The Holy See Search
back
riga

Zygmunt Gorazdowski (1845-1920)

foto

 

ZYGMUNT GORAZDOWSKI nacque a Sanok (Polonia) il 1° novembre 1845. Nella sua famiglia erano tenuti in alta considerazione e rigorosamente adempiuti i precetti della fede cattolica. Zygmunt stesso, sin dalla prima infanzia, pur essendo gravemente ammalato, sempre desiderò aiutare le persone che vivevano situazioni di sofferenza e di dolore. Dopo aver terminato il ginnasio, intraprese gli studi di giurisprudenza all’Università di Leopoli. Avvertendo tuttavia la vocazione al sacerdozio, interruppe gli studi al secondo anno ed entrò nel Seminario Spirituale Superiore di Leopoli. In Seminario dovette superare una grande prova di fede. Poiché la sua malattia andava sempre più aggravandosi fino a metterlo in pericolo di vita, gli venne sospesa l’ordinazione sacerdotale. I suoi colleghi, vivendo da vicino il suo dramma esistenziale, scrissero nelle loro memorie: «La non ammissione al sacerdozio fu per Zygmunt un colpo molto doloroso, soffrì sia moralmente sia fisicamente, ma non perse la fiducia nel Signore Dio». Due anni dopo però le sue condizioni di salute migliorarono in modo così sensibile da permettergli di venir ordinato presbitero nella Cattedrale di Leopoli il 25 luglio 1871.

L’unico desiderio del Beato Zygmunt Gorazdowski era: « essere tutto per tutti per salvarne almeno uno».

Fin dai primi tempi nei luoghi dove svolse la sua attività pastorale si fece conoscere come persona dall’eccezionale carisma di saper unire l’attività sacerdotale e quella caritativa. Vedendo la grande povertà dei suoi fedeli e le varie difficoltà legate alla diffusione del messaggio evangelico, elaborò e pubblicò un Catechismo che andò diffondendosi fino a oltre le cinquantamila copie. Per i ragazzi e le ragazze invece stese e diede alle stampe un volumetto dal titolo Consigli e raccomandazioni. L’accostarsi ai Santi Sacramenti e specie l’Eucaristia costituiva il punto più alto delle sue attenzioni; pertanto diede inizio, nell’Arcidiocesi di Leopoli, alla pratica della Prima Comunione comune per i bambini. Fu pure divulgatore dei ricordi della Prima Comunione e dei ricordi legati al Sacramento della Cresima. Don Zygmunt, sul modello di Cristo, cercò di non escludere nessuno dalla sua azione pastorale esercitata con amore totale, in particolare le sue attenzioni erano rivolte alle persone emarginate dalla società. Durante l’impazzare dell’epidemia di colera, ad esempio, dimenticandosi completamente di sé, soccorse gli infermi recando loro il conforto del suo ministero sacerdotale e offrendo aiuti concreti, fino a giungere a ricomporre personalmente le salme dei morti e a deporle nelle bare. Perfino gli Ebrei baciavano con grande rispetto la sua veste, considerandolo un santo.

Nel 1877 Don Zygmunt diede inizio alla sua attività sacerdotale e caritativa a Leopoli. In veste di vicario, amministratore ed in seguito parroco intraprese in molte scuole l’opera della catechesi. Continuò ad impegnarsi nell’attività di editore e di redattore. Pubblicò alcune edizioni del Catechismo elaborato da lui, dei Principi e norme della buona educazione cattolica per i genitori e gli educatori. E pubblicò articoli concernenti principalmente il campo pastorale, sociale e pedagogico. Creò anche l’Associazione Bonus Pastor, che supportava l’attività dei sacerdoti, e per alcuni anni redasse una rivista dallo stesso titolo.

Nel periodo in cui fu segretario dell’Istituto per i Cristiani Poveri di Leopoli, fondò la Casa del lavoro volontario per i mendicanti e i senzatetto, di cui facevano parte anche dei bambini. Nelle Relazioni dell’Attività di quella Casa si legge: « molti poveri... hanno smesso di mendicare e con il senso ritrovato della propria dignità sono tornati sulla retta via ».

