Marco Krievčanin (1588-1619) Foto Nato a Krievci in Croazia nel 1588 da nobile famiglia croata. Alunno dei Gesuiti a Vienna e Graz (dottorato in filosofia), studiò poi alla Gregoriana a Roma (1611-15) essendo alunno del collegio Germanico-Ungarico. Fu ordinato a Roma. Era amico di coloro che furono poi suoi compagni di martirio. Tornando in Croazia esercitò per due anni il ministero pastorale e quindi fu chiamato dal Card. Pázmány (suo ex-professore a Graz) a dirigere il seminario di Trnava. Nominato anche canonico di Esztergom (il capitolo si trovava a Trnava, a motivo della presenza dei turchi in Ungheria). All'inizio del 1619 fu mandato dal Capitolo ad amministrare i beni della già abbazia benedettina a Krásna, presso Koice. Al momento del martirio aveva 31 anni. Quando il principe ungherese di Transilvania, calvinista, Gabor Bethlen, iniziò la guerra contro l'imperatore (inizio del 1619) i Gesuiti, già espulsi dalla Boemia e Moravia (dai luterani boemi in accordo con Bethlen), trovarono asilo in Austria, Polonia ed Ungheria. Koice fu assediata dall'esercito di Giorgio I Rákoczi, futuro principe di Transilvania (in settembre). Il governatore cattolico di Koice fu tradito dai suoi mercenari e la popolazione calvinista lo consegnò a Rákoczi, insieme con i tre sacerdoti suoi ospiti (5 settembre 1619). Il Capo del Consiglio municipale, Reyner, istigato dal predicatore calvinista Alvinczi, chiese la morte di tutti i cattolici della città. La maggioranza dei calvinisti si oppose allo sterminio totale, però la condanna di tre preti stava bene a tutti. Il 7 settembre, di notte, cominciò la tortura, tesa a piegare lo spirito e condurre all'abiura del cattolicesimo. Esecutori materiali furono i soldati di Rákoczi, in presenza di Alvinczi e Reyner. Krievčanin fu decapitato dopo le prime torture. Decapitato un po' più tardi Grodziecki. Più a lungo dovette soffrire Pongrácz. Evirato, sospeso con al testa in giù, bruciato con torce fino all'uscita delle viscere. Creduto morto, il mattino seguente fu buttato con i corpi dei suoi compagni in un pozzo di scolo, dove visse ancora 20 ore pregando tutto il tempo. L'assassinio delle miti vittime suscitò costernazione anche tra la popolazione protestante; tuttavia furono proibiti i funerali. La sepoltura dei corpi avvenne soltanto 6 mesi più tardi (attualmente le reliquie si trovano nella chiesa delle Orsoline a Trnava). Poco dopo il martirio, il Card. Pázmány iniziò il processo canonico in vista della beatificazione, che sarebbe avvenuta il 15 gennaio 1905 a Roma. |