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METODIO DOMENICO TRČKA
(1886-1959)

  

METODIO DOMENICO TRČKA nacque il 6 luglio 1886 a Frýdlant nad Ostravicí (attuale Repubblica Ceca). Ultimo di sette figli di Františka (Francesca) Štěrbová e Tomᚠ(Tommaso) Trčka, fu battezzato il giorno seguente. 

Completate le scuole elementari a Frýdlant, frequentò dapprima il ginnasio a Místek e poi a Červenka, presso l’educandato dei Redentoristi. 

Orientatosi per la vita religiosa, nel 1902 entrò nella Congregazione del Ss. Redentore, professando i voti religiosi il 25 agosto 1904, dopo l’anno di noviziato. Compiuti gli studi teologici, fu ordinato presbitero a Praga il 17 luglio 1910, dall’arcivescovo Leo Skrbenský. 

Spese i primi anni di sacerdozio nella pastorale delle missioni popolari, risiedendo a Praga, presso il santuario mariano di Svatá Hora e a Plzen. Durante la Iª guerra mondiale non risparmiò le forze nell’occuparsi particolarmente dei profughi croati, sloveni e rutheni, ai quali, non solo amministrava i sacramenti e insegnava il catechismo, ma cercava anche di sovvenirli in ogni necessità. 

Già durante gli anni di seminario aveva espresso il desiderio di lavorare fra i cristiani di rito orientale, cosa che ebbe modo di realizzare nel 1919, quando, dal Superiore Provinciale dei Redentoristi di Praga, fu mandato a Lviv, per svolgere l’apostolato tra i fedeli greco-cattolici. Nella comunità redentorista, specialmente con l’aiuto del confratello il beato p. Nikola Čarneckyj, imparò la lingua e i costumi della tradizione locale. In questo periodo, prese anche il nome di Metodio. 

Nel dicembre 1921 venne mandato a Stropkov, nella Slovacchia Orientale, dove, con i confratelli, fondò la prima comunità redentorista di rito latino e bizantino. Diventato superiore della comunità, nel 1924, svolse una fervente attività missionaria nelle tre eparchie di Prešov, Užhorod e Križevci, proclamando la Parola di Dio e fondando la confraternita di ”Madre del Perpetuo Soccorso e del Santo Rosario”. 

Nell’anno 1931, i Redentoristi greco-cattolici si trasferirono nella nuova casa a Michalovce. P. Metodio fu superiore fino a luglio 1932, quando, stanco per il lavoro e la costruzione della casa religiosa, tornò a Stropkov, dove, oltre a curarsi, si occupò anche della pastorale nelle città e parrocchie vicine. Tornato a Michalovce nel 1934, nel marzo dell’anno seguente, dalla Congregazione per le Chiese Orientali fu nominato visitatore apostolico delle suore basiliane a Prešov ed a Užhorod. 

Rieletto superiore nel luglio 1936, svolse tale compito fino all’aprile del 1942. Sotto la sua guida la comunità redentorista divenne il punto di riferimento della vita spirituale a Zemplín. Finì la costruzione della chiesa; si adoperò per la fondazione di un convento di suore; tentò di fondare una nuova casa redentorista da utilizzare per gli esercizi spirituali; lavorò per la fondazione di una casa a Chust, nell‘eparchia di Užhorod. Realizzò tutto ciò senza mai trascurare le opere apostoliche. Infatti, nonostante non predicasse più nelle missioni popolari, ebbe sempre una grande attenzione verso i più poveri. A tale scopo ebbe idea di fondare un’associazione per le donne di servizio che erano tra le più abbandonate dal punto di vista spirituale. 

Durante la seconda guerra mondiale i Redentoristi subirono numerose difficoltà da parte dello Stato Slovacco che li sospettava di fanatismo e di propaganda contro lo Stato. P. Metodio, principale sospettato in quanto superiore, per il bene della comunità, ritenne opportuno dimettersi e recarsi in Ucraina con altri tre confratelli, ma non ricevette il permesso dallo Stato. 

Con la fine della IIª Guerra mondiale migliorarono i rapporti con lo Stato, tanto che i Redentoristi, il 21 dicembre 1945, eressero canonicamente la Vice-Provincia di Michalovce e, il 23 marzo dell’anno seguente, p. Metodio fu nominato primo superiore viceprovinciale. 

Sotto la sua guida i Redentoristi ritornarono a Stropkov, dove costruirono la chiesa di S. Cirillo e Metodio, fondarono la casa a Sabinov, predicarono fruttuose missioni popolari e diedero vita numerose pubblicazioni. 

Con l’avvento del regime comunista però, nel giro di poco tempo, fu tutto cancellato. Nel 1949 fu soppressa la Vice-Provincia e, durante la notte del 13 aprile 1950, tutti i religiosi furono portati nei campi di concentramento. P. Metodio, che in quel tempo si trovava a Sabinov, venne trasferito a Podolínec e da qui portato più volte al famoso ”mlyn di Leopoldov ”. Le testimonianze degli altri prigionieri affermano che per proteggere i confratelli egli si assunse ogni colpa e responsabilità, sopportando le sevizie con serenità.

Durante il processo, il 12 aprile 1952, fu accusato di collaborazione con il vescovo Gojdic perché divulgava le lettere pastorali e consegnava informazioni ai suoi superiori a Praga e tramite loro a Roma. Questo era considerato spionaggio e alto tradimento contro lo Stato. Con tali argomenti e con una falsa storia di tentativo di fuga all’estero, p. Metodio fu condannato a 12 anni di carcere. Visse gli ultimi anni nelle prigioni di Ilava, Mírov e Leopoldov. 

Nonostante le malattie, dovute all’età e alle dure condizioni di vita, il suo spirito rimase forte, sempre sperando in Dio e nell‘adempimento della sua volontà. Quando aveva la possibilità non solo pregava, ma celebrava anche la sacra liturgia. Spesso chiese l'abbreviazione della pena o l’amnistia per se e per la sua famiglia, anch’essa in carcere, ma ricevette sempre risposta negativa, perchè ritenuto pericoloso e fanatico in quanto restava saldo nelle sue convinzioni religiose. 

Nell’aprile del 1958 fu trasferito a Leopoldov, considerata una delle prigioni più dure. Durante il periodo di Natale, mentre cantava una canzone religiosa fu sentito dal custode del carcere e trasferito nella ”cella di correzione”, dove, a causa degli stenti e del luogo rigido e malsano, si ammalò di polmonite. Un compagno di carcere, che era medico, chiese ai superiori che il p. Metodio venisse portato nell’ospedale, ma ottenne solo il trasferimento in una cella di isolamento, cosa che non arrecò nessun miglioramento alla sua salute ormai compromessa. Riportato dopo qualche tempo nella propria cella, si spense alle 9 del mattino del 23 marzo 1959, dopo aver perdonato i suoi aguzzini.

Sepolto nel cimitero del carcere, nel 1969, con la restaurazione della chiesa greco-cattolica, i confratelli poterono trasferire il corpo a Michalovce, dove attualmente riposa nella chiesa redentorista dello “Spirito Santo”. 

  

Omelia di Giovanni Paolo II  

  

 

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