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  LA PORTA SANTA SI CHIUDE, L’ANNO DI GRAZIA CONTINUA

 

I.         La data di chiusura [1] 

           Nella Bolla di indizione del Grande Giubileo del 2000 Incarnationis Mysterium (IM) il Santo Padre fissava la data di inizio e quella di chiusura del Grande Giubileo del 2000. “Stabilisco pertanto che il Grande Giubileo dell’Anno 2000 abbia inizio nella notte di Natale del 1999 con l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro in Vaticano …” (IM,6).

           Data l’importanza del Giubileo nel bimillenario della nascita del Salvatore il Santo Padre ha voluto aprire personalmente, per la prima volta nella storia dei Giubilei, non solo la Porta Santa della Basilica Vaticana ma anche quella delle altre tre Basiliche Patriarcali di Roma.

           Nella Bolla IM il Papa ha fissato anche la data di conclusione del Grande Giubileo. L’esperienza di grazia e di misericordia del Giubileo si protrarrà fino “alla chiusura dell’Anno Giubilare nel giorno della Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo il 6 gennaio dell’anno 2001” (IM, 6).

           La conclusione del Grande Giubileo sarà dunque segnata dalla chiusura della Porta Santa della Basilica Vaticana da parte del Santo Padre il 6 gennaio 2001. Tale chiusura sarà preceduta, la vigilia dell’Epifania, da quella della Porta Santa delle altre tre Basiliche Romane: S. Giovanni in Laterano, S. Paolo fuori le Mura e S. Maria Maggiore.

           La Porta Santa della Basilica Vaticana, aperta per prima, ha segnato l’inizio del Grande Giubileo, chiusa per ultima, ne segnerà dunque la conclusione.

           Anche nelle Chiese particolari l’Anno Santo avrà termine nella solennità dell’Epifania del Signore secondo le indicazioni date a suo tempo dal Comitato Centrale per il Grande Giubileo del 2000. [2]

 

 II.      Il rituale previsto 

           L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, come avvenne lo scorso anno per il rito di apertura, ha provveduto ora ad aggiornare il rito di chiusura della Porta Santa.

           Nel lavoro di revisione si sono tenuti presenti alcuni elementi fondamentali: la tradizione rituale precedente, la nobile semplicità dei riti e la partecipazione dei fedeli voluta dal Concilio e il segno della porta che rimarrà chiusa fino al prossimo Anno Santo.

           

1.        Il rito di chiusura secondo la tradizione 

           La prima chiusura di una Porta Santa di cui si ha documentazione storica e rituale è quella della Basilica di S. Pietro a conclusione dell’Anno Santo del 1500. Prima di allora non si hanno al riguardo notizie certe.

           Dal famoso Maestro delle Cerimonie Pontificie Giovanni Burcardo sappiamo che il rito di chiusura della Porta Santa della Basilica Vaticana ebbe luogo il 6 gennaio 1501.

           Il rituale preparato dal Burcardo e approvato dal Papa, salvo alcuni ritocchi introdotti posteriormente, è stato sostanzialmente seguito in tutti i Giubilei che sono seguiti.

           Le sequenze rituali presiedute dal Papa secondo il Cerimoniale del XVI secolo erano essenzialmente le seguenti: 

           - Processione di ingresso attraverso la Porta Santa e celebrazione dei Vespri nella Basilica Vaticana 

           - Invio dei Cardinali Legati per la chiusura delle altre Basiliche 

           - Processione verso la Porta Santa con sosta per la ostensione e la venerazione delle reliquie           

           - Uscita della processione dalla Basilica. Il Papa attraversa per ultimo la Porta Santa 

           - Benedizione e aspersione con l’acqua benedetta delle pietre e dei mattoni nell’atrio 

           - Spalmatura con la cazzuola della calce in tre punti sulla soglia della Porta Santa e collocazione di tre mattoni e alcune monete d’oro e d’argento. A partire dal 1575 le monete d’oro e d’argento sono collocate nella muratura della porta dentro un’urna 

           - Collocazione di altri mattoni da parte del Penitenziere maggiore e degli altri Penitenzieri e conclusione dell’opera di chiusura da parte dei muratori, fuori e dentro la Basilica, mentre il coro canta l’inno Cœlestis Urbs Ierusalem 

           - Dopo la preghiera Deus qui in omni loco, il Papa conclude il rito intonando l’inno Te Deum e quindi sale alla Loggia della benedizione per impartire la solenne Benedizione Apostolica. 

