[Buone Notizie ­ Testata]

Città del Vaticano, 11 ottobre 1998 Servizio sperimentale

Genova: in aiuto ai malati di aids
Un paio d'anni di lavoro hanno permesso al Ceis (Centro italiano di solidarietà) di Genova di inaugurare una casa d'accoglienza per i malati di Aids. Il centro "La Tartaruga", sorge sulla collina di Trasta e prima della fine dell'anno dovrebbe trasferirsi nel più centrale complesso di Fassolo. La casa è stata inaugurata nel mese di luglio ed ora accoglie i primi quattro residenti che, nella sede definitiva di via Asilio Garbarino, dovrebbero diventare dieci. Lo scopo, anzi "la scommessa" su cui punta il Ceis è di "operare per un rispristino di tutte le potenzialità che la persona ancora possiede e che ha momentaneamente dimenticato per via della malattia". (da L'OR del 30 settembre)

Piacenza: per i bambini di Chernobyl
All'inizio dell'anno si è costituito a Piacenza il comitato della fondazione "Aiutiamoli a vivere" per occuparsi dei bisogni e dei disagi soprattutto della popolazione infantile. Lo scopo dei fondatori, che intendono promuovere lo spirito d'accoglienza dei propri concittadini, si prefigge di intervenire attivamente per aiutare le persone, in particolare i bambini, che si trovano in precarie condizioni di salute, in gravi difficoltà economiche o prive di assistenza. Il primo atto concreto, organizzato con cura ed impegno, riguarda l'arrivo e l'accoglienza di due gruppi di bambini provenienti dalla zona contaminata dalle radiazioni dell'incidente nella centrale nucleare di Chernobyl. Il 28 giugno scorso ne sono arrivati una sessantina dalla Bielorussia, e sono stati ospitati presso le famiglie di Piacenza e dei comuni di Fiorenzuola, Alseno, Pontenure, Monticelli, Ziano, Borgonovo, San Giorgio e San Pietro in Cerro.
(da L'OR del 7 ottobre)

   
Non è lecito rassegnarsi all'immorale spettacolo di un mondo in cui c'è ancora chi muore di fame

L'Angelus del Papa

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. Cade oggi la memoria liturgica di san Vincenzo de' Paoli, patrono di tutte le Associazioni di Carità. Pensando a questo insigne testimone dell'amore di Dio e dei fratelli, specialmente dei più poveri e abbandonati, non possiamo non rivolgere la nostra attenzione ad una delle grandi sfide che chiamano in causa la nostra coscienza: al contrasto davvero intollerabile tra quella porzione di umanità che gode di tutti i vantaggi del benessere economico e del progresso scientifico e la massa enorme di quanti vivono in condizioni di estrema indigenza. Nella Lettera Apostolica Tertio Millennio adveniente ho insistito perché "l'impegno per la giustizia e per la pace" sia "un aspetto qualificante della preparazione e della celebrazione del Giubileo" (n. 51). Nella prospettiva dell'Anno Santo ormai imminente è pertanto doveroso chiederci: a che punto siamo con questo nostro impegno?
Ci sollecita con forza a tale riflessione la parabola evangelica del povero Lazzaro e del ricco epulone, che l'odierna liturgia ci propone. Essa proclama con chiarezza che, nello stridente contrasto tra ricchi insensibili e poveri bisognosi di tutto, Dio sta dalla parte di questi ultimi. Non è lecito rassegnarsi all'immorale spettacolo di un mondo in cui c'è ancora chi muore di fame, chi non ha casa, chi manca della più elementare istruzione, chi non dispone delle cure necessarie in caso di malattia, chi non trova lavoro. E questa lista di vecchie e nuove povertà potrebbe allungarsi a dismisura.

2. È urgente promuovere una cultura ed una politica della solidarietà, che comincino nell'intimo di ciascuno, nella capacità di lasciarsi interpellare da chi è nel bisogno. Certamente, di fronte alla complessità dei problemi, non basta l'impegno personale. Su alcuni problemi, come quello del debito internazionale dei Paesi poveri, occorre una risposta concertata da parte della Comunità delle Nazioni.
Tuttavia, solo se la cultura della solidarietà crescerà all'interno delle persone e delle famiglie, si potrà giungere in modo efficace a risolvere le grandi sfide dell'indigenza e dell'ingiustizia sociale. Come ho raccomandato nella Lettera Apostolica Dies Domini, la domenica deve essere giorno speciale di carità per essere vissuta fino in fondo quale giorno del Signore.

3. Ci aiuti la Vergine Santissima a crescere tutti nella dimensione della fraternità. Maria, invocata nelle Litanie lauretane come Consolatrice degli afflitti, si serve anche delle nostre braccia e del nostro cuore per far pervenire a chi è nel bisogno la sua consolazione e la sua materna sollecitudine.

(Giovanni Paolo II all'Angelus del 27 settembre)

   

Vittime delle alluvioni in India

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