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M. Orsola (Giulia) Ledóchowska (1865-1939)

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“Sapessi solo amare! Ardere, consumarmi nell’amore” – così scrive prima dei voti religiosi la 24 enne Giulia Ledóchowska, novizia nel convento delle orsoline a Cracovia. Nel giorno della professione prende il nome di Maria Orsola di Gesù, e le parole qui riportate diventano le linee guida di tutta la sua vita. Nasceva  in una famiglia, che da parte della madre (di nazionalità svizzera discendente da una stirpe cavalleresca dei Salis) come pure dalla parte del padre (discendente da una antica famiglia polacca) ha dato numerosi uomini di stato, militari, ecclesiastici e persone consacrate, impegnati nella storia dell’Europa e della Chiesa. E’ cresciuta in un clima famigliare pieno di amore, saggio ed esigente, tra numerosi fratelli e sorelle. I primi tre dei fratelli scelgono la strada della via consacrata: Maria Teresa (beatificata nel 1975), fondatrice del Sodalizio di San Pietro Claver e il fratello minore, Vladimiro, preposito generale dei Gesuiti.

Maria Orsola vive nel convento di Cracovia 21 anni. Attira l’attenzione il suo amore per il Signore, il suo talento educativo e la sua sensibilità ai bisogni dei giovani nelle mutate condizioni sociali, politiche e morali di questi tempi. Quando le donne acquistano il diritto allo studio universitario, riesce a organizzare il primo pensionato per studentesse in Polonia dove esse possono trovare non solo un posto sicuro per la vita e per lo studio, ma anche una solida formazione religiosa. La stessa sensibilità la spinge ad andare per lavoro, con la benedizione del Papa Pio X, nel cuore della Russia ostile alla Chiesa. Quando, con un’altra suora, vestite in borghese (la vita religiosa era proibita in Russia) partono per Pietroburgo, non sa di essersi incamminata verso una destinazione a lei sconosciuta e che lo Spirito Santo l’avrebbe condotta sulle strade che non aveva previsto.

A Pietroburgo la Madre e la comunità delle suore in aumento (eretta presto come una casa autonoma delle orsoline) vivono in clandestinità, e anche se sorvegliate in continuo dalla polizia segreta, svolgono un intenso lavoro educativo e di formazione religiosa, diretto anche all’avvicinamento nelle relazioni tra polacchi e russi.

Scoppiata la guerra del 1914 Maria Orsola deve lasciare Russia. Parte per Stoccolma. Durante il periodo della peregrinazione scandinava (Svezia, Danimarca, Norvegia), la sua attività si concentra, oltre al lavoro educativo, sull’impegno nella vita della Chiesa locale, sul lavoro in favore delle vittime della guerra e sull’impegno ecumenico. La casa delle sue suore diventa un appoggio per la gente di diversi orientamenti politici e religiosi. Il suo amore ardente per la patria va di pari passo con l’apertura alla diversità, agli altri. Richiesta una volta di che orientazione è la sua politica, rispose senza indugiare: la mia politica è l’amore.

Nel 1920 Maria Orsola con le suore e un numeroso gruppo di orfani di famiglie di emigrati, ritorna in Polonia. La Sede Apostolica trasforma il suo convento autonomo delle orsoline nella congregazione delle orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante. La spiritualità della congregazione si concentra intorno alla contemplazione dell’amore salvifico di Cristo e alla partecipazione alla sua missione per mezzo del lavoro educativo e il servizio al prossimo, in modo particolare sofferente, solo, emarginato, alla ricerca del senso della vita. Maria Orsola educa le suore ad amare Dio sopra ogni cosa e in Dio ogni persona umana e tutta la creazione. Ritiene una testimonianza particolarmente credibile del legame personale con Cristo e uno strumento efficiente dell’influsso evangelizzatore e educativo, il sorriso, la serenità d’animo, l'umiltà e la capacità di vivere la grigia quotidianità come via privilegiata verso la santità. E lei stessa è un esempio trasparente di una tale vita.

La Congregazione si sviluppa presto. Nascono le comunità delle suore orsoline in Polonia e sulle frontiere orientali del Paese, povere, multinazionali e multiconfessionali. Nel 1928 nasce la casa generalizia in Roma e un pensionato per le ragazze meno abbienti perché possano conoscere la ricchezza spirituale e religiosa del cuore della Chiesa e della civilizzazione europea. Le suore iniziano anche il lavoro tra i poveri dei sobborghi di Roma. Nel 1930 le suore, accompagnando le ragazze che partono alla ricerca di lavoro, si stabiliscono in Francia. In ogni posto dove è possibile Maria Orsola fonda centri di lavoro educativo e di insegnamento, invia le suore alla catechesi e al lavoro nei quartieri poveri, organizza edizioni per bambini e giovani e lei stessa scrive libri e articoli. Cerca di iniziare e di appoggiare le organizzazioni ecclesiastiche per i bambini (Movimento Eucaristico), per la gioventù e per le donne. Partecipa attivamente alla vita della Chiesa e del Paese, ricevendo alti riconoscimenti e decorazioni statali ed ecclesiastiche.

Quando la sua vita laboriosa e non facile giunge al termine a Roma, il 29 maggio 1939, la gente diceva che è morta una santa.

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha beatificato Maria Orsola il 20 giugno 1983 a Poznań. 

Omelia di Giovanni Paolo II

  

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