                  

2.        Il cambiamento del 1975 

           Il rituale del XVI secolo, come già accennato, è rimasto in vigore, nei suoi elementi essenziali, in tutti i Giubilei fino al 1975.     

           Nel Natale del 1975 il rito di chiusura della Porta Santa venne modificato. Il Papa Paolo VI non diede più inizio alla ricostruzione del muro ma chiuse semplicemente i battenti della porta di bronzo. La porta, che fino ad allora era stata all’interno della Basilica, si venne a trovare all’esterno come la vediamo oggi. Due mesi più tardi il muro, che fino ad allora chiudeva la porta dall’esterno, venne costruito all’interno della Basilica e vi venne inserita la tradizionale cassetta contenente le monete e la pergamena che ne attestava la chiusura.

           Il cambiamento del 1975, oltre ad avere fatto cadere in disuso alcuni elementi caratteristici del Cerimoniale tradizionale come la cazzuola, la calce, i mattoni, l’acqua benedetta, cambiò anche il simbolismo di fondo della Porta Santa: a partire da allora non ci fu più un muro da abbattere o da ricostruire, ma una porta da aprire e da chiudere. Al segno del muro venne sostituito quello della porta ben più significativo dal punto di vista sociale, storico e biblico.

           Nella notte di Natale del 1975 il rito di chiusura della Porta Santa si svolse in tre momenti: in Basilica, in atrio, in piazza ed ebbe il seguente svolgimento rituale: 

-           Ingresso in Basilica attraverso la porta Santa Marta e sosta di preghiera davanti alla Confessione di S. Pietro 

-           Processione attraverso la Basilica e uscita dalla Porta Santa al canto delle Laudes Regiæ. Il Santo Padre esce per ultimo dalla Porta Santa 

-          Riti iniziali nell’atrio: saluto liturgico; monizione; invocazioni a Cristo concluse dal Kyrie, eleison, Christe eleison; orazione colletta 

-          Il Santo Padre prega in silenzio inginocchiato sulla soglia della Porta Santa 

-          Canto dell’antifona O Clavis David mentre il Santo Padre si trasferisce dalla cattedra alla Porta Santa 

-          Il Santo Padre chiude i due battenti della porta dicendo la parole: Christus heri et hodie, principium et finis; Ipse aperit, et nemo claudit; claudit, et nemo aperit. Ipsi gloria et imperium per infinita sæcula sæculorum 

-          Il Papa intona l’inno Gloria in excelsis Deo e si reca in processione in Piazza S. Pietro per la celebrazione della S. Messa 

           Nel 1984 la chiusura della Porta Santa ebbe luogo il giorno di Pasqua dopo la celebrazione della Messa in Piazza S. Pietro e la benedizione “urbi et orbi”. Il rito, ad iniziare dall’orazione fino alla chiusura dei battenti, ha seguito fedelmente quello del 1975.

 

3.        Il rito previsto per il 2001 

           Il rito di chiusura si svolgerà in due momenti successivi: il rito di chiusura vero e proprio nella solennità dell’Epifania, la muratura della Porta Santa all’interno delle quattro Basiliche alcune settimane più tardi.

 

1)        Il rito di chiusura nella solennità dell’Epifania 

           Come accennato sopra, il 5 gennaio pomeriggio, vigilia dell’Epifania, saranno chiuse dai Cardinali Legati le porte di tre Basiliche Patriarcali: il Cardinale Camillo Ruini chiuderà la porta di S. Giovanni in Laterano; il Cardinale Roger Etchegaray la porta di S. Paolo fuori le Mura e il Cardinale Carlo Furno la porta di S. Maria Maggiore. Il rito di chiusura sarà seguito dalla celebrazione dei primi vespri dell’Epifania.

           Il giorno dopo, solennità dell’Epifania del Signore, il Santo Padre con inizio alle ore 9.30 chiuderà la porta della Basilica di S. Pietro. Tale chiusura segnerà la conclusione dell’Anno Giubilare del 2000.

           Il rito di chiusura della porta, pur mantenendo la nobiltà propria del Rito Romano, è caratterizzato, a differenza del rito di apertura celebrato lo scorso anno, da una grande semplicità nei testi e nelle sequenze rituali. Il gesto di chiusura di una porta, non ha infatti di per sé, lo stesso ricco significato positivo della apertura.

 

a)           Svolgimento del rito 

           I riti previsti per la chiusura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro sono i seguenti.

