[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 12 marzo 2000 Servizio sperimentale

«Sono grato all'Arcivescovo Damianos, Egumeno del Monastero di Santa Caterina, ed ai suoi Monaci per la grande cordialità con cui mi hanno accolto. L'Arcivescovo, che era ad attendermi all'ingresso del Monastero, mi ha illustrato le preziose "reliquie bibliche" là custodite: il pozzo di Ietro e soprattutto le radici del "roveto ardente", accanto alle quali mi sono inginocchiato ripensando alle parole con cui Dio rivelò a Mosè il mistero del suo essere: "Io sono colui che sono"»
(Giovanni Paolo II, Udienza generale del 1 marzo 2000)
   
L'epifania del Pellegrino che è andato incontro alla Montagna del Signore
Il pellegrinaggio giubilare di Giovanni Paolo II
al Monte Sinai

26 febbraio dell'Anno Santo del 2000: una data che ha segnato una cesura nel fluire della storia. Di fronte al mondo l'epifania del Pellegrino.
Dopo tanti viaggi apostolici, dopo tanto peregrinare attraverso gli uomini e le loro condizioni, il pellegrinaggio verso la Montagna del Signore ha rivelato più compiutamente la statura del Pellegrino.
"Dovremo sorvolare da lontano il Monte Sinai: loro, invece, avevano il coraggio di andarGli incontro". Così scriveva l'Arcivescovo di Cracovia nel 1965. E in questo anno del Grande Giubileo anche egli - da oltre vent'anni Successore di Pietro - ha avuto il coraggio di andare incontro al Monte dell'Incontro. Un coraggio biblico. Il coraggio del Pellegrino spiritualmente geniale, giovanilmente ardente, innamorato di Dio, catturato dalla Sua Voce e dalla Sua Legge, totalmente abbandonato nella Sua Volontà.
Il coraggio del Pellegrino che, nel suo andare, non conosce ostacoli di alcun tipo: chi va verso il Luogo di Dio e sa di portare con sé tutta la Chiesa e tutta l'umanità non rallenta il passo. Vuole soltanto arrivare e mettersi in ginocchio. Vuole adorare Dio lì, nel deserto della Vita e della Libertà. E in ginocchio vuole ascoltare almeno l'eco della sua Voce.
Chi, il 26 febbraio del 2000, ha visto questo Pellegrino - Giovanni Paolo II - pregare a lungo in ginocchio non potrà mai dimenticare che in quel biblico atteggiamento di adorazione c'era una persona con tutti i segreti del suo cuore e c'era il Successore di Pietro. L'una e l'Altro unificati nel Mistero dell'Incontro. In quel dialogo silente che resta il momento più alto del pellegrinaggio.

(Mario Agnes, da L'Osservatore Romano del 1 marzo)

   

In rete
Il testo in formato rtf dell'omelia del Santo Padre durante la celebrazione della Parola presso il Monastero di Santa Caterina al Monte Sinai (26 febbraio)

Il testo in formato rtf della catechesi di Giovanni Paolo II durante l'udienza generale del 1 marzo

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