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Ezechiele Moreno y Díaz (1848-1906) 
Vescovo, O.A.R. 

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INFANZIA E GIOVENTÙ

Dio, per le grandi imprese, si serve degli umili. E umili furono le origini di colui che sarebbe stato il restauratore dell'Ordine degli agostiniani recolletti in Colombia, Vescovo di Pasto e difensore della Chiesa nei momenti difficili che attraversò la nazione colombiana alla fine del secolo scorso.

Terzogenito di coniugi poveri di beni materiali ma ricchi di virtù, Ezechiele Moreno nacque il 9 aprile 1848 ad Alfaro, provincia di La Rioja (Spagna).

Suo padre, Félix, di professione sarto, e sua madre, Josefa Díaz, modelli di onestà e di religiosità, diedero ai loro figli una profonda educazione cristiana. Ezechiele sentì fin da bambino la chiamata di Dio alla vita religiosa e missionaria. Desiderava annunziare il vangelo nelle Isole Filippine. Aveva sentito raccontare le meravigliose gesta dei missionari agostiniani recolletti che lavoravano in quelle terre lontane.

Seguendo l'esempio del fratello primogenito Eustachio, il 21 settembre 1864 vestì l'abito religioso nel convento degli agostiniani recolletti di Monteagudo, Navarra (Spagna), e prese il nome di fra Ezechiele della Vergine del Rosario, nome con cui amava essere chiamato. Un anno dopo, il 22 settembre, emetteva la professione religiosa ai piedi della Vergine del Cammino, che amava con singolare tenerezza. Nel 1866 passava al convento di Marcilla, dove fece gli studi di teologia.

VERSO LE TERRE DI MISSIONE

Nel 1869, fu inviato con altri 17 confratelli nelle Isole Filippine, terra dei suoi sogni. Il 10 febbraio 1870 arriva a Manila dove, il 3 giugno 1871, è ordinato sacerdote e desti nato subito all'isola di Mindoro accanto a suo fratello Eustachio.

L'integrità della sua condotta, il suo amore per gli ammalati e il suo ardore per la diffusione del vangelo gli guadagnarono ben presto la stima dei superiori che nel 1872, - aveva appena 24 anni - gli affidano il delicato ufficio di missionario e cappellano castrense di una spedizione del governo spagnolo alle isole di Palawan. Lì mise subito a frutto il suo zelo apostolico nella colonia militare e i suoi aneliti missionari nelle sue perlustrazioni alla ricerca di popoli che non conoscevano Dio.

Colpito da forti febbri, si vide costretto a ritornare a Manila. Appena convalescente fu nominato parroco di Calapan e vicario provinciale degli agostiniani recolletti del l'isola di Mindoro, campo aperto per le sue sollecitudini missionarie. Dal 1876 al 1880 occupò le cariche di parroco de Las Pinas e di Santo Tomàs in Batangas e, dal 1880 al 1885, svolse gli uffici di predicatore del convento di Manila, parroco di Santa Cruz e amministratore del podere di Imus.

Il capitolo provinciale del 1885 nominò fra Ezechiele priore del convento di Monteagudo, dove si modellano le coscienze dei futuri missionari. Nessuno meglio di lui, missionario di grande esperienza con aureola di santo, poteva suscitare nei cuori dei giovani l'amore per le missioni.

Durante i 15 anni della sua permanenza nelle Filippine aveva lasciato dietro di sé un alone di santità e il vivo ricordo della sua pietà e del suo zelo apostolico. Questa fama di santità crescerà ancor di più durante i tre anni del suo mandato nel convento di Monteagudo.

RESTAURATORE DELL'ORDINE IN COLOMBIA

Terminato il suo mandato di superiore del convento di Monteagudo, si offrì come volontario per restaurare l'Ordine in Colombia. Nominato capo di una spedizione, alla fine del 1888 partì dalla Spagna con altri sei religiosi volontari arrivando a Bogotà il 2 gennaio 1889. Il suo primo obiettivo sarà ristabilire l'osservanza religiosa nelle comunità. Era convinto che soltanto i buoni religiosi possono essere autentici apostoli e missionari, e lui ardeva dal desiderio di riattivare le missioni di Casanare, dove gli agostiniani recolletti della Colombia avevano insegnato il vangelo per moltissimi anni.