           Il Santo Padre indossa come di abitudine le vesti sacre nell’apposita sagrestia della Basilica. I chierici ministranti, alcuni laici provenienti dai cinque continenti, i diaconi e i Cardinali concelebranti si riuniscono nel Braccio di Costantino, da dove alle ore 9.30 inizia la processione verso la Porta Santa. Il Santo Padre si unisce alla processione uscendo dalla propria sagrestia. Durante la processione d’ingresso la “schola cantorum” canta il salmo 94 (95) con l’antifona Venite, adoremus eum quia ipse est Dominus Deus noster. Tutti prendono posto nelle sedi predisposte nell’atrio della Basilica, davanti alla Porta Santa.

           Il Santo Padre giunto alla Cattedra inizia la celebrazione con il segno della croce, una invocazione trinitaria, il saluto liturgico e una monizione. Segue una orazione.

           Il Santo Padre si avvia verso la Porta Santa mentre la schola canta l’antifona O Clavis David.

           Il Santo Padre in silenzio sale i gradini, si inginocchia sulla soglia e prega in silenzio. Quindi si alza e, in silenzio, chiude i due battenti della porta. Il Santo Padre scende davanti alla porta chiusa mentre la schola e l’assemblea cantano l’acclamazione: Christus heri et hodie, Finis et Principium; Christus Alpha et Omega. Ipsi gloria in sæcula! La schola e l’assemblea continuano il canto dell’inno che accompagna il cammino della processione verso l’altare.

           Quando la processione giunge all’altare ha luogo l’intronizzazione del Libro dei Vangeli: il diacono colloca il Libro sull’apposito tronetto, alcuni laici provenienti dai vari continenti depongono le lampade e i fiori davanti al Libro dei Vangeli e il Santo Padre incensa il Libro.

           Quindi la schola e l’assemblea cantano l’inno “Gloria in excelsis Deo”.

           Dopo la proclamazione del Vangelo il diacono canta l’Annuncio della Pasqua.

           Terminata l’orazione dopo la Comunione, il Santo Padre introduce con una breve monizione il “Te Deum” che viene cantato dalla schola e dall’assemblea.

           La celebrazione della Santa Messa quindi si conclude come di consueto con la solenne Benedizione Apostolica.

 

b)           Elementi particolari e loro significato            

           I momenti rituali più espressivi previsti nel rito di chiusura della porta della Basilica Vaticana che segna la conclusione del Giubileo, sono i seguenti.

 

Si inizia glorificando la Trinità 

-          Il Santo Padre davanti alla porta dice una invocazione trinitaria, con la quale benedice e ringrazia il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo per i doni ricevuti. L’assemblea interviene ogni volta con l’acclamazione “Benedetto nei secoli il Signore”. In tal modo si ricorda che la celebrazione del Giubileo ha avuto come obiettivo “la glorificazione della Trinità dalla quale tutto viene e alla quale tutto si dirige nel mondo e nella storia” (TMA, 55).

 

Cristo unica porta di salvezza 

-          Il canto dell’antifona, prima della chiusura della porta,O Clavis David,et sceptrum domus Israel: qui aperis,et nemo claudit; claudis, et nemo aperit: veni et educ vinctum de domo carceris, sedentem in tenebris et umbra mortis,tipica del tempo di Avvento, sottolinea che Cristo è la chiave, il centro e il fine dell’uomo e di tutta la storia umana. Egli è il Signore del tempo, il suo principio e il suo compimento, Colui che era, che è e che costantemente viene a salvarci (cf. Ap 4, 8). 

-           L’acclamazione Christus heri et hodie, Finis et Principium; Christus Alpha et Omega. Ipsi gloria in sæcula! già cantata al momento della apertura, viene di nuovo cantata davanti alla porta chiusa. Sono le parole che il Papa ha proposto come sintesi del Giubileo. Esse indicano nella porta il segno di Cristo, Signore della storia e presente nella sua Chiesa fino alla fine dei tempi (cf Eb 13, 8). 

-          L’inno a Cristo Signore dei millenni, preparato per la circostanza, viene eseguito dopo la chiusura della Porta Santa durante il cammino processionale verso l’altare. Il ritornello è lo stesso cantato nel rito di apertura. Tutto l’inno sottolinea il senso escatologico della porta ed è invito ad attendere con le buone opere il momento in cui tutti, al termine del pellegrinaggio terreno, giungeremo davanti alla porta del Paradiso.

