[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 27 febbraio 2000 Servizio sperimentale

«...Quest'uomo, posto all'origine della nostra fede, fa parte dell'eterno disegno divino. Secondo una tradizione, il luogo dove Abramo fu sul punto di sacrificare il proprio figlio, è lo stesso sul quale un altro padre, l'eterno Padre, avrebbe accettato l'offerta del suo Figlio unigenito, Gesù Cristo. Il sacrificio di Abramo appare così come annuncio profetico del sacrificio di Cristo. "Dio infatti - scrive san Giovanni - ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" (3, 16). Il Patriarca Abramo, nostro padre nella fede, senza saperlo introduce in un certo qual senso tutti i credenti nel disegno eterno di Dio, nel quale si realizza la redenzione del mondo...»
(Giovanni Paolo II, 23 febbraio 2000)
   
Ai primordi
dell'alleanza di Dio con l'uomo

Il pellegrinaggio spirituale di Giovanni Paolo II
ad Ur dei Caldei

È cominciato duemila anni prima di Cristo da Ur dei Caldei, nel sud dell'Iraq, il grande cammino del popolo di Dio guidato da Abramo verso la "terra promessa". Comincia spiritualmente duemila anni dopo Cristo da Ur dei Caldei il pellegrinaggio giubilare di Giovanni Paolo II attraverso i luoghi segnati più profondamente dagli interventi di Dio nella storia della salvezza.
A due mesi dall'inizio dell'Anno Santo, ecco la prima "stazione". Ecco il singolare "prologo" di una stagione di pellegrinaggi alle sorgenti del disegno salvifico di Dio. Ecco i primi passi dell'umile e paziente "rimettersi in cammino", per ritrovare le tracce lasciate nello spazio e nel tempo da una Presenza che - quattromila anni dopo quegli straordinari eventi - continua ad essere germoglio di futuro per la Chiesa e per il mondo.
Come si sa, al desiderio del cuore coltivato dal Papa non ha corrisposto il corso reale della storia. Ad Ur dei Caldei, l'attuale Tal al Muqayyar, Giovanni Paolo II non ha potuto recarsi di persona. Non ha avuto la gioia di veder realizzato l'auspicio espresso il 29 giugno 1999 nella "Lettera sul pellegrinaggio ai luoghi legati alla storia della salvezza". Ma non per questo ha voluto rinunciare a rendere visibile la memoria della storia della salvezza con una sosta spirituale - prima ancora che geografica e fisica - nella terra di origine di Abramo per cercarvi "i primordi dell'alleanza di Dio con l'uomo".
Così l'itinerario del suo pellegrinaggio giubilare ha avuto inizio con la celebrazione presieduta nell'Aula Paolo VI nella mattina di mercoledì 23 febbraio, a ventiquattr'ore dalla partenza alla volta del Monte Sinai, in Egitto, e ad un mese dal programmato viaggio in Terrasanta. È stato un momento di grande intensità spirituale, scandito dalla preghiera, dal silenzio, dalla meditazione.
Per una mattina l'Aula Paolo VI si è idealmente trasformata in un angolo della terra benedetta dai passi del "Padre nella Fede". Alla sinistra della Cattedra era stata ricostruita una piccola, suggestiva radura. Al centro del fazzoletto di verde c'era la riproduzione a grandezza naturale della splendida Icona della Trinità di Andrej Rublëv, risalente al 1411, raffigurante i tre Angeli apparsi ad Abramo per annunciargli la nascita del figlio. Accanto ardevano tre bracieri accesi. Cinque piante collocate tutt'intorno richiamavano l'immagine delle Querce di Mamre, il luogo dell'apparizione. Una grande pietra, infine, simboleggiava l'altare su cui Abramo stava per sacrificare suo figlio Isacco nel momento della prova a cui il Signore volle sottoporlo.

(Francesco Valiante, da L'Osservatore Romano del 24 febbraio)
    Giovanni Paolo II durante l'incontro di preghiera nell'Aula Paolo VI

In rete
Il testo del discorso del Santo Padre in formato rtf

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