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Rafqa Pietra Choboq
Ar-Rayès (1832 - 1914)
Rafqa a Himlaya (1832-1853)
Rafqa nacque a Himlaya, villaggio del Metn settentrionale, il29 giugno 1832. Era
figlia unica di Mourad Saber al-Choboq al-Rayès e di Rafqa Gemayel; fu
battezzata il 7 luglio 1832 e ricevette il nome di Boutroussyeh (Pierina). I
suoi genitori le insegnarono ad amare Dio e a pregare quotidianamente.
Nel 1839, quando aveva sette anni, perse sua madre, alla quale era molto
attaccata.
Suo padre cadde, allora, in povertà e, nel 1843, la mandò a Damasco, a
servizio nella casa di Asaad al-Badawi, che era di origine libanese, dove restò
quattro anni.
Rafqa tornò alla casa paterna nel 1847 e scoprì che suo padre si era risposato
in sua assenza con una donna chiamata Kafa. Ella aveva, allora, quindici anni;
era bella, socievole e di buon carattere, dotata di una voce melodiosa e di una
religiosità profonda e umile. La sua zia materna voleva farla sposare a suo
figlio, e la sua matrigna invece al proprio fratello, e ciò fece nascere
un dissidio fra loro. Rafqa fu addolorata di questo e decise di farsi religiosa.
Rafqa nella Congregazione delle Mariamât (Figlie di Maria) (1853-1871)
Rafqa chiese a Dio di aiutarla a realizzare il suo desiderio. Le si presentò,
allora, alla mente l'idea di recarsi al convento di Nostra Signora della
Liberazione a Bikfaya, per divenire religiosa, insieme ad altre due ragazze che
aveva incontrato lungo la strada.
Al momento di entrare in chiesa, ella sentì una gioia interiore indescrivibile.
Un solo sguardo gettato sull'immagine di Nostra Signora della Liberazione fu
sufficiente per confermare in lei la chiamata a consacrarsi a Dio: "Tu diventerai religiosa"
le diceva una voce nel profondo del suo cuore. La Madre Superiora accettò lei
sola, senza le sue due compagne, senza farle le domande d'uso. Rafqa non
ritornerà più a casa sua. Suo padre e la moglie si recarono al convento, per
cercare di distoglierla dalla sua decisione, ma inutilmente. Ella fece un anno
di postulantato e il 9 febbraio 1855, festa di San Marone, prese l'abito di
novizia.
Il 10 febbraio dell'anno seguente (1856), emise i voti religiosi, sempre nel
convento di Nostra Signora della Liberazione a Bikfaya.
Il primo agosto 1858, la giovane religiosa fu inviata al Seminario di Ghazir, in
compagnia di suor Maria Gemayel. I Padri Gesuiti dirigevano, all'epoca, quel
seminario. I superiori si proponevano, allora, di dare un'educazione adeguata
alle ragazze che desideravano entrare fra le Mariamât. Oltre a questo incarico,
fu affidato a Rafqa il servizio della cucina del seminario. Fra i seminaristi
c'erano, a quel tempo, il futuro Patriarca Elia Huwayek, l'Arcivescovo Boutros
al-Zoghbi e molti altri.
Durante il soggiorno a Ghazir, profittò dei momenti liberi per approfondire le
proprie conoscenze della lingua araba, dell'ortografia e dell'aritmetica.
In seguito i superiori la inviarono in numerose scuole della montagna libanese,
come Beit-Chabab, Choueir, Hammana,e altre.
Nel 1860, Rafqa fu trasferita a Deir al-Qamar, per insegnare il Catechismo ai
giovani. Ebbero luogo in quel periodo i drammatici avvenimenti che
insanguinarono il Libano in quell'anno. Rafqa vide con i propri occhi il
martirio di un gran numero di persone. Ebbe anche il coraggio di nascondere un
bambino sotto il proprio mantello, salvandolo dalla morte. Rafqa trascorse a
Deir al-Qamar circa un anno: poi tornò a Ghazir, passando per Beyrouth.
Nel 1862, per ordine dei suoi superiori, Rafqa fu trasferita alla scuola della
sua Congregazione a Jbeil, dove trascorse un anno a istruire le ragazze ed a
formarle nei principi della fede cristiana.
All'inizio del 1864, fu trasferita da Jbeil a Maad, su richiesta del grande
benefattore Antoun Issa. Vi rimase sette anni, durante i quali fondò una scuola
per istruire le ragazze; fu aiutata, in questo, da un'altra religiosa.
Rafqa nella Congregazione delle Monache Libanesi Maronite (1871-1914)
1. Al Monastero di Mar Semaan al-Qarn, Aïtou
Durante il suo soggiorno a Maad, nel corso di una crisi che aveva scosso la
Congregazione delle Mariamât, intorno al 1871, Rafqa entrò nella chiesa di San
Giorgio e domandò a Dio di aiutarla a prendere una decisione secondo la sua
volontà. In quei momenti sentì una voce che le diceva: "Tu sarai monaca".