 

L’anno di grazia continua nella Chiesa 

-           L’annuncio del giorno della Pasqua e dei giorni santi che da esso scaturiscono, fatto dopo la lettura del Vangelo, acquista nella celebrazione conclusiva dell’Anno Santo un significato particolare. L’Anno Santo, il Grande Giubileo del 2000 si chiude, ma l’anno di grazia, proclamato dal Signore Gesù nella Sinagoga di Nazaret, continua nel ciclo annuale con cui la Chiesa celebra nella Liturgia l’opera di salvezza del suo Signore in attesa della beata speranza e del suo ritorno nella gloria. 

-          La preghiera dei fedeli si propone di richiamare nelle varie intenzioni i grandi eventi di grazia celebrati e vissuti dalla Chiesa durante il Giubileo affinché l’esperienza giubilare continui ad arricchire il cammino della Chiesa verso il Regno.

 

Si conclude lodando il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo 

-           L’antico inno “Te Deum”, tradizionale nel rito di chiusura del Giubileo a Roma, viene cantato dalla schola e dall’assemblea quale sintesi degli innumerevoli momenti di grazia e di preghiera, e delle azioni di ringraziamento e di lode che durante l’Anno Santo si sono alzate incessantemente dalla Chiesa, sparsa nelle varie parti del mondo, al Padre per il Figlio nello Spirito Santo.

 

2)        La muratura della Porta Santa 

           Quando nel Natale del 1975 l’Anno Giubilare si chiuse accostando i battenti della Porta Santa in luogo della costruzione del muro, non si volle perdere del tutto il rito tradizionale che prevedeva l’erezione del muro di mattoni e la collocazione in esso dell’urna contenente alcune monete e una pergamena. Tale muro, come accennato sopra, venne eretto due mesi più tardi all’interno della Basilica e la Porta Santa risultò chiusa, all’esterno della Basilica dai battenti di bronzo e all’interno dal tradizionale muro di mattoni stuccato con la calce. Al centro del muro spiccava il tradizionale segno della croce ad indicare il luogo dove l’urna di bronzo era stata collocata.

           Tale rito del 1975, ripetuto tale e quale nel 1984, sarà ripreso anche nel 2001. Si prevede che il rito possa essere compiuto entro il mese di gennaio.  

 

           Svolgimento del rito            

           Il rito secondo la tradizione si compone dei seguenti elementi: lettura della pergamena; collocazione nell’urna delle monete e della pergamena stessa; muratura dell’urna nella parete della Porta Santa; lettura del “rogito” quale attestato dell’avvenuta muratura. Nel 2001 il rito, oltre agli elementi elencati, sarà arricchito da una preghiera iniziale al Titolare della Basilica, da alcuni canti e dal Padre nostro con la Benedizione conclusiva. L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha predisposto il rito da seguire nelle quattro Basiliche.

 

           I mattoni 

           Sui mattoni, che vengono murati nel vano della porta, è incisa una scritta in latino con il nome del Papa - o del Cardinale Legato - che ha aperto e chiuso la porta e l’indicazione dell’Anno Santo.[3]

 

           L’urna e il suo contenuto 

           Nel 1975 vennero preparate quattro urne diverse, una per ciascuna delle porte delle quattro Basiliche. [4] Nel 1984 invece l’urna, opera di Tommaso Gismondi, fu uguale per tutte le Basiliche. Per il 2001 sono state fuse quattro urne diverse, una per ogni Basilica. Le urne sono state realizzate da: MATTHIAS MARIA HEIERMANN (Germania) per la Basilica di S. Pietro; KYOSI NAGATANI (Giappone) per la Basilica di S. Giovanni in Laterano; OTELLO SCATOLINI (Italia) per la Basilica di S. Paolo fuori le Mura; MARIA ANTONIETTA DE MITRIO (Italia) per la Basilica di S. Maria Maggiore.

           In ogni urna sono anche inserite:

           alcune medaglie: una medaglia d’oro del ventitreesimo anno di Pontificato di Sua Santità Giovanni Paolo II (2000-2001); ventitré medaglie d’argento, corrispondenti ai ventitré anni di Pontificato (1978-2001); diciassette medaglie di bronzo, in ricordo dei diciassette anni trascorsi dall’ultimo Anno Santo (1984-2001); [5]

           una pergamena, quale attestato di apertura e di chiusura della Porta Santa, con le firme dei presenti al rito.

 

III.      La Porta Santa memoria del Giubileo 

           Mentre Gesù annunziava “l’anno di grazia del Signore” nella Sinagoga di Nazaret, “gli occhi di tutti erano fissi sopra di Lui” (Lc 4, 20).