Per iniziativa di Don Zygmunt, noto sempre più come il «Sacerdote dei mendicanti » e il «Padre dei poveri », diede inizio sempre a Leopoli anche alla Cucina Popolare, che offriva pasti a modico prezzo. La mensa era frequentata da operai, studenti, allievi, bambini e soprattutto dai poveri di Leopoli.

Un’altra opera frutto della cristiana misericordia di Don Zygmunt fu l’Istituto per i malati terminali e i convalescenti. Era la risposta alle necessità delle persone sofferenti ed inferme che, in seguito alla legge del governo, dopo sei settimane di degenza in ospedale, indipendentemente dalle loro condizioni di salute, ne erano dimesse. Così all’epoca si scriveva di Don Gorazdowski: «Quando nessuno sapeva occuparsi degli infermi infelici senza scampo... lui pensò di erigere un edificio per quegli sventurati... ».

Don Zygmunt fondò anche il Convitto di San Giosafat per gli Studenti poveri del Seminario degli Insegnanti, istituto che educò molte persone che spesso poi ricoprirono importanti cariche istituzionali.

Non si può dimenticare anche il primo e per lunghi anni unico in Galizia Istituto del Bambino Gesù per ragazze madri e neonati abbandonati, che salvò circa 3.000 bambini e moltissime madri.

Don Zygmunt operò inoltre nell’Associazione di Santa Salomea, volta ad aiutare le vedove povere ed i loro bambini e nell’Associazione delle Sarte Povere. Fu anche uno dei fondatori della Lega delle Associazioni e degli Istituti di Beneficenza della Galizia che riuniva e dirigeva le attività delle varie opere della misericordia cristiana.

Il Beato, volendo salvare i bambini cattolici dall’indifferenza religiosa o perfino dall’ateismo, fondò la scuola cattolica polacco tedesca, che affidò alla guida dei Fratelli delle Scuole Cristiane e, sollecitato dall’appello del Santo Padre a pubblicare giornali e scritti cattolici a basso prezzo per il popolo, iniziò a pubblicare la Gazeta Codzienna (Gazzetta Quotidiana).

Sia l’iniziativa della scuola cattolica che la fondazione della gazzetta cattolica riscontrarono a Leopoli una grande opposizione antiecclesiastica e recarono al fondatore molte pene, sofferenze, incomprensioni e umiliazioni, che perdurarono pressoché fino alla sua morte.

Per gestire la maggior parte delle opere di beneficenza da lui istituite, Don Zygmunt impegnò le suore terziarie francescane, preoccupandosi della loro formazione adeguata e di avere l’approvazione delle autorità ecclesiastiche, con i diritti monastici, della nuova Congregazione delle Suore di San Giuseppe. Il 17 febbraio 1884 è la data ufficiale della sua fondazione. Man mano che la Congregazione si sviluppava, il suo Fondatore coinvolgeva le suore nel servizio dei sofferenti negli ospedali, orfanotrofi, asili infantili e raccomandava l’assistenza ai malati nelle case private. Egli stesso fu per le suore il modello della comunione di preghiera con Dio e nello stesso tempo l’esempio del servizio eroico alle persone bisognose, da cui scaturisce il motto maturato nella vita della Congregazione: « Il cuore vicino a Dio, le mani al lavoro ». La Congregazione delle Suore di San Giuseppe, seguendo rigorosamente il carisma del suo Fondatore, fino ai giorni nostri gestisce gli istituti educativi, si impegna nell’attività di catechesi e di istruzione religiosa, intraprende il servizio di assistenza ai malati, ai sofferenti, ai poveri di ogni genere di povertà. La Congregazione opera in Polonia, Germania, Francia, Italia, Ucraina e ha aperto alcune missioni in Africa e in America del Sud.

Zygmunt Gorazdowski morì il 1° gennaio 1920 a Leopoli. Allora si disse di lui che: « era l’occhio del cieco, la gamba dell’infermo, il padre dei poveri ». Il processo di beatificazione ebbe inizio nel 1989. Il 26 giugno 2001 a Leopoli il Papa Giovanni Paolo II proclamò beato l’Apostolo della Misericordia di Dio, stabilendone la memoria liturgica proprio il 26 giugno.

 

Omelia di Sua Santità Benedetto XVI

    

top