Ed è lui per primo a tuffarsi in quell'immenso territorio visitando a dorso di mulo i piccoli villaggi disseminati nella vasta pianura e sulle scoscese montagne. Le sue lettere dalle missioni suscitano l'entusiasmo del governo e delle autorità religiose e accendono l'animo dei religiosi.

VICARIO APOSTOLICO DI CASANARE VESCOVO DI PASTO

Nel 1893 fra Ezechiele, famoso ormai per il suo zelo missionario e per le sue virtù, fu nominato vescovo titolare di Pinara e vicario apostolico di Casanare, venendo ordinato a maggio del 1894. Avrebbe preferito finire lì i suoi giorni in mezzo a sofferenze e privazioni - come manifesta in una delle sue lettere -, ma Dio lo aveva destinato per una missione ben più ardua e delicata. Infatti, nel 1895, fu nominato vescovo di Pasto. Quando gli fu comunicata la notizia gli venne alla mente un'angosciosa domanda: " Mi sarò fatto indegno di soffrire per Dio, mio Signore? ".

Invece nella sua nuova missione l'aspettavano situazioni ben più difficili e amare: umiliazioni, scherni, calunnie, persecuzioni e perfino l'abbandono da parte dei suoi superiori immediati. Vera notte oscura dello spirito con cui Dio purifica le anime chiamate alle cime della perfezione.

La sua profonda vita spirituale, sempre in tensione verso Dio, il suo amore alla contemplazione attirarono attorno a sé un gruppo di anime scelte che lui guidò con saggezza illuminata nei cammini della santità.

Amico della verità e delle anime a lui affidate, non esitò a mettere in pericolo la propria vita per le sue pecorelle, come il buon pastore. Fu il bersaglio degli insulti e delle persecuzioni di quanti volevano colpire la Chiesa.

In occasione di una polemica suscitata attorno alla sua persona per la fermezza con cui difendeva la fede, approfittò della visita " ad limina " nel 1898 per presentare al papa Leone XIII la sua rinunzia. Lo fece non per mancanza di fortezza di animo, ma per evitare " conflitti " e " dispiaceri " alla Santa Sede e per salvaguardare la fama " di una fratello nell'episcopato ". Il papa non accettò la sua rinunzia. Tornò quindi alla propria diocesi dove l'aspettavano nuove persecuzioni e gli orrori di una spietata guerra civile.

ULTIMA MALATTIA E MORTE

Nel 1905 fu affetto da una crudele malattia - tumore maligno al naso - che gli farà assaporare fino all'ultima goccia il calice del dolore. I medici lo incoraggiano a recarsi in Europa per farsi operare, ma lui si rifiuta perché non vuole abbandonare il suo gregge. Consigliato dai fedeli e dai sacerdoti, nel dicembre dello stesso anno torna in Spagna per sottoporsi a diversi interventi chirurgici a Madrid. Per conformarsi di più a Cristo, rifiuta l'anestesia durante questi dolorosissimi interventi, che sopportò senza un lamento e con una fortezza così eroica da commuovere il chirurgo e i suoi assistenti.

Sapendosi colpito a morte, volle passare gli ultimi giorni della sua vita nel suo caro convento di Monteagudo, accanto alla Madonna. Il 19 agosto 1906, dopo acerbissimi dolori, con gli occhi fissi sul crocifisso, consegnò la sua anima al Signore. Sepolto ai piedi dell'altare della chiesa della Vergine del Cammino, i suoi resti mortali riposano oggi in una bella cappella costruita appositamente entro il recinto della chiesa dopo la beatificazione.

La sua fama di santità si diffuse non solo dentro l'ordine degli agostiniani recolletti, ma anche in diverse parti del mondo, specialmente in Colombia. Sono moltissime le guarigioni attribuite alla sua intercessione, specialmente da tumori maligni. Le guarigioni di due malati di cancro serviranno come miracoli per la beatificazione prima, e poi per la canonizzazione. Si direbbe che, avendo lui provato le terribili conseguenze di questa malattia, abbia una speciale sensibilità per coloro che ne sono vittime.

Beatificato da Paolo VI il primo novembre 1975 sarà canonizzato nella città di Santo Domingo l'11 ottobre 1992 da Giovanni Paolo II, che ha voluto presentarlo al mondo come esempio di pastore e di missionario nel V Centenario dell'evangelizzazione dell'America.

 

 

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