nel luogo dell'avvenimento, e nel giorno del Signore, pasqua settimanale della Chiesa, con un gesto che si rifa' all’antico lucernario giornaliero (Itinerario di Egeria 24, 4-7) e domenicale (Ibid., 25, 4): la luce, attinta dalla lampada che ardeva nella tomba giorno e notte illuminava tutta la Anastasis o basilica del Santo Sepolcro. Si rinnova così uno degli antichi riti che tanto richiamavano l'attenzione dei pellegrini del IV secolo.

La celebrazione si svolge in rito romano. Esso è uno dei riti celebrati abitualmente nella Basilica del Santo Sepolcro dalla comunità cattolica, insieme ai riti bizantino, armeno, copto e siriaco, da parte dei fratelli orientali.

Il latino è la lingua base della celebrazione essendo la lingua tipica del rito romano. Nella liturgia della parola, si usa la lingua araba, la più parlata dalla popolazione cristiana, e l'inglese. Le intercessioni della preghiera dei fedeli sono pronunciate in ebraico, italiano, spagnolo, francese, tedesco e arabo. I canti sono eseguiti in gregoriano.

IV. Alcune soste di preghiera

Nel Messale per il viaggio apostolico sono anche inseriti alcuni brevi momenti di preghiera che accompagnano il pellegrinaggio del Santo Padre:

- La preghiera sulle alture del Monte Nebo, a ricordo della morte di Mosè dopo aver contemplato con i suoi occhi la terra promessa.

- Due momenti di preghiera presso le rive del Giordano, a Wadi al Kharrar e a Al-Maghtas, in ricordo del battesimo del Signore.

- La preghiera al Muro Occidentale del tempio con la recita di un Salmo.

Con queste brevi soste di preghiera e di contemplazione si sottolinea il carattere religioso del pellegrinaggio del Papa, nel quale ogni luogo santo, segnato dalla storia della salvezza, è sempre occasione per benedire Dio e per intercedere per la salvezza del mondo e la pace fra le nazioni.

V. Il Pellegrino del Vangelo

L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, in collaborazione con i responsabili locali della liturgia ha preparato questo speciale Messale per le celebrazioni del pellegrinaggio del Papa in Terra Santa, consapevole dell'importanza tutta particolare che riveste questo viaggio giubilare del Pastore universale alle sorgenti stesse della vita della Chiesa. Il Messale prevede la partecipazione corale nelle varie celebrazioni degli antichi riti presenti in Terra Santa eredi della tradizione liturgica della Chiesa dei Padri.

Si tratta, senza dubbio del viaggio più significativo di quanti finora abbia compiuto il Santo Padre. Nazareth, Betlemme, Gerusalemme sono i luoghi santi della nostra salvezza. Da queste terre è partito pellegrino, col Vangelo nelle labbra e nel cuore, Pietro, l'umile pescatore di Galilea per proclamare Cristo nel centro dell'impero romano e per diventare primo Vescovo di Roma. A questi luoghi ritorna, pellegrino, il suo successore, Giovanni Paolo II, per annunziare al mondo la perenne presenza del Signore nella sua Chiesa dopo 2000 anni di cristianesimo.

Possa questo lavoro dell'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, accompagnare la storica visita del Papa in Terra Santa, nel segno della santificazione e del culto, come grata memoria del Signore e della sua presenza nei luoghi della Terra Santa in questo anno giubilare.

La Chiesa intera tragga beneficio da questo pellegrinaggio, vissuto in comunione con il Santo Padre, nel segno della santa liturgia, celebrazione del mistero e dei misteri di Gesù Cristo, che è lo stesso ieri, oggi e sempre.

Città del Vaticano, 12 marzo del 2000
Prima Domenica di Quaresima

 

+ Piero Marini
Vescovo titolare di Martirano
Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

 

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