           Anche i nostri occhi dalla Notte di Natale del 1999 sono fissi sul Papa e sulla Porta Santa. Sono fissi anche gli occhi di migliaia di pellegrini che, giunti a Roma da ogni parte del mondo, ogni giorno con devozione e compostezza avanzano per passare la Porta Santa e si radunano in assemblea per ascoltare la Parola del Signore e celebrare insieme con il Successore di Pietro i misteri della salvezza.

           Gli occhi della Chiesa e del mondo, anche attraverso le immagini della televisione, continuano ad essere fissi sulla grande esperienza del Giubileo.

           Il 6 gennaio 2001 l’Anno Santo si chiuderà e i nostri occhi, gli occhi dei pellegrini, le telecamere della televisione avranno davanti a se la Porta Santa chiusa. Quale messaggio avrà essa per la Chiesa e per noi?

           La porta sia per noi memoria che ci accompagna e ci precede nel pellegrinaggio della vita.

           Il Giubileo infatti si chiude, ma l’anno di grazia annunciato da Gesù di Nazaret continua nella vita della Chiesa e nella vita personale di ciascun credente.

           Dopo la chiusura dei battenti, le immagini incise sulle sedici formelle della Porta Santa della Basilica Vaticana, tornate ben visibili in posizione frontale, saranno testimonianza della esperienza giubilare. Esse parlano della storia della salvezza e in particolare di un Dio misericordioso e amante degli uomini. L’uomo, dopo la cacciata dal paradiso, è un pellegrino in continuo cammino alla ricerca di un senso e di una meta per la propria vita. Noi tuttavia non camminiamo da soli: le immagini ci ricordano che in Cristo, Dio si è fatto nostro compagno di viaggio in tutto simile a noi, eccetto il peccato, perché il nostro pellegrinare diventi cammino di conversione e di ritorno al Padre.

           Guardare la porta significa dunque guardare al di là, essere alla ricerca di uno spazio e di un tempo diversi, di un’altra dimensione, di una meta oltre i limiti di questo mondo, essere cioè alla ricerca di Dio, fino a quando il cammino ci condurrà davanti alla porta del Paradiso e il Signore aprirà e ci farà entrare con lui alle nozze.

           “Gli occhi di tutti erano fissi su di lui”. Dopo la conclusione dell’Anno Santo continuiamo a tenere i nostri occhi fissi sulla porta che è Cristo e rimaniamo sempre più in comunione con il Successore di Pietro per non deviare dal cammino che conduce alla porta del cielo.

 

Città del Vaticano, 20 dicembre 2000

 

                                                                                                                   + Piero Marini

 


[1] Indicazioni più dettagliate sulla storia e sul significato delle sequenze rituali dell’apertura e chiusura della Porta Santa si possono trovare in Apertura della Porta Santa, Indicazioni rituali su “L’Osservatore Romano” mercoledì 15 dicembre 1999, pp. 5-6.
  
[2] Rito di chiusura del Grande Giubileo dell’Anno 2000 nelle Chiese particolari in “Benedetto nei secoli il Signore”, Edizioni S. Paolo 1999, pp. 295-321.

[3]Le scritte incise sui mattoni che saranno usati nel 2001 sono le seguenti:

Basilica di S. Pietro: Ioannes Paulus PP. II Portam Sanctam Patr. Vaticanæ Basilicæ aperuit et clausit, Anno Magni Iubilæi MM;

Basilica di S. Giovanni in Laterano: Ioannes Paulus PP. II Portam Sanctam Patr. Lateranensis Bas. aperuit, Camillus Card. Ruini Archipresbyter a latere Legatus clausit, Anno Magni Iubilæi MM;

Basilica di S. Paolo: Ioannes Paulus PP. II Portam Sanctam Patr. S. Pauli Bas. aperuit, Rogerus Card. Etchegaray a latere Legatus clausit, Anno Magni Iubilæi MM;

Basilica di S. Maria Maggiore: Ioannes Paulus PP. II Portam Sanctam Patr. Liberianæ Bas. aperuit, Carolus Card. Furno Archipresbyter a latere Legatus clausit, Anno Magni Iubilæi MM. 

[4] cf. Artisti per l’Anno Santo 1975, Libreria Editrice Vaticana 1976, pp. 75-78.

 

[5]  Oltre alle medaglie sopra menzionate e alla pergamena, nell’urna della Porta Santa della Basilica di S. Pietro per antica consuetudine saranno inseriti una medaglia commemorativa del Sovrano Ordine Militare di Malta e tre mattoni dorati con lo stemma del Papa Giovanni Paolo II.

 

 

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