Dopo aver pregato fervidamente, vide in sogno San Giorgio, San Simeone lo
Stilita, e Sant'Antonio il Grande, Padre dei monaci, che le disse: "Entra nell'Ordine delle Monache Libanesi Maronite". Antoun Issa la aiutò a trasferirsi da Maad al monastero di San Simeone
al-Qarn a Aïtou, dove fu subito ricevuta, e vestì l'abito di novizia il 12
luglio 1871. Quindi, il 25 agosto 1872, fece la professione religiosa solenne, e
prese il nome di suor Rafqa, in ricordo di sua madre, che si era chiamata Rafqa.
Trascorrerà 26 anni nel monastero di Mar Semaan al-Qarn, Aïtou (1871-1897), essendo un esempio vivente, per le religiose sue consorelle,
nell'obbedienza alle Regole, l'assiduità nelle preghiere, l'ascesi,
l'abnegazione, ed il lavoro compiuto in silenzio.
La prima domenica d'ottobre del 1885, nella chiesa del monastero, mentre era in
preghiera, domandò al Signore di farla partecipare alla sua Passione
redentrice. La sua preghiera fu esaudita la sera stessa: essa cominciò a
provare fortissimi dolori alla testa e ben presto furono colpiti anche gli
occhi. Tutte le cure furono senza effetto e si decise di mandarla a Beyrouth per
tentare altre cure. Durante il viaggio si fermò nella residenza dei monaci a
San Giovanni Marco, a Jbeil, dove fu affidata a un medico americano che, dopo
averla visitata, decise di operarla, ma durante l'operazione le estrasse per
errore l'occhio destro. A Beyrouth, dove fu ospitata nel convento delle Figlie
della Carità, i medici la visitarono e riuscirono ad arrestare l'emorragia
provocata dall'operazione. Ma il male colpì ben presto anche l'occhio sinistro;
allora, i medici giudicarono che qualunque cura sarebbe stata inutile e Rafqa
tornò nel suo monastero, dove il dolore agli occhi la accompagnò per 12 anni.
Sopportò il suo dolore con pazienza, in silenzio, nella preghiera e nella
gioia, ripetendo continuamente: "In unione con la Passione di Cristo".
2. Nel monastero di San Giuseppe al-Daher, Jrabta (1897-1914)
Le autorità religiose dell'Ordine Libanese Maronita avevano preso la decisione
di fondare il monastero di San Giuseppe al-Daher, a Jrabta (Batroun), e, nel
1897, furono distaccate sei religiose dal monastero di Mar Semaan a Aïtou, per
formare la prima comunità residente in questo nuovo monastero, sotto l'autorità
della Madre Ursula Doumith di Maad. Rafqa faceva parte di questo gruppo. Nel
1899 la vista si estinse anche nel suo occhio sinistro: ella divenne
completamente cieca, inaugurando una nuova tappa del suo calvario.
Rafqa visse l'ultima tappa della sua vita cieca e paralitica: gli occhi
completamente spenti, dolori acuti nei fianchi, e una debolezza generale in
tutto il corpo, ad eccezione del suo volto, che restò luminoso e sereno fino
all'ultimo respiro. Il femore destro si era dislocato e spostato; lo stesso
anche il femore dell'altra gamba; la clavicola si era dislocata e conficcata nel
collo; le vertebre potevano essere contate ad una ad una. Non rimaneva nessuna
parte del corpo sana, tranne le articolazioni delle mani, delle quali si serviva
per lavorare a maglia, ringraziando il Signore per averle risparmiato la
sofferenza di dover restare senza poter far nulla. La sua bocca lodava il
Signore e gli rivolgeva fervidi ringraziamenti per averla associata alla sua
Passione redentrice.
Rafqa si addormentò nel Signore in odore di santità il 23 marzo 1914, dopo una
vita passata nella preghiera, nel servizio e nel portare la Croce, affidandosi
all'intercessione di Maria, Madre di Dio, e di San Giuseppe. Fu sepolta nel
cimitero del monastero.
Il 10 luglio 1927 la sua spoglia mortale venne trasferita in una tomba nuova, in
un angolo della chiesa del monastero, e questoin seguito all'introduzione della
sua causa di beatificazione, il 23 dicembre 1925, ed all'inizio dell'inchiesta
sulla fama di santità,il 16 maggio 1926.
Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II l'ha dichiarata Venerabile l'11 febbraio
1982; fu beatificata il 17 novembre 1985 e dichiarata esempio da imitare nella
sua devozione al Santissimo Sacramento per l'anno del Giubileo del 2000.
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