[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 21 marzo 1999 Servizio sperimentale

I martiri di Motril

«I nuovi Beati, malgrado le prove della vita, non hanno indurito il loro cuore, ma hanno ascoltato la voce del Signore, e lo Spirito Santo li ha ricolmati dell'amore di Dio. Hanno potuto così sperimentare che "la speranza non delude". Sono stati come alberi piantati lungo corsi d'acqua, che a tempo opportuno hanno portato frutti abbondanti»
(Giovanni Paolo II, 7 marzo)

Nicolas Barré
Anna Schäffer
   
Dieci nuovi Beati
per la Chiesa
e per il mondo

Domenica 7 marzo, terza di Quaresima, Giovanni Paolo II ha proclamato dieci nuovi Beati. Sono i martiri spagnoli di Motril - Vicente Soler e 6 compagni dell'Ordine degli Agostiniani Recolletti e Manuel Martín Sierra -, un religioso francese - Nicolas Barré - ed una laica tedesca - Anna Schäffer -. In loro - ha detto il Papa all'omelia - «la grazia del Battesimo ha portato la pienezza del suo frutto. Essi si sono a tal punto abbeverati alla fonte dell'amore di Cristo, da esserne intimamente trasformati e da divenire a loro volta sorgenti traboccanti per la sete di tanti fratelli e sorelle incontrati lungo la strada della vita». Di questi nuovi Beati il Papa ha tracciato un breve profilo, sottolineando il messaggio che attraverso di loro la Chiesa proclama al mondo.

I martiri di Motril «Non morirono per un'ideologia, ma offrirono liberamente la loro vita per Qualcuno che era già morto prima per loro... Così ridiedero a Cristo il dono che da Lui avevano ricevuto. Mediante la fede, giunto il momento supremo del martirio, affrontarono la morte con animo sereno, confortando gli altri condannati e perdonando i loro carnefici».

Nicolas Barré «Radicò sempre la sua missione nella conteplazione del mistero dell'Incarnazione, poiché Dio placa la sete di coloro che vivono in intimità con Lui. Egli ha dimostrato che un'azione compiuta in nome di Dio non può che unire a Dio e che la santificazione passa anche per l'apostolato».

Anna Schäffer «Fra atroci dolori diviene consapevole di quanto ogni cristiano sia responsabile della santità del suo prossimo. Per questo utilizza il portapenne. Il suo capezzale diventa la culla di un ampio apostolato episotolare...»

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