[Buone Notizie ­ Testata]

Città del Vaticano, 7 marzo 1999 Servizio sperimentale


«...Viene invocata costantemente la lingua dei diritti umani mentre quello fondamentale, il diritto alla vita, viene disdegnato continuamente... In questa situazione, i cristiani devono agire. Si tratta di un'esigenza fondamentale non solo della sequela di Cristo, ma anche della democrazia, che fiorisce quando "persone determinate lottano vigorosamente per promuovere le proprie convinzioni con tutti i mezzi etici e legali che hanno a disposizione" (Vivere il Vangelo della Vita, n. 24)
La vostra azione deve svolgersi sia sul piano politico sia su quello educativo. Deve esistere una catechesi accurata sul Vangelo della Vita a tutti i livelli della comunità cattolica».
(Giovanni Paolo II, lettera all'Arcivescovo di Baltimore, Presidente del Comitato episcopale Usa per le attività in favore della vita)
   
Una mobilitazione di tutte
le forze della carità
e della solidarietà

Di fronte alla sfida della legalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito

C'è una nuova e drammatica sfida alla quale i cristiani sono chiamati a rispondere con una grande mobilitazione di tutte le forze della carità. E' la sfida della legalizzazione dell'eutanasia e del suicidio assistito. E non basta rispondere contrastando nell'opinione pubblica e nei Parlamenti questa tendenza di morte, ma occorre "impegnare la società e le strutture stesse della Chiesa in una degna assistenza al morente". E' un richiamo forte quello lanciato da Giovanni Paolo II in occasione dell'Assemblea Plenaria della Pontificia Accademia per la Vita svoltasi in Vaticano sul tema "La dignità del morente". Nel discorso pronunciato durante l'udienza ai membri dell'Accademia, sabato 27 febbraio, il Papa ha innanzitutto posto l'attenzione sul "contesto ideologico al quale attingono le sempre più frequenti campagne d'opinione miranti alla instaurazione di leggi a favore dell'eutanasia e del suicidio assistito". Si tratta dell'avanzata della cultura della morte, di fronte alla quale la Chiesa ha il dovere di reagire, mantenendo fede al suo amore per l'uomo. "Essa - ha sottolineato il Santo Padre - ha oggi il compito di illuminare il volto dell'uomo, in particolare il volto del morente con tutta la luce della sua dottrina, con la luce della ragione e della fede; essa ha il dovere di chiamare a raccolta, come ha già fatto in diverse occasioni cruciali, tutte le forze della comunità e delle persone di buona volontà, perché attorno al morente si stringa con rinnovato calore un vincolo di amore e di solidarietà". "La Chiesa - ha aggiunto - leva la sua voce perché non si rechi offesa al morente, ma ci si dedichi con ogni amorevole sollecitudine ad accompagnarlo mentre s'appresta a varcare la soglia del tempo per introdursi nell'eternità". Ricordando la lezione consegnata da tanti Santi e Sante nel corso dei secoli ed anche recentemente da Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II ha indicato una responsabilità precisa. "Occorre - ha detto - che ogni comunità diocesana e parrocchiale sia educata a custodire i suoi anziani, a curare e visitare i suoi malati a domicilio e nelle strutture specifiche, a seconda della necessità".

   
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Il testo integrale del discorso del Santo Padre alla Pontifica Accademia per la Vita (27 febbraio 1999). Scarica qui il testo in formato rtf

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